Per poter agire l'esecutivo avrà ancora bisogno dell'aiuto del Colle
di MARCELLO SORGI, dalla "Stampa"
Se il buon giorno si vede dal mattino, un generale effetto sedativo sembra essersi diffuso sulla ultratormentata politica italiana dopo la nascita e l'insediamento del governo Monti. Non ha lasciato tracce neppure l'esclusione finale di Letta e Amato, per giorni al centro di un braccio di ferro tra il Quirinale, il neo-presidente del consiglio e i due maggiori partiti della maggioranza, conclusosi con il prevalere dei veti di Pdl e Pd.
Per larghissimo riconoscimento, il governo è composto da personalità di alto livello e competenze. Il passaggio delle consegne a Palazzo Chigi é avvenuto serenamente. L'inusuale riconoscimento che il Capo dello Stato ha voluto tributare pubblicamente a Berlusconi e a Letta ha ulteriormente disteso il clima. L'attesa è per il discorso programmatico che Monti pronuncerà stamane alle 13 al Senato. Ed è a questa scadenza che è legato il primo problema da risolvere.
Dopo le lunghe consultazioni che hanno preceduto la nascita del governo, i partiti della maggioranza si aspettano che il premier non si discosti dalle intese raggiunte, sia sul piano dei contenuti, sia su quello delle prospettive del governo. La governance di un esecutivo tecnico, spiegano, non può essere diversa, e Monti deve mettere in conto che qualsiasi nuova iniziativa dovrà essere concordata preventivamente. Ma se veramente un metodo del genere dovesse essere applicato, il governo non andrebbe molto lontano. Pertanto, oltre a elencare gli obiettivi, non solo economici, del governo, Monti oggi al Senato chiederà di avere larghi margini di autonomia per poter trattare con l'Europa un percorso di risanamento accompagnato dall'Italia con severe misure anticrisi.
Le linee di questo piano emergono già dai criteri seguiti per la formazione del governo: la scelta di Elsa Fornero, tra le maggiori esperte di problemi previdenziali, prelude alla proposta di di rimettere le mani sulle pensioni. L'accorpamento dei ministeri dello sviluppo economico e delle infrastrutture, affidati a Corrado Passera, lascia intuire l'ipotesi di un'accordo con le autorità europee: pareggio di bilancio in cambio dello sblocco dei fondi che, facendo ripartire i lavori pubblici, darebbero un immediato sprone alla crescita.
Il varo del governo Monti contrassegna il successo, riconosciuto da tutti, dell'impegno del Capo dello Stato per la soluzione della crisi. Napolitano è riuscito a realizzare un risultato che sembrava impossibile fino a una settimana fa, con un consenso generale e senza intoppi. Per questo sarà importante che anche nei prossimi mesi Monti possa contare sull'aiuto e la collaborazione del Presidente della Repubblica.
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