di Carlo Galli, da "Repubblica"
(dal verbo 'firmare', nel significato di 'confermare'). Attestazioni in forma scritta delle proprie generalità, allo scopo di assumere la paternità di quanto viene sottoscritto, o di aderirvi esplicitamente. C'è nella firma la rivendicazione di soggettività, la volontà di affermazione, l'assunzione di responsabilità e di consapevolezza, la fierezza identitaria, l'intenzione di uscire dalla passività, la voglia di mettersi in luce e di non nascondersi nell'anonimato. La firma è un'azione, una promessa e una speranza - sia che si firmi una cambiale, per comperare qualcosa oggi, con denaro che si ha la fiducia di possedere domani; sia che si firmi una denuncia o un manifesto, accettando apertamente i rischi che ciò comporta; sia che si firmi un testamento, che contiene le ultime volontà di chi lo detta - .
In politica, oggi, le firme hanno significato in quanto servono a rendere possibile l'indizione di referendum. Previsti dagli articoli 75 e 138 della Costituzione (rispettivamente abrogativi e di riforma costituzionale), i referendum richiedono un comitato che li proponga e li sostenga, e una raccolta di firme fra i cittadini (cinquecentomila) che sottoscrivano i quesiti referendari; questi, corredati dalle sottoscrizioni, dovranno poi essere sottoposti al vaglio della Corte di Cassazione (che controlla la regolarità delle firme) e della Corte Costituzionale (che decide sulla loro ammissibilità).
La raccolta di firme è un momento politicamente mobilitante, perché basato sulla capillare opera di convincimento dei militanti-organizzatori verso i cittadini, e sulla disponibilità di questi ad ascoltare, a lasciarsi persuadere delle ragioni del referendum o almeno della sua opportunità, e a manifestare tale persuasione con l'apposizione della propria firma (debitamente certificata). La straordinarietà della procedura consiste nel fatto che la firma equivale alla attivazione di energia politica individuale al di fuori delle istituzioni, che normalmente l'assorbono tutta: la firma per chiedere un referendum è tanto lontana dal voto che, mentre questo dalla presenza di una firma è reso nullo, al contrario la mancanza di firme rende impossibile il referendum stesso.
Con le firme si esprime quindi una volontà politica, autonoma da partiti e istituzioni, che porta significative novità nel sistema. Questo è oggi bloccato dalla aperta contraddizione fra la maggioranza legale e le esigenze del Paese in crisi, e dalla volontà del centrodestra di far quadrato intorno al proprio leader, anche se in declino. La raccolta di firme per abrogare, in via referendaria, l'attuale legge elettorale - che spossessa i cittadini del loro diritto di scegliere i propri rappresentanti - può essere il fattore in grado di smuovere questo blocco; infatti, le forze di destra, e soprattutto la Lega, possono essere tentate di provocare la crisi di governo e le elezioni anticipate, pur di evitare il referendum e di votare con questa legge.
Le firme possono dunque essere, oggi, un elemento di innovazione democratica del sistema politico paralizzato: come nell'estate del 1989 dei cittadini dei Paesi comunisti - ormai prossimi al crollo - che attraversavano in massa le frontiere per entrare in Occidente si diceva che 'votavano con i piedi', così oggi degli italiani che si oppongono a una delle leggi più inique di questa maggioranza si può quindi dire che 'votano con le firme'.
(dal verbo 'firmare', nel significato di 'confermare'). Attestazioni in forma scritta delle proprie generalità, allo scopo di assumere la paternità di quanto viene sottoscritto, o di aderirvi esplicitamente. C'è nella firma la rivendicazione di soggettività, la volontà di affermazione, l'assunzione di responsabilità e di consapevolezza, la fierezza identitaria, l'intenzione di uscire dalla passività, la voglia di mettersi in luce e di non nascondersi nell'anonimato. La firma è un'azione, una promessa e una speranza - sia che si firmi una cambiale, per comperare qualcosa oggi, con denaro che si ha la fiducia di possedere domani; sia che si firmi una denuncia o un manifesto, accettando apertamente i rischi che ciò comporta; sia che si firmi un testamento, che contiene le ultime volontà di chi lo detta - .
In politica, oggi, le firme hanno significato in quanto servono a rendere possibile l'indizione di referendum. Previsti dagli articoli 75 e 138 della Costituzione (rispettivamente abrogativi e di riforma costituzionale), i referendum richiedono un comitato che li proponga e li sostenga, e una raccolta di firme fra i cittadini (cinquecentomila) che sottoscrivano i quesiti referendari; questi, corredati dalle sottoscrizioni, dovranno poi essere sottoposti al vaglio della Corte di Cassazione (che controlla la regolarità delle firme) e della Corte Costituzionale (che decide sulla loro ammissibilità).
La raccolta di firme è un momento politicamente mobilitante, perché basato sulla capillare opera di convincimento dei militanti-organizzatori verso i cittadini, e sulla disponibilità di questi ad ascoltare, a lasciarsi persuadere delle ragioni del referendum o almeno della sua opportunità, e a manifestare tale persuasione con l'apposizione della propria firma (debitamente certificata). La straordinarietà della procedura consiste nel fatto che la firma equivale alla attivazione di energia politica individuale al di fuori delle istituzioni, che normalmente l'assorbono tutta: la firma per chiedere un referendum è tanto lontana dal voto che, mentre questo dalla presenza di una firma è reso nullo, al contrario la mancanza di firme rende impossibile il referendum stesso.
Con le firme si esprime quindi una volontà politica, autonoma da partiti e istituzioni, che porta significative novità nel sistema. Questo è oggi bloccato dalla aperta contraddizione fra la maggioranza legale e le esigenze del Paese in crisi, e dalla volontà del centrodestra di far quadrato intorno al proprio leader, anche se in declino. La raccolta di firme per abrogare, in via referendaria, l'attuale legge elettorale - che spossessa i cittadini del loro diritto di scegliere i propri rappresentanti - può essere il fattore in grado di smuovere questo blocco; infatti, le forze di destra, e soprattutto la Lega, possono essere tentate di provocare la crisi di governo e le elezioni anticipate, pur di evitare il referendum e di votare con questa legge.
Le firme possono dunque essere, oggi, un elemento di innovazione democratica del sistema politico paralizzato: come nell'estate del 1989 dei cittadini dei Paesi comunisti - ormai prossimi al crollo - che attraversavano in massa le frontiere per entrare in Occidente si diceva che 'votavano con i piedi', così oggi degli italiani che si oppongono a una delle leggi più inique di questa maggioranza si può quindi dire che 'votano con le firme'.
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