giovedì 13 gennaio 2011

EVASIONE FISCALE
Lista Falciani, indagano 120 procure
"È la fotografia dell'Italia che evade"
Un terzo dei titolari dei conti svizzeri ha aderito allo scudo fiscale. Altri nomi noti, da Claudio Panatta a Eduardo Montefusco, titolare di Rds
di CARLO BONINI
ROMA - Ora che il segreto ha cominciato a cedere, raccontano che i 5.595 nomi della "lista Falciani" con i loro 5 miliardi e mezzo di euro di depositi nella filiale ginevrina della "Hsbc" siano "la fotografia dell'Italia della porta accanto". Che quel "database della vergogna" documenti drammaticamente la "normalità dell'evasione fiscale", la sua "sistematicità" in intere aree produttive del Paese. Come la Brianza, il varesotto e il comasco, dove - riferisce chi ha avuto accesso alla lista - "figurano come correntisti della Hsbc interi blocchi familiari delle piccola e media impresa lombarda. Come pure della borghesia delle libere professioni. Dal nonno ai nipoti". Evasori per cifre importanti (mediamente tra i 10 e i 20 milioni di euro), impermeabili alla ciclicità dei condoni, se è vero, come ha sin qui accertato la Guardia di Finanza, che di quegli oltre cinquemila esportatori di valuta, solo un terzo (circa 1.500) ha aderito allo scudo fiscale.

Certo, c'è qualcuno meno anonimo degli altri. E così nel florilegio di nomi di queste ore, si infoltisce la pattuglia dei "vip" documentati dalla lista. Della "Hsbc" di Ginevra è stata cliente la nobildonna Maria Cristina Saint Just di Teulada, classe 1937, e come lei Eduard Egon Furstenberg, figlio di Clara Agnelli (la sorella di Umberto e Gianni), stilista di alta moda, scomparso per malattia nel giugno del 2004. Ma un conto lo hanno avuto anche il conte Giovanni Auletta
Armenise, barese di nascita, romano di residenza, classe 1931, Cavaliere del lavoro dal 1988, soprattutto patron della Banca Nazionale dell'Agricoltura (di cui è stato presidente fino al 1995) e Claudio Cavazza, 76 anni, Cavaliere del Lavoro come Armenise e presidente della Sigma-Tau, la seconda industria farmaceutica del Paese.

Non è tutto. Raccontavamo ieri di Cesare Pambianchi, presidente della Confcommercio di Roma ("Il conto risale agli inizi dell'anno 2000 - è stata la sua replica - quando, allo scopo di costruire un centro benessere di primo livello adiacente al "Grand hotel du Golf", nella nota località elvetica di Crans Montana, fu costituita una società di diritto svizzero, la "S&B International sa", controllata da una società italiana e governata da un Cda nel quale ricoprivo la carica di presidente"). Ma, ora, nella lista Falciani appare un secondo nome di peso della realtà produttiva della capitale. Il vicepresidente dell'Unione Industriali di Roma con delega all'expo di Milano 2015, Eduardo Montefusco, napoletano di nascita, 57 anni, editore e presidente di "Radio Dimensione suono spa", direttore della testata giornalistica "Rds news", vicepresidente dell'Associazione per la radiofonia Digitale in Italia ("Repubblica" ha provato a rintracciarlo nella giornata di ieri, senza avere risposta).

Va da sé che non poteva mancare qualche "sportivo". E il nome è quello del tennista romano Claudio Panatta, 50 anni, 8 volte in coppa Davis, fratello del più noto Adriano. E questo mentre dalla lista emergono nuovi dettagli sulle "posizioni" di alcuni dei correntisti di Hsbc di cui "Repubblica" ha dato conto ieri. Se infatti il professor Francesco Lefebvre D'Ovidio "nega di aver mai intrattenuto rapporti con Hsbc" e se la "Hausmann&co srl", la "Hausmann condotti srl" e la "Hausmann Trident srl" "smentiscono categoricamente di aver mai avuto rapporti finanziari con Hsbc e che il signor Pietro Hausmann sia legato in qualsiasi modo, diretto o indiretto con le attività di orologeria e gioielleria svolte a Roma", salta fuori che, nella filiale ginevrina della banca, oltre al conto intestato allo scomparso regista Sergio Leone, ne risulta un secondo di cui è titolare il figlio Andrea. Entrambi per un importo nominale di 3 milioni di euro ciascuno. Mentre la disponibilità del conto di Stefania Sandrelli sarebbe stata di circa 400 mila euro.

Naturalmente, il lavoro della Guardia di Finanza sulla "lista" (e di conseguenza quello delle 120 Procure che hanno aperto procedimenti per evasione fiscale nei confronti dei 5 mila correntisti) è tutt'altro che prossimo a una conclusione. Non fosse altro perché è appena cominciata l'analisi delle posizioni di tutti quei correntisti i cui saldi contabili al 31 dicembre del 2006 (data in cui il database è stato trafugato da Falciani) ammontavano a "0" e dunque per i quali la legge non prevede la "presunzione di evasione". Si tratta, verosimilmente, di conti "svuotati" nel tempo e di cui ora si cercheranno di ricostruire i flussi.
 Fonte: Repubblica

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