martedì 18 gennaio 2011

Sultanato pornografico
Oggi al cospetto dei colleghi del Parlamento europeo ho provato un sentimento di vergogna e di imbarazzo. Sentimento non nuovo per me che vivo la maggior parte della settimana oltre i confini nazionali, frequento le istituzioni comunitarie, mi confronto con i deputati degli altri paesi membri e, per questo, mi trovo a dover rispondere alle loro domande su come sia possibile che Berlusconi continui a governare e non si sia ancora dimesso, oppure sul perchè gli italiani non si ribellino, dovendo registrare che nel Vecchio Continente siamo percepiti come una democrazia anomala e grottesca proprio a causa di Berlusconi e del suo entourage politico. Questo sentimento di vergogna e imbarazzo non nasce ovviamente dal mio essere  italiano, bensì dall’esecutivo che governa il nostro bellissimo paese, ridotto a deserto del diritto e della decenza e screditato agli occhi del mondo. Un esecutivo trasformatosi in sultanato pornografico o, come in passato è emerso dalle inchieste giudiziarie e dalle cronache, a manipolo di massoni e affaristi, lobbisti e ‘incriccati’, in alcuni casi collegati alle mafie. Una classe politica indegna al cui capo si pone un presidente del Consiglio pluri-imputato e da sempre schierato sulla linea della delegittimazione della magistratura, “rea” di volerlo processare considerandolo un cittadino come gli altri. Palazzo Chigi si e’ trasformato in uno squallido postribolo, dove sono di casa giovani escort, addirittura minorenni, chiamate a soddisfare le voglie sessuali del presidente del Consiglio e della sua corte servile. Questa triste verita’, etico-politica e forse tra poco anche giudiziaria, è sotto gli occhi del mondo e dell’Europa in particolare, dove un premier indagato per concussione e favoreggiamento della prostituzione minorile, quindi ricattabile e pericoloso per la sicurezza nazionale, avrebbe rassegnato da tempo le dimissioni, essendo impossibilitato a governare anche per essenziali ragioni di ordine etico, relative al rispetto e al decoro che si deve avere verso le istituzioni e lo Stato nel momento in cui si rappresentano. Negli Stati Uniti, per molto meno, un uomo pubblico come Berlusconi sarebbe stato al centro di una procedura di impeachment che lo avrebbe costretto alle dimissioni, pena l’insurrezione popolare in difesa della dignità democratica. Anche in Italia, credo, l’unica speranza risiede nei cittadini e nelle cittadine in particolare: sono loro il miglior antidoto per contrastare questa patologia politica che è il berlusconismo. Soprattutto alle donne spetta un compito imprescindibile: ribellarsi a questa immagine consumistica del solo corpo che da anni Berlusconi veicola anche per mezzo delle sue tv, oltre ad essere al centro della sua vita privata. Già la vita privata. In proposito occorre una riflessione. La privacy del potere, invocata dai tanti illustri esponenti della maggioranza, per aggredire la magistratura o spuntare l’arma delle intercettazioni, non ha niente a che vedere con la vicenda Ruby o D’Addario o via dicendo. La vita privata di uomo delle istituzioni e dello Stato deve essere all’insegna del contegno e della decenza, perché ci sono ripercussioni sulla vita pubblica del Paese (vedi il tema della ricattabilità e quindi della sicurezza nazionale) e perché egli stesso ne rappresenta l’immagine di credibilità estera. Oltre a questo, la riflessione ha un altro aspetto importante. Le distorsioni private di Berlusconi sono politiche, cioè riguardano tutti noi, la nostra comunità. Berlusconi, infatti, non solo lascia entrare le escort nelle sue abitazioni (senza controllo e spesso all’interno di dimore considerate residenza di stato), ma addirittura provvede a candidarle, in occasione delle elezioni amministrative o politiche. Questo harem femminile, composto di prostitute o anche solo di donne spregiudicate,  finisce ad intasare le liste elettorali e, con la legge “porcata” in vigore, raggiunge in modo blindato posti di rappresentanza in Parlamento o nei Consigli comunali o provinciali. I cattolici, le donne che fanno politica, le cittadine, i lavoratori, i padri, gli studenti, le opposizioni devono far sentire un corale no a difesa non solo delle democrazia, ma anche di un’altra idea di umanità. 
Luigi de Magistris

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