martedì 4 gennaio 2011

Tasse venete e miraggio federalista
"Non metteremo le mani in tasca agli italiani": l'ossessivo mantra berlusconiano, che fino alla noia abbiamo sentito recitare dal premier migliaia di volte negli ultimi tre lustri, sta per cadere definitivamente e ufficialmente. La pressione fiscale è aumentata surrettiziamente negli ultimi anni, ma adesso le mani in tasca agli italiani, con un aumento di tasse ope legis, sta per essere certificato nientemeno che dal governatore del Veneto Luca Zaia. Tutti i redditi in regione saranno assoggettati a un'addizionale Irpef dello 0,9 per cento per far fronte al buco della sanità, che costa 10 miliardi e produce un disavanzo di mezzo miliardo di euro all'anno.

L'addizionale Irpef precedente, che era dello 0,5 per cento sui redditi superiori ai 29.500 euro, era stata abolita dal precedente governatore del Pdl Giancarlo Galan, attuale ministro dell'Agricoltura, accusato adesso dai  carissimi nemici leghisti di aver avvelenato i pozzi, disastrando la sanità e privando la regione per le sue personali ragioni elettorali di un cespite essenziale. Ma si dà il caso che l'assessorato regionale alla Sanità, durante il sultanato Galan, sia stato ricoperto anche da Flavio Tosi, attuale sindaco leghista di Verona.

Il disastro era da lungo tempo annunciato, tanto che il ministro dell'Economia aveva dovuto spedire in Veneto i suoi ispettori. I quali contestarono "gravi e numerose irregolarità negli appalti, illegittimi affidamenti di contratti a trattativa privata, eccessivo ricorso a forniture senza gara pubblica,
artificioso frazionamento degli importi contrattuali per restare sotto le soglie di legge, rapporti illegittimi con le cliniche private". Da Belluno a Padova, da Verona a Venezia, sono numerose le storiacce su cui indagano le procure per rimborsi-truffa ai privati, sprechi, assunzioni clientelari, appalti pilotati e tangenti. Tutto ciò sarebbe potuto accadere senza l'attiva complicità della Lega ? Fu l'assessore Tosi a licenziare l'avvocato Mario Degli Antonini, capo dell'ufficio legale degli ospedali di Verona, per aver diffuso "insolenze sulla stampa". Che cosa mai disse l'insolente ? Che nella sanità gli appalti centralizzati "hanno aggravato sprechi, ritardi e disservizi".

Per contrappasso, Zaia adesso deve mettere le mani in tasca ai veneti con la nuova addizionale che si prevede partirà in aprile. Sarà per questo, più che per l'araba fenice del federalismo, che Umberto Bossi, cui non difetta il naso, si lagna: "La gente è un po' incazzata anche con me". Non soltanto con quel "bauscione" di Berlusconi.
a.statera@repubblica.it
(04 gennaio 2011)


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