mercoledì 19 ottobre 2011

15 Ottobre : antipolitica portata all'esasperazione.......

A Berlino ho partecipato ad una delle 780 manifestazioni del 15 ottobre e poi nel pomeriggio sono venuta a Roma e ho seguito tornando ciò che stava accadendo.
La prima domanda che ci si pone è “perchè in Italia?”. I black blok ci sono sempre stati anche altrove ma in Italia arrivano sempre in un momento politico particolare. E così nelle 780 manifestazioni solo in Italia accade: io non dico che siano squadre pagate da Berlusconi, sicuramente c’è anche un po’ di questo ma c’è un fatto più grave che in Italia sono venute meno tutte le forme di mediazione sociale e politica e questo ha provocato un vuoto selvaggio dentro cui si inserisce una rabbia primordiale, il disgusto e il disincanto. E’ un fenomeno molto preoccupante: in Italia c’è un problema molto preciso.
L’antipolitica portata all’esasperazione, portata ad un certo livello è anche il frutto dell’assenza di mediazione, dove non c’è più alcuna forma di solidarietà, di civismo, di responsabilità collettiva. Ma io me la “piglio” anche con il movimento, quando si portano in piazza così tante persone ci si assume anche una grande responsabilità. Noi avevamo un servizio d’ordine per evitare ogni possibile infiltrazione.
Mentre adesso vige il mito della spontaneità antipolitica. Mi è arrivato l’appello degli indignados di Barcellona, dicono: “non c’è nessun partito politico che ci rappresenta, non c’è nessun sindacato che ci rappresenta: non vogliamo essere rappresentati da nessuno”. E qui c’è un problema: la democrazia moderna è fondata sulla rappresentanza, sulla selezione di leadership riconosciute e di cui si accetta il vincolo delegativo. E’ prevalsa quest’idea, una teorizzazione non innocente che basta la moltiplicazione delle proteste di una moltitudine per creare un’alternativa.
Ora purtroppo le proteste della moltitudine che non è mai omogenea produce casino e quindi porta al fascismo non all’alternativa. Per l’alternativa ci vuole il progetto, la cultura costruita, ci vuole la politica. Io non ce l’ho con i ragazzi che sono stati scottati hanno visto ridotto la politica ridotta ad una ricerca di consenso invece che alla costruzione del senso, o alla politica come mera gestione del potere.
Io me la prendo con i più grandi che civettano con i più giovani. Un dialogo tra generazioni oggi è obbligatorio.
*giornalista, politica, scrittrice. Autrice del libro “Ribelliamoci. L’alternativa va costruita”
Luciana Castellina
Fonte : "paesesera.it"

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