Politici, vil razza desiderata
di MARCELLO SORGI, dalla Stampa
Il tono del nuovo appello del Presidente Napolitano non lascia dubbi: nel primo giorno di consultazioni dopo l'incarico il tentativo del professor Monti ha incontrato difficoltà. Di qui l'accenno del Capo dello Stato al momento "cruciale". Monti ha visto i rappresentanti dei partiti minori e non ha potuto incontrare la Lega, dato che Bossi, per confermare la scelta di stare all'opposizione, se l'è sbrigata con una telefonata. A tutti ha detto che non accetterebbe limiti temporali.
La questione che via via s'è complicata, in una giornata in cui la stretta dei mercati non accennava ad allentarsi, è quella dei ministri politici. A sorpresa Monti ha detto ai suoi interlocutori che la sua preferenza non era per un governo tecnico, ma se possibile composto anche da esponenti dei partiti, che avrebbero garantito meglio il raccordo con la larga maggioranza che dovrebbe sostenere l'esecutivo. Su questo, Di Pietro ha confermato il suo no e Rutelli il si del Terzo polo, mentre il Pdl, il cui vertice siede in permanenza a Palazzo Grazioli con Berlusconi, ha fatto sapere che è indisponibile.
Appesantito dalle indiscrezioni circolate prima dell'incarico e poi dal veto del Pd contro Gianni Letta, il problema dei ministri politici è diventato così difficile da risolvere proprio mentre Monti si rendeva conto che un governo tutto tecnico, nella situazione attuale, non riuscirebbe a muoversi agevolmente in un Parlamento attraversato dalle tensioni di fine legislatura. D'altra parte, Pdl e Pd sembrano ormai indisponibili ad impegnarsi in prima persona. Dopo aver preso male il veto contro Letta - emerso mentre circolavano nomi di probabili ministri di forte personalità politica di centrosinistra come Amato e Veronesi - il partito di Berlusconi punta a delimitare al massimo il terreno dell'accordo con Monti, limitandolo nel tempo e nel programma, a cominciare dall'esclusione della patrimoniale. Ma anche all'interno del Pd, al di là delle posizioni ufficiali, i mal di pancia sulle larghe intese sono forti: e a parte la contrarietà a Letta, che a giudizio di Bersani avrebbe dato troppo il segno di una continuità con il governo uscente, esistono riserve sui grandi nomi riconducibili al centrosinistra e una pregiudiziale sull'equità delle misure anticrisi, che eviti la rigida applicazione delle richieste di Bruxelles. Monti tuttavia ieri sera ha cercato di non drammatizzare: l'importante, ha spiegato, è che il governo possa godere di un largo appoggio a sostegno delle misure che dovrà prendere, e senza espliciti limiti temporali. Che tipo di appoggio e a quali misure, si vedrà oggi, dopo gli incontri con Pdl e Pd.
Nessun commento:
Posta un commento