IL COMMISSARIO EUROPEO ALLA CAMERA DEI DEPUTATI
Olli Rehn: «Anche Don Camillo e Peppone
sosterrebbero oggi il governo Monti»
«Per l'Italia sfide formidabili dovute a debolezze antiche,
urgente rilanciare la crescita e garantire equità sociale»
Olli Rehn
MILANO - «Ho sempre amato la cultura italiana, da ragazzo leggevo i libri di Guareschi e mi piace pensare che sia Don Camillo che Peppone sosterrebbero oggi il governo Monti...». Chiama in causa anche il celebre personaggio del parroco (e il suo antagonista), Olli Rehn - vicepresidente della Commissione europea e commissario per gli Affari economici e monetari - per esprimere la sua fiducia e sottolineare il consenso condiviso sul nuovo esecutivo italiano. Lo fa nel corso di un'audizione alla Camera, nella mattinata di venerdì. Nel pomeriggio, invece, incontrerà di persona il premier Monti. La Commissione Ue, incaricata di monitorare l'attuazione delle misure da parte dell'Italia, farà la prima relazione sul nostro Paese all'Eurogruppo martedì.
«CRESCITA ED EQUITA' SOCIALE» - Nel suo discorso Rehn analizza l'Italia e ribadisce quali sono gli obiettivi urgenti: «Ha davanti sfide formidabili, anche per le debolezze antiche. Oltre al consolidamento di bilancio, sono necessarie ambiziose misure per rilanciare la crescita, garantendo l'equità sociale». Per i «Paesi vulnerabili» come l'Italia, aggiunge, per quanto riguarda il debito «non c'è strada alternativa a quella della riduzione del rapporto debito-Pil. Ma in Italia sono necessarie anche le riforme strutturali per incentivare la crescita». Risultati «raggiungibili» rassicura comunque il commissario.
LA CRISI IN EUROPA - Rehn analizza poi, più in generale, la crisi che investe tutta la zona euro e le sue conseguenze sociali. Il contagio della crisi dei debiti sovrani si sta diffondendo dai paesi periferici a quelli centrali dell'Ue, sostiene: «La costante ripresa economica che avevamo visto fino al 2009 è ora in una fase di stallo». Poi i timori sui giovani e l'occupazione. «Non sono previsti miglioramenti nel mercato del lavoro - dice Rehn-. Preoccupa soprattutto la disoccupazione giovanile così elevata, uno spreco enorme di talenti che l'Europa non può permettersi». Quindi incita: «È urgente e necessario produrre risultati senza ritardi».
Redazione Online, corriere
25 novembre 2011 |
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