LA VERTENZA
Termini, operai Fiat dormono in tenda
Il cardinale: così cresce la mafia
L'accusa di monsignor Paolo Romeo. E poi: "Faccio un appello alla responsabilità". Il presidio degli operai rimarrà davanti allo stabilimento fino a mercoledì. "Resteremo qui fino a quando non avremo certezze"
di GERALDINE PEDROTTI
Gli operai davanti ai cancelli della Fiat di Termini
PALERMO - "Penso che la politica non sia impotente, è indifferente, perchè ha perduto come obiettivo la promozione del bene comune e soprattutto l'attenzione alle persone". E' il duro commento del cardinale Paolo Romeo, arcivescovo di Palermo, all'indomani della chiusura dello stabilimento Fiat di Termini Imerese, dove stanotte una cinquantina di operai hanno trascorso la notte in tenda per impedire l'uscita delle auto pronte alla consegna. Il cardinale ammonisce: la chiusura della fabbrica può voler dire più mafia.
"Noi stiamo alle dinamiche economiche, alle dinamiche sociali - attacca il porporato ai microfoni della Radio Vaticana - ma poi le singole persone non vengono considerate e la politica fallisce la sua vocazione". Secondo Romeo, "dobbiamo creare una sana distribuzione della ricchezza in modo che ognuno possa mettere a frutto i doni che Dio ha dato. Dobbiamo pensare che ognuno debba fare qualche cosa. Lo dobbiamo fare nei quartieri, nei condomini, nelle strade; lo devono fare i padri di famiglia, i politici, gli amministratori".
"Dobbiamo far crescere il senso comunitario e ognuno di noi deve dare il suo contributo - aggiunge -: nessuno si può escludere, si può sentire escluso, e guardare dalla finestra quando è in gioco l'avvenire della nostra società". Secondo Romeo la chiusura di Termini Imerese "rischia di far aumentare la criminalità organizzata nel Sud Italia, più volte ho attirato l'attenzione su questo ed ho fatto un appello
alla responsabilità".
A Termini, la prima notte all'addiaccio per le tute blu di Termini Imerese è trascorsa senza incidenti. Da ieri alle 22 gli operai presidiano gli ingressi dello stabilimento Fiat, impedendo l'uscita dei tir carichi di auto pronte per essere consegnate in tutta Italia. Da ieri sera i 2.200 operai non sono più dipendenti del Lingotto. Oggi inizia un lungo periodo di cassa integrazione, che li accompagnerà fino al 31 dicembre, data ufficiale per l'addio della casa torinese. Non si sa ancora cosa succederà dopo.
Nessun commento:
Posta un commento