Stato sociale, Romaniello: dare risposte a disagio economico
04/01/2011 16:50“Non possiamo abbassare la guardia, afferma l’esponente Sel, sui temi dello stato sociale tanto più in presenza dei pesanti tagli statali che si abbatteranno con il federalismo fiscale specie sui Comuni”
ACR“Per l’Istat, nel 2009, il 22,9 per cento delle famiglie lucane ha presentato tre o più ‘sintomi di disagio economico’ tra quelli previsti dall'indicatore sintetico definito dall'Eurostat: il 39,5 per cento non riesce a sostenere spese impreviste di 750 euro; il 19,7 per cento arriva a fine mese con grande difficoltà; il 12,2 per cento non è in condizione di fare un pasto adeguato almeno ogni due giorni; l’11,8 per cento non riesce a riscaldare la casa adeguatamente. Sono dati che evidenziano la necessità di elevare sempre più ed in maniera ancora più efficace la spesa sociale e con essa l’esigenza di adeguare le politiche del welfare”. A sostenerlo è il presidente del gruppo Sel (Sinistra Ecologia e Libertà) Giannino Romaniello che aggiunge: “ci sono, dunque, valide ragioni per non accontentarsi dei pur positivi impegni contenuti nella Finanziaria regionale 2011, con la conferma di poste finanziarie per il miglioramento del welfare regionale e della qualità della vita e del fondo di 4 milioni di euro per la Cittadinanza Solidale”.
“Ritengo necessaria – prosegue il consigliere regionale – una riflessione nel centrosinistra su come è possibile saldare le risposte da dare a vecchie e nuove povertà, in termini di servizi da adeguare a vecchi e nuovi bisogni, con l’opportunità di incrementare il reddito di lavoratori in mobilità e in cassa integrazione, che rappresentano i capifamiglia dei nuclei familiari a forte disagio economico, attraverso progetti socialmente utili, finanziati dalla Regione in soccorso dei Comuni, in alcuni settori tra i quali la raccolta differenziata dei rifiuti, interventi di tutela del verde urbano e di assistenza agli anziani e ai disabili”.
Secondo Romaniello, inoltre, “il quadro offerto dagli indicatori utilizzati dall’Istat per la definizione dello stato di ‘deprivazione e di difficoltà economica’, che in linguaggio statistico non rende pienamente l’idea di una realtà di vita difficile nella nostra regione, specie nei comuni più piccoli e delle aree interne ma anche nei due capoluoghi, per alcune decine di migliaia di nuclei familiari, si presenta sostanzialmente immutato rispetto all'anno precedente, anche se crescono le famiglie che sono in arretrato con debiti diversi dal mutuo e quelle che si sono indebitate”. “E’ la conferma che la crisi economica che continua pesantemente a caratterizzare gli ultimi due-tre anni – prosegue Romaniello - ha colpito in larga maggioranza le famiglie che si trovavano in condizioni di ‘deprivazione materiale’ già nel 2008 e che hanno due-tre figli e un solo reddito. Inoltre, la caduta dell'occupazione ha riguardato soprattutto i figli, celibi e nubili, che vivono nella famiglia di origine, mentre i genitori hanno potuto contare su un ricorso massiccio alla cassa integrazione, evitando che l'impatto della crisi sulla situazione economica delle famiglie fosse ancora più dirompente e determinasse un aumento dell' ‘ndicatore di deprivazione’”.
“Al di là dei numeri che meritano comunque ulteriori approfondimenti per comprendere come sta cambiando la povertà in Basilicata e nell’intero Mezzogiorno – conclude l’esponente Sel – il monito per il 2011 è chiaro: non possiamo abbassare la guardia sui temi dello stato sociale tanto più in presenza dei pesanti tagli statali che si abbatteranno con il federalismo fiscale specie sui Comuni costringendoli a ridurre proprio la spesa sociale”.
“Ritengo necessaria – prosegue il consigliere regionale – una riflessione nel centrosinistra su come è possibile saldare le risposte da dare a vecchie e nuove povertà, in termini di servizi da adeguare a vecchi e nuovi bisogni, con l’opportunità di incrementare il reddito di lavoratori in mobilità e in cassa integrazione, che rappresentano i capifamiglia dei nuclei familiari a forte disagio economico, attraverso progetti socialmente utili, finanziati dalla Regione in soccorso dei Comuni, in alcuni settori tra i quali la raccolta differenziata dei rifiuti, interventi di tutela del verde urbano e di assistenza agli anziani e ai disabili”.
Secondo Romaniello, inoltre, “il quadro offerto dagli indicatori utilizzati dall’Istat per la definizione dello stato di ‘deprivazione e di difficoltà economica’, che in linguaggio statistico non rende pienamente l’idea di una realtà di vita difficile nella nostra regione, specie nei comuni più piccoli e delle aree interne ma anche nei due capoluoghi, per alcune decine di migliaia di nuclei familiari, si presenta sostanzialmente immutato rispetto all'anno precedente, anche se crescono le famiglie che sono in arretrato con debiti diversi dal mutuo e quelle che si sono indebitate”. “E’ la conferma che la crisi economica che continua pesantemente a caratterizzare gli ultimi due-tre anni – prosegue Romaniello - ha colpito in larga maggioranza le famiglie che si trovavano in condizioni di ‘deprivazione materiale’ già nel 2008 e che hanno due-tre figli e un solo reddito. Inoltre, la caduta dell'occupazione ha riguardato soprattutto i figli, celibi e nubili, che vivono nella famiglia di origine, mentre i genitori hanno potuto contare su un ricorso massiccio alla cassa integrazione, evitando che l'impatto della crisi sulla situazione economica delle famiglie fosse ancora più dirompente e determinasse un aumento dell' ‘ndicatore di deprivazione’”.
“Al di là dei numeri che meritano comunque ulteriori approfondimenti per comprendere come sta cambiando la povertà in Basilicata e nell’intero Mezzogiorno – conclude l’esponente Sel – il monito per il 2011 è chiaro: non possiamo abbassare la guardia sui temi dello stato sociale tanto più in presenza dei pesanti tagli statali che si abbatteranno con il federalismo fiscale specie sui Comuni costringendoli a ridurre proprio la spesa sociale”.
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