Appello Fiom, l’adesione di Articolo 21: “Battaglia liberale a difesa della Costituzione. Fermiamo il contagio del modello Marchionne”
Non una, ma mille firme vorremmo poter mettere sotto l'appello lanciato da Micromega.
L'associazione Articolo 21, con il suo presidente Federico Orlando e con il segretario Tommaso Fulfaro, non solo lo condivide, ma lo ritiene parte della più generale bataglia per tutelare la Costituzione, per difendere il principio di uguglinza, per tutelare il diritto alla libera circolazione dele opinioni, anche le più radicali.
Se non è questa una battaglia liberale, quale mai sarà?
Qui non si tratta tanto di aderire alle posizioni di un sindacato e tanto meno di iscriversi al polo che non c'è, quanto di respingere l'idea che una persona, chiunque essa sia, possa imporre le sue condizioni alla comunità nazionale.
Su questo punto, dentro Articolo 21, sono tutti concordi, liberali e comunisti, cattolici e valdesi, ebrei e atei militanti.
"O si vota si, o salterà Mirafiori", più o meno così il signor Marchionne ha liquidato critiche e perplessità. Chiunque dovesse decidere di votare No, si assumerà il peso di un autolicenziamento, di un tradimento della propria famiglia, condannata a disagi e povertà crescenti. Questo sarebbe un libero voto? Questa sarebbe la libera espressione delle volontà dei lavoratori e delle lavoratrici della Fiat? Che senso ha più una consultazione visibilmente truccata? Se e quando il principio sarà passato a Torino, perchè mai non dovrebbe generare un contagio? Perchè non procedere ad una riduzione generalizzata dei diritti e della stessa rappresentanza sindacale?
Per questo non basta solidarizzare, ma bisona attivarsi in ogni modo affinche questa vicenda assuma i contorni di una grande questione nazionale e democratica.
L'appello di Micromega non solo va sottoscritto, ma anche diffuso, per questo come associazione abbiamo deciso non solo di partecipare alla raccolta delle adesioni, ma anche di chiedere a tutti i siti, a tutti i blog, di fare altrettanto, di promuorere la partecipazione, di incentivare in ogni forma questa campagna di solidarietà politica, sociale, civile.
Allo stesso modo sarebbe opportuno che le tante associazioni del cinema, dello spettacolo, della cultura, del giornalismo che da tempo stanno lottando contro le censure, i tagli e i bavagli, trovassero il modo migliore per fare sentire meno soli quelli che hanno deciso di opporsi alla "tristissima macchina da guerra" allestita da Marchionne e dalla vastissima compagnia trasversale che lo sostiene.
Il duello, anche dal punto di vista mediatico, è assolutamente impari, uno dei contendenti compartecipa alla proprietà dei media e gode del pieno appoggio della compagnia del conflitto di interessi, l'altro deve contare solo sulle sue forze e sulla onestà intellettuale di quei giornalisti che non hanno ancora rinunciato a dare un volto e una voce a tutte le posizioni in campo.
Nei giorni scorsi il ministro Maroni ha potuto usufruire di ore e ore di trasmissione per replicare ai pochi minuti che Roberto Saviano aveva meritoriamente dedicato alla penetrazione della mafia anche nelle roccaforti leghiste.
Per queste ragioni, insieme a Vincenzo Vita, abbiamo chiesto alla autorità di garanzia di vigilare affinchè il punto di vista della Fiom non sia cancellato dalla rappresentazioni mediatiche e sia garantita una parità di accesso da qui al referendum.
Forse servirà a poco, ma non bisogna lasciare nulla di intentato
Chiunque ne avesse voglia potrà aderire a questa lettera esposto firmando sul sito di Articolo 21 o facendo sentire la sua voce in tutti i modi possibili alla medesima Autorità di garanzia, ai centralini della Rai, ovunque sarà cancellato o deformato il pensiero di chi non intende inchinarsi di fronte agli ordini del cavalier Marchionne
Giuseppe Giulietti
L'associazione Articolo 21, con il suo presidente Federico Orlando e con il segretario Tommaso Fulfaro, non solo lo condivide, ma lo ritiene parte della più generale bataglia per tutelare la Costituzione, per difendere il principio di uguglinza, per tutelare il diritto alla libera circolazione dele opinioni, anche le più radicali.
Se non è questa una battaglia liberale, quale mai sarà?
Qui non si tratta tanto di aderire alle posizioni di un sindacato e tanto meno di iscriversi al polo che non c'è, quanto di respingere l'idea che una persona, chiunque essa sia, possa imporre le sue condizioni alla comunità nazionale.
Su questo punto, dentro Articolo 21, sono tutti concordi, liberali e comunisti, cattolici e valdesi, ebrei e atei militanti.
"O si vota si, o salterà Mirafiori", più o meno così il signor Marchionne ha liquidato critiche e perplessità. Chiunque dovesse decidere di votare No, si assumerà il peso di un autolicenziamento, di un tradimento della propria famiglia, condannata a disagi e povertà crescenti. Questo sarebbe un libero voto? Questa sarebbe la libera espressione delle volontà dei lavoratori e delle lavoratrici della Fiat? Che senso ha più una consultazione visibilmente truccata? Se e quando il principio sarà passato a Torino, perchè mai non dovrebbe generare un contagio? Perchè non procedere ad una riduzione generalizzata dei diritti e della stessa rappresentanza sindacale?
Per questo non basta solidarizzare, ma bisona attivarsi in ogni modo affinche questa vicenda assuma i contorni di una grande questione nazionale e democratica.
L'appello di Micromega non solo va sottoscritto, ma anche diffuso, per questo come associazione abbiamo deciso non solo di partecipare alla raccolta delle adesioni, ma anche di chiedere a tutti i siti, a tutti i blog, di fare altrettanto, di promuorere la partecipazione, di incentivare in ogni forma questa campagna di solidarietà politica, sociale, civile.
Allo stesso modo sarebbe opportuno che le tante associazioni del cinema, dello spettacolo, della cultura, del giornalismo che da tempo stanno lottando contro le censure, i tagli e i bavagli, trovassero il modo migliore per fare sentire meno soli quelli che hanno deciso di opporsi alla "tristissima macchina da guerra" allestita da Marchionne e dalla vastissima compagnia trasversale che lo sostiene.
Il duello, anche dal punto di vista mediatico, è assolutamente impari, uno dei contendenti compartecipa alla proprietà dei media e gode del pieno appoggio della compagnia del conflitto di interessi, l'altro deve contare solo sulle sue forze e sulla onestà intellettuale di quei giornalisti che non hanno ancora rinunciato a dare un volto e una voce a tutte le posizioni in campo.
Nei giorni scorsi il ministro Maroni ha potuto usufruire di ore e ore di trasmissione per replicare ai pochi minuti che Roberto Saviano aveva meritoriamente dedicato alla penetrazione della mafia anche nelle roccaforti leghiste.
Per queste ragioni, insieme a Vincenzo Vita, abbiamo chiesto alla autorità di garanzia di vigilare affinchè il punto di vista della Fiom non sia cancellato dalla rappresentazioni mediatiche e sia garantita una parità di accesso da qui al referendum.
Forse servirà a poco, ma non bisogna lasciare nulla di intentato
Chiunque ne avesse voglia potrà aderire a questa lettera esposto firmando sul sito di Articolo 21 o facendo sentire la sua voce in tutti i modi possibili alla medesima Autorità di garanzia, ai centralini della Rai, ovunque sarà cancellato o deformato il pensiero di chi non intende inchinarsi di fronte agli ordini del cavalier Marchionne
Giuseppe Giulietti
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