sabato 18 dicembre 2010

"Il Paese delle tasse e dei senza lavoro".

Ocse, in Italia tasse da record
Siamo terzi su 33 quanto a imposizione fiscale; penultimi, invece, per lavoro ai giovani
Sale il peso delle tasse in Italia: contrariamente alla maggior parte dei Paesi industrializzati, il nostro Paese ha visto aumentare dal 2008 al 2009 la pressione fiscale. Così l'Italia scala una posizione e con il 43,5% si colloca al terzo posto, subito dopo Danimarca e Svezia, Paesi che tradizionalmente associano a un welfare a tutto tondo anche un peso di tasse e contributi notevole. Nella media dei 33 Paesi Ocse, invece, la pressione fiscale si è attestata al 33,7%, «il livello più basso dagli inizi degli anni '90», fa notare l'organizzazione di Parigi.
Poco lavoro ai giovani. Se per prelievo fiscale l'Italia svetta in testa alla classifica, scivola invece alla penultima posizione, sempre tra i Paesi dell'area Ocse, per l'occupazione giovanile: con il 21,7% fa meglio solo dell'Ungheria, ferma al 18,1%, ed è ben al di sotto della media dei Paesi membri, 40,2%.
Sempre più precari. Tra i giovani occupati inoltre, riporta ancora lo studio, il 44,4% ha un impiego precario, e il 18,8% lavora solo part-time. Per quanto riguarda i disoccupati, oltre il 40% sono senza lavoro da lungo tempo, e il 15,9% appartiene al cosiddetto gruppo 'neet': nè studiano nè lavorano.
Tornando alle tasse, l'Italia nel 2009 ha superato il Belgio per pressione fiscale e ha segnato un aumento mentre in molti degli altri Paesi il rapporto entrate-Pil calava grazie agli stimoli fiscali introdotti per far fronte alla crisi economica.
I sindacati, commentando i dati, chiedono al governo di occuparsi «urgentemente» della riforma fiscale. «Una riforma strutturale del fisco va rilanciata - dice Maurizio Petriccioli della Cisl - per fornire un sostegno efficace in questa grave congiuntura economica ai lavoratori, ai pensionati e alle loro famiglie». Domenico Proietti della Uil chiede che «già all'inizio del 2011 ci sia un primo intervento di riduzione delle tasse ai lavoratori dipendenti e ai pensionati». Per Danilo Barbi della Cgil «servirebbe urgentemente una riforma che riduca il prelievo fiscale sui lavoratori, sui pensionati e sulle imprese che investono ma è veramente difficile che l'attuale governo voglia farla». Intanto è convocata venerdì 17 la prima riunione di uno dei quattro gruppi di lavoro, quello sull'erosione fiscale guidato da Vieri Ceriani, che dovranno offrire il loro contributo alla costruzione della riforma.
Scettica sul progetto l'opposizione. «La pressione fiscale in Italia continua ad aumentare - dice il responsabile economico del Pd, Stefano Fassina - mentre il governo Berlusconi continua a rinviare la riforma. I dati di oggi dell'Ocse smascherano le bugie ripetute dal presidente del Consiglio. Con il 43,5% siamo al massimo dell'ultimo quindicennio, in cima alla classifica europea».
Fonte:" Vivere"

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