giovedì 30 dicembre 2010

Oggi in Basilicata

Sanità; Martorano: riequilibrio fondi per tenuta complessiva
29/12/2010 19:59I nuovi criteri garantiscono equità e sostenibilità per tutte le strutture. Investimenti sui territori confermando ruolo strategico di San Carlo e Crob
AGR“Il riparto del 2011, nel riconoscere al San Carlo oltre 48 milioni di euro, non fa altro che riportare la quota di finanziamento al livello del 2008, anno in cui l’Azienda chiudeva il suo esercizio con una perdita di circa 3 milioni di euro, mentre nel 2009, a fronte di un incremento di circa 13 milioni chiudeva il suo esercizio con un avanzo di circa 1 milione di euro. In un clima di ristrettezze, con il fondo regionale che era e resta sottodimensionato nel suo complesso rispetto ai reali fabbisogni, tutti sono chiamati a esercitare le virtù di razionalizzazione di cui hanno dimostrato di essere capaci”.
L’assessore regionale alla Salute, Attilio Martorano, è convinto che la ripartizione fatta abbia criteri di sostenibilità ed equità per tutte le realtà del servizio sanitario regionale. “Se di penalizzazione si può parlare – spiega - è giusto riferirsi a tutto il sistema, senza avventurarsi in opinabili gradazioni di importanza tra soggetti sanitari differenti e tutti indispensabili alla sanità regionale”.
Per quel che riguarda l’unica azienda ospedaliera regionale, Martorano assicura che “il San Carlo continuerà a svolgere, con le capacità sanitarie e gestionali che gli sono proprie un’ efficace azione di gestione delle risorse, ma nel contempo condividendo fino in fondo la responsabilità di accompagnare, insieme a tutte le altre componenti del sistema sanitario regionale, una politica di contenimento e di razionalizzazione dei costi, senza ricorrere ad inutili allarmismi, ma continuando a dimostrare senso di responsabilità e spirito di appartenenza ad un unico sistema”.
“Detto ciò – continua l’assessore - non sfugge a nessuno che l’Ospedale San Carlo è e resta l’unica struttura regionale di riferimento, una missione delicata e difficile che vogliamo sostenere e portare avanti con determinazione verso importanti percorsi di miglioramento della qualità e dell’appropriatezza delle prestazioni, anche in una condizione di minore agio finanziario. Su questo l’impegno del governo regionale è totale perché sappiamo che il sistema sanitario che abbiamo disegnato non può reggere senza questo centro di eccellenza”.
Dall’assessore, infine, viene un invito a evitare visioni parziali del problema. “Ciò che davvero conta per i cittadini – spiega – è come si traduce in termini di servizi il risultato complessivo del bilancio regionale in sanità, cioè la somma di tutti i bilanci delle aziende sanitarie. Se alla fine il risultato sarà attivo sarà possibile mantenere e potenziare i servizi, anche facendo spostamenti di risorse, se invece il conto complessivo sarà negativo poco importerà se una singola azienda ha i conti in ordine e si dovrà procedere a tagliare, eventualità che dobbiamo scongiurare”.


Nel 2011 le risorse per la Salute si spostano più sul territ
29/12/2010 19:58La giunta approva il riparto provvisorio del fondo sanitario per il 2011 che prevede un riequilibrio delle risorse in favore delle due Aziende sanitarie provinciali
AGRIl riparto provvisorio del fondo sanitario regionale per l’anno 2011 ha introdotto alcuni elementi correttivi che puntano dichiaratamente ad una più equa ripartizione delle risorse tra le aziende sanitarie locali, San Carlo e Crob di Rionero, avviandoci verso l’adozione di criteri di maggiore trasparenza, in linea con le metodologie predisposte dall’Agenzia Nazionale della Sanità.
Il riparto effettuato si pone l’obiettivo di riequilibrare le risorse. Del totale di poco più di 1.006 milioni del fondo, circa 612 milioni sono andati alla Azienda Sanitaria di Potenza, 339 a quella di Matera, un po’ più di 48 all’Azienda Ospedaliera San Carlo di Potenza e circa 6 milioni e mezzo a Crob di Rionero.
La dotazione finanziaria delle due aziende sanitarie provinciali serve a pagare tutte le prestazioni dei residenti sui rispettivi territori (incluse quelle che vengono riconosciute a San Carlo e Crob quando effettuano prestazioni in favore di pazienti delle due province), mentre l’assegnazione alle altre due aziende non territoriali sono finalizzate a sostenere le funzioni non direttamente riconducibili a singole prestazioni (ad esempio i servizi di emergenza, che pur in caso di assenza di pazienti devono restare sempre attivi e disponibili).
L’analisi di quanto avvenuto nel precedente quinquennio ha posto l’esigenza di un riequilibrio dei trasferimenti. Dal 2005 al 2009 (il 2010 è ancora in definizione tanto per i bilanci quanto per la conseguente assegnazione definitiva di risorse), a fronte di una crescita del 16,92% del fondo sanitario regionale, si è determinato un aumento dei trasferimenti di poco inferiore al 12 per cento per quel che riguarda le aziende sanitarie territoriali, e del 149% in favore delle altre due. Le nuove assegnazioni, questa volta a risorse totali praticamente invariate, portano i livelli di incremento rispetto al 2005 rispettivamente al 14 per cento per le aziende sanitarie territoriali e al 93,5% per le due non territoriali.
In particolare sull’assistenza ospedaliera dell’Azienda Ospedaliera regionale San Carlo, si è assistito negli anni ad una crescita del finanziamento integrativo che è passato da circa 21 milioni di euro nel 2005 a oltre 60 milioni nel 2009. Per il 2010, ancora provvisorio, ammonta a circa 58 milioni.
I criteri di riparto, nell’ambito delle generali politiche di contenimento della spesa che comportano per tutte le strutture esigenze di razionalizzazione, seguono comunque l’evoluzione della logica del Sistema sanitario regionale contenuta nel nuovo Piano della Salute che vede un potenziamento della medicina territoriale avvicinando le prestazioni al luogo i vita del cittadino. Sotto questo aspetto è bene sottolineare che le risorse delle due aziende sanitarie territoriali servono anche a sostenere gli ospedali che ricadono direttamente sotto il controllo di Asp e Asm. Per fare questo è stato adottato un nuovo criterio di riparto che converge su quello definito a livello nazionale dall’Agenas, ossia l’Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali, puntando alla riduzione dei costi del 3% al netto di mobilità infra-regionale e degli ammortamenti.

