Pd e alleanze, Franceschini sul web
"Con il Terzo polo, come i partigiani"
"Con il Terzo polo, come i partigiani"
Messaggio su Facebook del capogruppo alla Camera: "Siamo al livello massimo di emergenza democratica. Prendiamo un insegnamento dalla storia: i nostri padri, prima di fare le lotte partigiane, non si domandavano 'Sei per la monarchia o per la Repubblica?'. Prima liberarono il Paese e poi iniziarono il confronto politico. Dobbiamo ragionare allo stesso modo"
ROMA - "A una situazione di emergenza si dà una risposta di emergenza e allora penso che si possa fare un pezzo di strada anche con persone e con forze politiche che vengono da storie politiche diverse dalle nostre ma che possono condividere con noi un percorso di normalità per nostro Paese". E' il messaggio del capogruppo del Pd alla Camera, Dario Franceschini, che, dopo la dura reazione della base del Pd 1 all'apertura di ieri del segretario Pier Luigi Bersani al Terzo polo 2, motiva su YouTube e sul suo profilo di Facebook questa scelta. "Siamo al livello massimo di emergenza democratica, i rischi sono fortissimi. Prendiamo un insegnamento dalla storia: i nostri padri, prima di fare le lotte partigiane, non si domandavano 'sei per la monarchia o per la Repubblica?'. Prima liberarono il Paese e poi iniziarono il confronto politico. Dobbiamo ragionare allo stesso modo"
"I momenti più difficili - spiega il capogruppo del Pd a Montecitorio - più rischiosi per tutti i sistemi che hanno delle pulsioni autoritarie dentro, e non c'è dubbio che Berlusconi ha dentro di sé delle pulsioni autoritarie, i momenti più difficili sono quando arriva il momento, si avvicina il momento di andarsene a casa. Lì ci sono i colpi di coda, e per questo nelle prossime settimane,
"I momenti più difficili - spiega il capogruppo del Pd a Montecitorio - più rischiosi per tutti i sistemi che hanno delle pulsioni autoritarie dentro, e non c'è dubbio che Berlusconi ha dentro di sé delle pulsioni autoritarie, i momenti più difficili sono quando arriva il momento, si avvicina il momento di andarsene a casa. Lì ci sono i colpi di coda, e per questo nelle prossime settimane,
nei prossimi mesi dovrà essere massima la nostra vigilanza democratica".
Secondo Franceschini il premier "tutto farà pur di non andarsene tranquillamente a casa. Potrebbe scegliere anche la strada delle elezioni anticipate, utilizzando le distorsioni di questa legge porcata che consentirebbero a lui di nominarsi questa volta soltanto deputati e senatori fedelissimi e che può consentire, con un premio di maggioranza assurdo, a chi arriva primo anche con un terzo dei voti di prendere il 55% dei seggi. E questo avverrebbe nella legislatura in cui si elegge il nuovo presidente della Repubblica".
"E se è vero che questo è un rischio, che sono rischi per la nostra democrazia, penso che a una situazione di emergenza - prosegue - si debba dare una risposta di emergenza democratica: penso che si possa fare un tratto di strada in comune anche con persone o forze politiche che vengono da storie diverse dalle nostre, che sono state nostre avversarie ma che possono condividere un percorso di normalità per il nostro paese".
L'ex segretario del Pd si dice convinto che anche dopo la fine del berlusconismo "la fase di ricostruzione dovrà essere necessariamente gestita da un arco di forze largo" e avrà bisogno di "persone che vengono da storie diverse. Anche se vincessimo noi le elezioni forse non avremmo da soli le forze per fare quello che serve".
Uno scenario di questo genere "è difficile per noi ma è difficile anche per loro, non sappiamo - ammette - come risponderanno a questa nostra proposta di responsabilità: è difficile per Fini, è difficile per Casini, è difficile per Vendola, perché tutti veniamo da storie diverse ma penso che sia il momento di far prevalere l'interesse generale".
Polemica la reazione dell'Idv che ha chiesto al Pd di decidere tra il Terzo Polo e un'alleanza con dipietristi e Vendola: "Ci chiediamo però se Franceschini non stia andando alla ricerca di scuse per evitare di rispondere alla nostra proposta strategica" attacca Leoluca Orlando.
Per Sandro Bondi, coordinatore nazionale del Pdl "il riferimento di Franceschini alla Resistenza è il segno più emblematico e allarmante di una sorta di impazzimento della dirigenza del Pd, tanto più grave e inspiegabile se pronunciato da un erede della tradizione democratico cristiana
Secondo Franceschini il premier "tutto farà pur di non andarsene tranquillamente a casa. Potrebbe scegliere anche la strada delle elezioni anticipate, utilizzando le distorsioni di questa legge porcata che consentirebbero a lui di nominarsi questa volta soltanto deputati e senatori fedelissimi e che può consentire, con un premio di maggioranza assurdo, a chi arriva primo anche con un terzo dei voti di prendere il 55% dei seggi. E questo avverrebbe nella legislatura in cui si elegge il nuovo presidente della Repubblica".
"E se è vero che questo è un rischio, che sono rischi per la nostra democrazia, penso che a una situazione di emergenza - prosegue - si debba dare una risposta di emergenza democratica: penso che si possa fare un tratto di strada in comune anche con persone o forze politiche che vengono da storie diverse dalle nostre, che sono state nostre avversarie ma che possono condividere un percorso di normalità per il nostro paese".
L'ex segretario del Pd si dice convinto che anche dopo la fine del berlusconismo "la fase di ricostruzione dovrà essere necessariamente gestita da un arco di forze largo" e avrà bisogno di "persone che vengono da storie diverse. Anche se vincessimo noi le elezioni forse non avremmo da soli le forze per fare quello che serve".
Uno scenario di questo genere "è difficile per noi ma è difficile anche per loro, non sappiamo - ammette - come risponderanno a questa nostra proposta di responsabilità: è difficile per Fini, è difficile per Casini, è difficile per Vendola, perché tutti veniamo da storie diverse ma penso che sia il momento di far prevalere l'interesse generale".
Polemica la reazione dell'Idv che ha chiesto al Pd di decidere tra il Terzo Polo e un'alleanza con dipietristi e Vendola: "Ci chiediamo però se Franceschini non stia andando alla ricerca di scuse per evitare di rispondere alla nostra proposta strategica" attacca Leoluca Orlando.
Per Sandro Bondi, coordinatore nazionale del Pdl "il riferimento di Franceschini alla Resistenza è il segno più emblematico e allarmante di una sorta di impazzimento della dirigenza del Pd, tanto più grave e inspiegabile se pronunciato da un erede della tradizione democratico cristiana
Fonte: .La Repubblica
Nessun commento:
Posta un commento