giovedì 9 dicembre 2010

Petrolio e sviluppo

Petrolio in Basilicata
Destinati ad altro
i fondi Eni
per il monitoraggio
di ANTONELLA INCISO 
POTENZA - Si sà: in tempi di
«vacche magre» i soldi vanno
 utilizzati nel migliore dei modi.
 E se l’annuncio dell’impiego
dei fondi del petrolio per
fronteggiare i tagli disposti
 dal Governo nazionale fatto
 dal presidente De Filippo ha
provocato la reazione di
 qualcuno (una sparuta
minoranza per la verità), è altrettanto vero che non è la prima
 volta che i soldi derivanti dal greggio vengono “stornati” da
una voce all’altra. È il caso di una parte dei soldi che l’Eni versa
 in base all’accordo con la Regione a titolo di compensazione per le estrazioni
 petrolifere. Per il 2009 e il 2010, infatti, le risorse destinate a due di queste risorse
 sono state dirottate su altro.

In particolare, l’accordo Eni - Regione prevede un’ erogazione di finanziamenti
da parte della società petrolifera da destinare a tre voci: la compensazione
ambientale, lo sviluppo sostenibile e la gestione del sistema di monitoraggio
ambientale. Per le ultime due voci, però, i fondi non sono stati mai utilizzati o
 più precisamente nelle uniche occasioni in cui sono stati erogati sono stati
impiegati per altro.

Nell’ultimo biennio, infatti, la Giunta regionale - con le delibere 1023 e
 1525 del 2009 e 1638 e 1674 del 2010, ha impiegato le risorse annue trasferite
dall’Eni e destinate alle prime due voci «per finanziare i progetti predisposti e
gestiti dalle Regione o da enti delegati, diretti alla compensazione ambientale
con interventi di rimboschimento, ricostruzione o manutenzione della
 vegetazione nelle zone interessate dalle perforazioni e in aree protette
 quali “bioitaly” e il parco nazionale appennino lucano».

In tutto 5 milioni di euro l’anno, divisi in circa 2 milioni di euro per lo
sviluppo sostenibile e 3 milioni di euro per il monitoraggio.
Una somma non indifferente (ottenuta per la prima volta nel 2009
 considerato che dal 1998 al 2008 non sono stati dati per una clausola sospensiva)
che però nei fatti - solo per il 2010, ad esempio, è stata assorbita quasi
completamente dalla voce «lavoro». Il che tradotto in termini più semplici
significa che i soldi sono stati utilizzati prevalentemente per il costo della
 manodopera che viene impiegata in attività di forestazione.

Insomma, con i fondi del monitoraggio ambientale e dello sviluppo sostenibile
 sono stati pagati gli operai forestali che lavorano nelle Comunità Montane.
Il tutto, tra l’altro, nonostante proprio per la voce «compensazione ambientale»
 la Regione abbia ottenuto dall’Eni e per tutto un decennio
 (sino al 2008 ed a partire dal 1998) undici miliardi di vecchie lire.
 «Questi soldi rappresentano un bel sì a quell’ammortizzatore sociale
 che è rappresentato dalla forestazione» tuona l’opposizione in
Consiglio regionale che sulla vicenda ha anche presentato una mozione
 in cui chiede «di non modificare la destinazione delle
 risorse spettanti per il 2011».

«Da tutto ciò si ricava una sola considerazione –
precisa il consigliere regionale del Pdl, Gianni Rosa –
in Basilicata non esiste una reale programmazione e le risorse
 dirette ed indirette rivenienti dall’estrazione del petrolio sono gestite
così in malo modo che non creano alcun ritorno in termini di sviluppo.
È emblematico che la Regione Basilicata non abbia un progetto
strategico di politica ambientale, infatti, invece di provvedere con altre
risorse di bilancio a finanziare il piano di forestazione, si arriva addirittura
 a variare il protocollo di intesa sottoscritto con l’Eni, poi De Filippo
 asserisce che non ha alcun potere contrattuale con l’Eni - conclude Rosa –
preferendo congelare e non programmare su questioni strategiche
 per l’ambiente oppure investire su ipotesi di sviluppo della green ecology.
Reputiamo questo l’ennesimo caso uno spreco di danaro pubblico da parte
del Governo De Filippo, che in assenza di qualunque progetto politico per
 la Basilicata, continua ad operare con atti estemporanei. Per il 2011
 la scusa già è pronta: il Governo Berlusconi taglia e la Basilicata è
costretta ad utilizzare le risorse del petrolio per la spesa corrente».
DIRITTO DI REPLICA: LA REGIONE E LO SVILUPPO
SOSTENIBILE FATTO CON I FONDI DEL PO VAL D’AGRI 

«I 5 milioni di euro destinati alla forestazione per il 2010 e il 2009
 sono il frutto di un’opera di “moral suasion” portata avanti dal presidente
 De Filippo nei confronti dell’Eni».
 È quanto fa sapere la Regione in merito alla
 vicenda dei soldi dell’Eni per la forestazione.

«Il protocollo tra Regione ed Eni era articolato su 12 accordi attuativi.
 Il primo, relativo alla compensazione ambientale prevedeva
un contributo di 11 miliardi di vecchie lire per 10 anni - precisa la Regione –
così l’ultimo piano di forestazione finanziato con queste risorse
è stato quello del 2008.
Il progetto sullo sviluppo sostenibile, invece, era soggetto
ad una “clausola di sospensiva” secondo cui l’Eni avrebbe
dovuto erogare i 4 miliardi di lire all’anno dall’entrata in funzione
del Centro Oli di Viggiano solo quando fossero stati perfezionati
tutti gli adempimenti a carico della pubblica amministrazione.
 Adempimenti, soprattutto sul versante municipale,
non ancora portati a termine.
 Ciò nonostante la Regione è riuscita ad ottenere
 dall’Eni 2 milioni di euro per il 2009 e per il 2010».

«La stessa cosa è avvenuta per il monitoraggio che prevede
 3 milioni di euro per 15 anni dall’entrata in funzione del sistema
di monitoraggio ambientale, da realizzare con un finanziamento
una tantum di 10 miliardi di lire - aggiunge la Regione - sistema
ora in fase di realizzazione. Non essendo entrato in funzione il
sistema di monitoraggio, l’Eni non sarebbe stata tenuta a versare
i 5 milioni di euro. Convincerli è stato quindi un atto di virtuosa
diplomazia istituzionale - conclude la nota - che ha consentito
alla Regione di non interrompere la forestazione scaduta nel 2008,
la quale al di là degli aspetti occupazionali, importanti per i
quasi 5000 addetti del settore, consente di preservare uno dei “tesori”
più preziosi della Basilicata: l’ambiente. Non va dimenticato, poi,
 che gli interventi previsti dal protocollo “sviluppo sostenibile” sono
stati realizzati attraverso il Programma operativo val D’Agri,
con 350 milioni di euro messo a disposizione dei 30 comuni dell’area».

Fonte:la gazzetta del mezzogiorno

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