Ok da giunta a proposta di piano integrato Salute
29/12/2010 19:55Un contratto tra Regione e cittadini per trovare più avanzate soluzioni ai difficili rapporti tra diritti e risorse
AGR“Un nuovo impegno è stato mantenuto dal governo regionale. Ora si avvia un altro percorso di condivisione con i territori per realizzare un sistema sanitario che sia ancora più efficiente e capace di offrire ai cittadini le risposte più adeguate al loro bisogno di salute”. Lo ha detto il presidente della Regione, Vito De Filippo, commentando l’approvazione del “Piano regionale integrato della salute e dei servizi alla persona e alla comunità 2011 / 2014” avvenuta nella seduta odierna della Giunta regionale.
Il nuovo piano sanitario regionale integrato si muove nell’ottica di promuovere contestualmente le politiche sociali e quelle sanitarie valorizzando la centralità della persona e dei territori ed il ruolo delle relazioni e delle reti, ottimizzando il rapporto fra ospedali e distretti di comunità.
Il Piano integrato si articola lungo 400 pagine, individuando con precisione gli obiettivi, le azioni di innovazione, i metodi e gli strumenti di regolamentazione dei soggetti erogatori, definendo le risorse da impiegare per la garanzia di Livelli Essenziali dei Assistenza (Lea) e dei livelli essenziali delle prestazioni sociali (Liveas).
Particolare attenzione viene rivolta, inoltre, agli strumenti per valutare gli standard qualitativi, offrendo garanzia dei diritti di salute e di cittadinanza sociale che emergeranno da una rilevazione sistematica delle esigenze e dei bisogni della comunità regionale.
L'impianto realizzato parte dalla conferma e dalla valorizzazione delle scelte fatte con le politiche sanitarie in atto e con la riforma delle aziende sanitarie locali di cui alla legge 12/2008, valorizzando i distretti sanitari e le loro capacita di organizzare i servizi sul territorio. Gli obiettivi che il Piano integrato si pone, inoltre, sono quelli della valorizzazione delle progettualità aziendali e locali all’interno di strategie e regole certe; la non cristallizzazione di modelli organizzativi ed operativi che devono esse capaci di adattarsi alla continua evoluzione della domanda, dell’innovazione tecnologica e della operatività dei professionisti.
“Un piano sanitario - ha aggiunto De Filippo - rivolto, da una parte, a rafforzare la sostenibilità del nostro sistema e, dall’altra, a migliorare l’offerta dei servizi. In questo percorso nessun ospedale verrà chiuso, ma, al contrario, si procederà a una precisa valorizzazione delle loro funzioni assegnando, alle singole infrastrutture, specifici compiti e obiettivi”.
Soddisfazione per l’approvazione del nuovo piano regionale della Salute è stata espressa dall’assessore regionale, Attilio Martorano.
“Ci stiamo muovendo – ha aggiunto Martorano - valorizzando i punti di forza e riducendo i punti di debolezza del sistema sociosanitario regionale, consapevoli come siamo che la congiuntura economica e le politiche del nuovo sistema federalista richiamano tutti, istituzioni, operatori, aziende sanitarie e ospedaliere, cittadini a un ulteriore avanzamento di responsabilità finalizzato a costruire un sistema e un modello organizzativo ancora più equilibrati, senza smantellamenti, salvaguardando le infrastrutture esistenti e valorizzando le competenze ed i territori”.
“Questo programma – ha continuato Martorano – vuole avviare un processo di cambiamento, di ripensamento, di ammodernamento del sistema dei servizi, dei comportamenti professionali, dei metodi di intervento rispetto alle comunità di riferimento. Il significato politico di questo programma, al di là delle tecnicalità – è quello di un nuovo contratto sociale tra i cittadini e il sistema sanitario regionale.
Una nuova intesa tra politica e società per trovare più avanzate soluzioni ai difficili rapporti tra diritti e risorse. E’ un programma ancora aperto intorno al quale – ha concluso Martorano - riapriremo subito un confronto con i cittadini e con i territori, con le istituzioni e la politica tutta per assicurare un ampio coinvolgimento sulle scelte che riguardano l’intera comunità e un diritto essenziale come quello alla salute”.
pat

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