L'altro Natale
La vigilia di Natale sono stato all’ex ospedale psichiatrico Leonardo Bianchi di Napoli, chiuso da anni, nel degrado più totale, una struttura immensa, abbandonata da tutte le Istituzioni, un patrimonio storico, sanitario e culturale lasciato al macero, magari per consolidare le logiche predatorie delle privatizzazioni selvagge. Sono stato, insieme a Sergio D’Angelo e Alex Zanotelli, tra i 300 operatori sociali e socio-sanitari che hanno occupato il Bianchi contro i tagli scellerati e criminali alle politiche sociali. In un momento di crisi economica la scure dei tagli colpisce i settori strategici della democrazia: cultura, scuola, università, ricerca, giustizia, sanità, politiche sociali. I soldi ci sono per le emergenze ambientali consolidate dalle cricche e dalle mafie, per i corsi di formazione professionale fantasma, per le armi, per sostenere i canali di approvvigionamento della borghesia mafiosa. Mancano per il resto. E’ in atto una strategia autoritaria che punta alla distruzione dello stato sociale di diritto. Per la borghesia opulenta al potere le malattie mentali sono devianze, i pazienti scarti sociali, malati da trattare come problema di sicurezza, non-persone, inutili per le logiche predatorie dell’avere. E’ la stessa filosofia criminale che si usa per trattare gli immigrati e i senza reddito e fissa dimora. Utilizzati da servi e spremuti dal capitale per produrre reddito, poi quando non servono come servi trattati da rifiuti sociali, da smaltire, eliminare, espellere, incarcerare, cancellare. Coloro che praticano politiche di esclusione sono gli stessi che si riempiono la bocca di valori cattolici, non conoscendo o, comunque, umiliando il verbo cristiano. Ma gli ultimi se pure non saranno i primi, dobbiamo fare in modo che siano eguali. Noi, l’inclusione, la contaminazione sociale tra diversi ma uguali. Dobbiamo lavorare sodo per distruggere politicamente un capitalismo senile che si arrocca su se stesso, appoggiato dalle mafie e dai poteri forti, per realizzare il sogno costituzionale dell’art. 3, secondo comma, della Costituzione Repubblicana. Organizziamo il dissenso tra coloro che hanno sete di giustizia; il potere famelico del regime ha paura, sente già le poltrone scricchiolare sotto il sedere; il potere deve essere dei lavoratori, dei servitori dello Stato, del popolo che lotta per i diritti. Oggi il Bianchi, ieri la scuola e le università, domani la Fiat e le fabbriche: accendiamo passioni e cuori, uniamoci per sconfiggere chi sta distruggendo la democrazia e il futuro. La vittoria dipende solo dalla nostra volontà: loro hanno il potere, ma anche la paura di chi non ha l’amore nel cuore, per loro esiste solo denaro e profitto, per noi le persone e l’essere. Noi siamo, loro hanno.
Luigi de Magistris
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