Il riscatto di Passannante
l'anarchico lucano
in anteprima al Bif&st
l'anarchico lucano
in anteprima al Bif&st
di CARMELA FORMICOLA
BARI - Violento, emozionante, grottesco. Un film che spiega cosa significhi avere un’idea, difenderla, crederci, perfino morire.
BARI - Violento, emozionante, grottesco. Un film che spiega cosa significhi avere un’idea, difenderla, crederci, perfino morire.
Le idee sono taglienti come un coltello. Ed è spiazzante la straordinaria attualità d’una pellicola su un anarchico lucano dell’800.
Passannante è il film di Sergio Colabona in anteprima oggi al Bif&st di Bari (Galleria, 18.30). Tragedia e commedia, insieme.
Le immagini sono subito una citazione, con quei «tre uomini in barca» che remano verso il sinistro torrino di Portoferraio.
Le immagini sono subito una citazione, con quei «tre uomini in barca» che remano verso il sinistro torrino di Portoferraio.
I protagonisti: il teatrante, il giornalista e il cantante, personaggi da fumetto, teneri e indistruttibili, picareschi: hanno deciso
di dare finalmente sepoltura ai resti dell’anarchico. Perché le storie sono due: quella di Passannante, l’uomo che tentò di
uccidere il giovane re Umberto con un coltello da due soldi, e quella dei tre amici, che tentano di ripristinare la giustizia
naturale delle cose. Mettere mano alla memoria di Giovanni Passannante ha tinte sofoclee, perché è evidente il richiamo ad Antigone.
La scommessa è la messa in scena di una tragedia con la leggerezza di quel cinema italiano del Terzo Millennio, che nel sorriso
La scommessa è la messa in scena di una tragedia con la leggerezza di quel cinema italiano del Terzo Millennio, che nel sorriso
prova a diluire l’impegno o la denuncia. Ma chi è Passannante? Nato nella Basilicata remota, rurale e analfabeta, cresce con la
ribellione nel sangue. Va a Napoli e nel novembre 1878 tenta di uccidere il re. Viene fermato, imprigionato, torturato e sepolto
vivo, a Portoferraio. Alla morte gli tagliano la testa e il cervello e il teschio vengono esposti nel Museo Criminologico di Roma,
simbolo della punizione per i criminali. O i ribelli.
Nel rutilare di ministri distratti o cialtroni o razzisti, i tre picari bussano e chiedono e si indignano e provano e riprovano. Film veloce
Nel rutilare di ministri distratti o cialtroni o razzisti, i tre picari bussano e chiedono e si indignano e provano e riprovano. Film veloce
e ispirato. Bel cast, da Fabio Troiano a Ninni Bruschetta a Roberto Citran. Fino a Ulderico Pesce, lucano, ribelle quanto Passannante.
Pesce ha portato sulle scene di tutta Italia questo testo leggero ma intenso, si è battuto per riportare i resti dell’anarchico nel cimitero
lucano di Salvia (che però, beffardamente, si chiama ancora Savoia), ed è suo quel sorriso lieve, nell’anonimo corridoio ministeriale,
che annuncia un sacrosanto lieto fine.Fonte : La gazzetta del mezzogiorno
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