Sit-In di solidarietà di Libera sotto Gazzetta
09/01/2011 15:54
BAS"E' diritto dei cittadini sapere, è dovere dei cronisti raccontare" Con questo motto Libera Basilicata darà vita, oggi alle 18, a un sit in di solidarietà sotto la sede di Potenza della Gazzetta del Mezzogiorno in Piazza Mario pagano.
La manifestazione fa seguito a quanto accaduto ieri, con il giornalista della Gazzetta del Mezzogiorno, Fabio Amendolara, perquisito in redazione, a casa e in auto. Sequestrato il suo archivio relativo alle indagini sull'assassinio di Elisa Claps. Tutti i documenti contenenti la parola “Claps” raccolti in dieci anni di attività professionale sono stati sottratti al giornalista.
"La libertà di stampa - sostiene Libera - è a rischio anche senza la “legge bavaglio” e in Basilicata basta fare il nome “Restivo” qualche volta di troppo per finire nei guai. La storia di Elisa Claps, la sua triste morte, le indagini a singhiozzo e soprattutto la presenza di un “terzo livello” che ha consentito coperture e depistaggi, l'hanno fatta diventare una storia di tutti. E' di interesse pubblico capire cosa è davvero successo a Elisa e conoscere i nomi di chi continua a ucciderla ogni giorno da quasi 18 anni.
Un giornalista - continua l'associazione - non deve esimersi dal raccontare tutto ciò che può far luce e portare finalmente alla verità dei fatti. Il diritto d'informazione è garantito dalla Costituzione e quando si attenta alla sua legittimità, si attenta alla democrazia e al nostro stato di Diritto".
La manifestazione fa seguito a quanto accaduto ieri, con il giornalista della Gazzetta del Mezzogiorno, Fabio Amendolara, perquisito in redazione, a casa e in auto. Sequestrato il suo archivio relativo alle indagini sull'assassinio di Elisa Claps. Tutti i documenti contenenti la parola “Claps” raccolti in dieci anni di attività professionale sono stati sottratti al giornalista.
"La libertà di stampa - sostiene Libera - è a rischio anche senza la “legge bavaglio” e in Basilicata basta fare il nome “Restivo” qualche volta di troppo per finire nei guai. La storia di Elisa Claps, la sua triste morte, le indagini a singhiozzo e soprattutto la presenza di un “terzo livello” che ha consentito coperture e depistaggi, l'hanno fatta diventare una storia di tutti. E' di interesse pubblico capire cosa è davvero successo a Elisa e conoscere i nomi di chi continua a ucciderla ogni giorno da quasi 18 anni.
Un giornalista - continua l'associazione - non deve esimersi dal raccontare tutto ciò che può far luce e portare finalmente alla verità dei fatti. Il diritto d'informazione è garantito dalla Costituzione e quando si attenta alla sua legittimità, si attenta alla democrazia e al nostro stato di Diritto".
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