Come funziona il censimento?
A CURA DI FRANCESCO RIGATELLI, dalla stampa
Domenica finisce la prima fase del censimento. Quella in cui i cittadini possono spontaneamente rispondere al questionario. Da lunedì i comuni iniziano la sollecitazione casa per casa. E chi si rifiuta di rispondere è passibile di sanzione pecuniaria. Ma che cos’è il censimento?
È la valutazione delle informazioni sugli abitanti di un Paese, soprattutto il numero. Il termine viene dal latino «censere» e significa appunto valutare. Una delle prime apparizioni di questa parola è attribuita addirittura a Dio, che nella Bibbia si rivolge così a Mosé: «Fate il censimento di tutta la comunità degli israeliti, secondo le loro famiglie, il casato dei loro padri, contando i nomi di tutti i maschi, testa per testa». Da allora non è cambiato molto se la principale caratteristica del censimento oggi è proprio la sua dimensione famigliare e comunale.
A cosa serve? E chi lo fa?
A tracciare le caratteristiche strutturali e socioeconomiche delle famiglie italiane a livello comunale. Un lavoro affidato all’Istituto nazionale di statistica (Istat), ente di ricerca pubblico il cui vertice viene nominato dal presidente della Repubblica su proposta del presidente del Consiglio. Dal 2009 il presidente è Enrico Giovannini, già direttore statistico dell’Ocse, l’organizzazione europea di studi economici con sede a Parigi. Il responsabile dei censimenti della popolazione invece è Giuseppe Stassi.
Ogni quanto si svolge?
In Italia ogni 10 anni dal 1861, cioé subito dopo l’unità di cui in questi mesi si festeggia il Centocinquantenario. Solo nel 1891 per difficoltà finanziarie e nel 1941 a causa della guerra non si è svolto. Ultima eccezione il 1936. Per una riforma del 1930, infatti, quell’anno si fece un ulteriore censimento.
Quanto costa?
590 milioni di euro, di finanziamento statale. Trasferiti in gran parte ai comuni per le operazioni sul campo.
Chi è soggetto al censimento?
Tutte le famiglie o gli individui che risiedono in un comune italiano. Conta la residenza.
È obbligatorio?
È un’indagine del sistema statistico nazionale normata a livello europeo e italiano. Il rifiuto a rispondere è passibile di sanzione pecuniaria.
Quello in corso quando è iniziato?
Il 9 ottobre 2011, data di riferimento per le informazioni da restituire col questionario. Dalla prima metà di settembre i questionari sono stati inviati per la prima volta per posta. Circa 25 milioni, quante le famiglie residenti in Italia. Ci sono volute sei settimane per consegnare tutto il materiale, dunque l’inizio reale è stato attorno al 22 ottobre.
Dove e quando si restituisce?
Agli uffici postali, ai centri di raccolta del comune di residenza o via Internet. Fino a domenica 20 novembre non c’è nessun sollecito. Dal 21 i comuni iniziano la seconda fase del censimento, il recupero delle mancate risposte casa per casa. Ognuno degli 8092 comuni di varia ampiezza demografica con date di conclusione diversa. Fino a 20 mila abitanti la scadenza è il 31 dicembre, fra 20 e 150 mila il 31 gennaio, oltre 150 mila il 29 febbraio. Per quella data tutti i questionari dovrebbero essere stati recuperati. Ad ora sono arrivate 14 milioni di risposte, di cui il 37 per cento, oltre 5 milioni, via Internet.
E se si è perso il questionario?
Ci sono due possibilità: recarsi al centro comunale di raccolta con un documento e rigenerare la password per rispondere su Internet oppure farsi dare un nuovo questionario. Per ogni dubbio si può chiamare il numero verde dell’Istat 800 069701 o visitare il sito censimentopopolazione.istat.it.
Quando arrivano i risultati?
A marzo 2012 escono i primi dati di riepilogo come numerosità, genere, quantità di italiani e stranieri. Entro dicembre 2012 si attendono informazioni più verificate sulla popolazione legale, quella per esempio valida per i collegi elettorali. A marzo 2014 è prevista la consegna di tutte le informazioni a Eurostat, una direzione generale della Commissione europea che raccoglie e analizza i dati dei Paesi membri dell’Unione. Tra questi, per esempio, stato civile, titolo di studio, professione, tipo di casa, connessione Internet, informazioni sulla mobilità personale e sul mezzo di trasporto. A maggio 2014 è previsto il completamento dei dati sull’Italia, compresi quelli non richiesti da Eurostat.
Come sono protetti i dati?
Tutti coloro che lavorano al censimento sono tenuti al segreto d’ufficio, l’Istat al segreto statistico e vige sull’intero processo la normativa sulla privacy. Inoltre prima di essere inviati dai comuni all’azienda privata che elabora i dati col lettore ottico, i fogli dei questionari coi nomi e cognomi vengono separati da quelli con le risposte. Dopo, le informazioni vengono inviate informaticamente all’Istat che le archivia così scollegate dai nomi e tutta la carta viene macerata.
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