giovedì 13 gennaio 2011

TARANTO
Diossina, l'sos degli ambientalisti
"Cozze e ostriche a rischio"
Una concetrazione di diossine e policlorobifenili che raggiunge i 13,5 picogrammi per grammo contro il limite di 8 (+69%). La denuncia della onlus Fondo Antidiossina che ha fatto analizzare i mitili. Vendola convoca una riunione con i rappresentanti degli enti locali, Asl e Arpa
La concentrazione di diossine e Pcb (policlorobifenili) nei frutti di mare (ostriche e cozze) prelevati dai fondali nel Mar Piccolo di Taranto e analizzati dal laboratorio Inca (Consorzio Interuniversitario Nazionale di Chimica per l'Ambiente) di Venezia su commissione della onlus Fondo Antidiossina Taranto raggiungono i 13,5 picogrammi per grammo quando la legge fissa un limite di 8. C'è uno sforamento quindi del +69%. Lo ha hanno annunciato nel corso di una conferenza stampa il presidente del Fondo Antidiossina Fabio Matacchiera e il presidente provinciale di Peaclink Alessandro Marescotti. Il Fondo antidiossina di Taranto, grazie a donazioni, ha potuto compiere autonomamente l'indagine e ha sottoposto ad analisi per rilevare la presenza di diossina il latte materno, le lumache e i molluschi.

I risultati di oggi mettono in allerta anche il ministero della Salute. Aldilà delle vicende tedesche, per le quali il ministro Ferruccio Fazio ha chiesto alle Regioni un monitoraggio dei siti di interesse nazionale che possono essere fonte di dispersione di diossina nell'aria e nell'ambiente, un prima questione aperta è proprio quella della contaminazione delle cozze a Taranto: "Aspettiamo comunicazioni ufficiali dalla Regione - ha chiarito Silvio Borrello, direttore generale per la sicurezza degli alimenti del ministero- naturalmente se fosse confermata la positività chiederemo il ritiro immediato di questi prodotti dal commercio. Proprio per questi episodi abbiamo predisposto un programma di monitoraggio dei siti di interesse nazionale, in collaborazione col ministero dell'Ambiente".

I risultati delle analisi - "Le analisi - hanno precisato i due ambientalisti parlando degli accertamenti compiuti sui frutti di mare - non riguardano, quindi, i mitili di allevamento su palo e su galleggiante long-line che godono di una situazione presumibilmente migliore, in quanto non poggiano sul fondale. La diossina non è idrosolubile". "Può essere assorbita dai molluschi - hanno aggiunto - se i fondali inquinati vengono smossi. Diossine e Pcb dei mitili possono passare alle orate e ai saraghi che si nutrono delle cozze del fondale". I relatori hanno evidenziato "che lo scopo delle indagini svolte è quello di puntare alla tutela del mare e non di penalizzare i mitilicoltori, che invece vanno supportati adeguatamente perchè possano svolgere le loro attività in un ecosistema non inquinato e non contaminato".
L'intervento della Regione Puglia - Il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, ha convocato un incontro tecnico per analizzare la situazione. Si è deciso di istituire una "cabina di regia permanente, allargata alle più varie competenze", con l'obiettivo di "valutare gli eventuali provvedimenti da adottare per tutelare la salute pubblica e continuare nel lavoro di monitoraggio della diossina da parte del tavolo tecnico permanente istituito un anno e mezzo fa". Al tavolo tecnico hanno partecipato gli assessori regionali Fiore e Nicastro, i rappresentanti degli enti locali (Comune e Provincia di Taranto), della Asl e dell'Arpa. Durante l'incontro sono stati anche diffusi i dati ufficiali in possesso della Regione Puglia, trasmessi dalla Asl di Taranto, dai quali risulta che "i parametri analizzati (Pcb e diossine) sono inferiori ai limiti previsti nel regolamento (Ce) n.1881/2006 per la commercializzazione".
I Verdi: "Taranto bomba ecologica" - "Abbiamo chiesto all'Ue di fare controlli a Taranto" sulla diossina. Così il presidente dei Verdi, Angelo Bonelli, che ha giudica "estremamente allarmanti i dati sulla contaminazione da diossina resi noti oggi dal Fondo antidiossina di Taranto e da Peacelink". "Abbiamo chiesto alla Commissione europea, attraverso il gruppo dei Verdi europei - spiega Bonelli - la predisposizione di una commissione d'indagine che si rechi nel più breve tempo possibile a Taranto per fare controlli approfonditi ed indipendenti sulla situazione dell'inquinamento ed in particolare sulla contaminazione da diossine". Secondo il presidente dei Verdi "Taranto continua ad essere una bomba ecologica ed un pericolo continuo per la salute dei cittadini". L'ultima misurazione sull'Ilva, ha detto Bonelli, "risale allo scorso febbraio, ossia a circa un anno fa. Le misurazioni in continuo dei livelli di inquinamento restano un miraggio ed il Rapporto ambiente sullo stato dell'inquinamento è stato redatto proprio dall'Ilva". In questo quadro, è "davvero sconcertante che il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, non abbia ancora risposto alla nostra richiesta di un'indagine epidemiologica, di competenza delle istituzioni regionali, sulla popolazione di Taranto per accertare il nesso di causalità tra morti ed inquinamento".
 
(13 gennaio 2011
Fonte :Repubblica



Nessun commento:

Posta un commento