mercoledì 5 gennaio 2011

Aspettando la Befana
a Montescaglioso è
la notte dei Cucibocca
  È la notte dei Cucibocca a Montescaglioso. I misteriosi figuri in abiti scuri avvolti da ampi mantelli e con cappellacci di paglia e barbe folte si annunciano con il rumore delle catene spezzate che trascinano ai piedi e con la luce di lampade ad olio che portano in un paniere. In una mano stringono uno smisurato ago dal quale penzola una cordicella. Minacciano di cucire la bocca dei bambini, spaventandoli e costringendoli ad andare a letto per lasciare campo libero alla Befana che il giorno dopo potrà portare i suoi doni.

Da 12 anni l’antica tradizione si perpetua ininterrottamente per iniziativa di Cooperattiva, Centro di educazione ambientale e Parco Murgia che l’hanno recuperata quando sembrava condannata a scomparire tra i ricordi dei più grandi. Oggi la manifestazione, inserita nel calendario natalizio, viene riproposta con la collaborazione del Comune, del Gruppo femminile della Croce Rossa Italiana e dall’associazione Le Famiglie Risorsa.

Il programma prevede il rito della vestizione, alle 19.30, nell’abbazia benedettina di San Michele Arcangelo, un rituale che dallo scorso anno è stato aperto alla presenza del pubblico, mentre dalle 20.30 alle 23 i cucibocca circoleranno tra i vicoli del centro storico. In piazza Roma e nei dintorni sarà possibile degustare i “nove bocconi” del cucibocca, cioè le 9 cose che bisogna mangiare la vigilia della Befana per propiziare benessere e salute nel nuovo anno, con l’accompagnamento musicale delle zampogne e delle ciaramelle. Incerte le origini di questo rito.

Un’antica credenza vuole che la figura del cucibocca ricordi la strage degli innocenti ordinata da Erode per uccidere Gesù Bambino. Secondo altre ipotesi, il personaggio sarebbe stato inventato dai salariati sfruttati che, per una sera, mascherandosi, irrompevano nel palazzo padronale durante la ricca cena detta delle "nove cose" e come per una sete di giustizia, pur facendo i giullari ballando e cantando, prendevano dalla ricca tavola imbandita tutto quello che capitava sottomano.

Un’altra tesi vuole che il rituale discenda dal calendario ortodosso-bizantino, che celebra San Simeone lo Stilitita, che prima di relegarsi sulla cima di una colonna alta 20 metri, alla ricerca di profonda solitudine, si era fatto legare ad un piede una catena fissata nella roccia. Ma nessuna spiegazione trova l’atto della cucitura delle bocche.

Per ulteriori informazioni sulla manifestazione, tel. 334/836.00.98 o su internet www.montescaglioso.net/node/1324

Fonte: la gazzetta del mezzogiorno

Nessun commento:

Posta un commento