mercoledì 15 febbraio 2012

Sinistra Ecologia e Libertà di Basilicata e il rapporto con il (falso) centrosinistra di De Filippo e del PD.


Signor Presidente, Consiglieri,

a circa tre mesi di distanza dall'apertura della crisi siamo qui a discutere sulla relazione del Presidente che  glissa sulle vere ragioni alla base di una verifica che nessuno aveva immaginato di fare e che certamente non è stata voluta ma subita a seguito di eventi  e circostanze che credo nessuno immaginava sarebbero potute accadere.

La parola stessa “verifica” ha significato non voler riconoscere che la vicenda Fenice-Arpab ha nei fatti accentuato una crisi nel rapporto di fiducia fra la politica ed i lucani. Una crisi politica riconducibile alla incapacità del partito guida della coalizione di leggere fino in fondo gli effetti che questa stava producendo nelle relazioni politiche ed istituzionali a cui bisognava dare  i conseguenti  ed immediati segnali.



Non si è compreso (o voluto comprendere) la gravità di quanto era accaduto, non sotto l'aspetto giudiziario, ma politico. Una struttura di garanzia per la salute dei cittadini e per la tutela dell'ambiente, delegittimata e svalorizzata nella sua funzione istituzionale quando non piegata ad interessi di parte.

Non spetta a quest'aula giudicare nessuno e ne tantomeno lo voglio fare io; è compito della magistratura che mi auguro faccia bene e presto. Noi però non possiamo esimerci dal  dare un giudizio politico. Il nostro, quello di SEL  è negativo su tutto quanto accaduto, ma anche sui comportamenti e le valutazioni politiche fatte dal PD.

Ci sono momenti in cui gli interessi generali e, “quelli delle istituzioni sempre”, devono prevalere su quelli di parte, siano essi personali, di  partito o di coalizione.

Si è preferito parlare di verifica per non affrontare il tema vero che attiene alla qualità dell'azione di enti e strutture pubbliche unitamente al rapporto tra queste e la politica, come pure del sistema delle relazioni fra economia, politica, società di Basilicata. Problema antico al quale a quanto pare non si intende mettere mano come dimostrano le discussioni di questi giorni su nomine, riforme di enti e strutture.

Insomma, una “verifica” che nessuno voleva; una verifica imposta dagli eventi che il PD aveva immaginato di fare a metà percorso, cioè in occasione delle elezioni politiche, e quindi legata al futuro politico del personale politico del PD e non per fare un bilancio sulla situazione socio-economica della Regione.

Di verifica c'era bisogno, ma di quella vera, sulle ragioni alla base della mancata attuazione della riforma della governance in agricoltura. Ricordo a tutti noi che l'ALSIA è da 5 anni commissariata, gli operatori sono mortificati e costretti ad operare giorno per giorno; i consorzi di bonifica che andrebbero tutti commissariati perché gli organi di direzione sono scaduti ed i bilanci non in regola con la legge regionale continuano ad essere gestiti in modo molto discutibile. Una verifica sulle ragioni alla base dei ritardi nell'aggiornamento del piano regionale dei rifiuti,  basti pensare alle decisioni assunte nell'ultima riunione dell'osservatorio come pure alla situazione dell’inceneritore di potenza ed a quanto emerso nel rapporto di Legambiente sulla differenziata. Siamo passati dalla decisione di sospensione dell'attività di Fenice, al conferire alla stessa il “tal quale” con tutto quanto ne consegue sul ciclo dei rifiuti. E' credibile una politica che per ragioni di mero calcolo economico mette in discussione la strategia sulla differenziata?

Una verifica sugli effetti devastanti che sta determinando sui  giovani lucani impegnati nel progetto “un ponte per l'occupazione”. Avevamo avanzato, in attesa di una misura strategica qual è quella sul reddito minimo garantito suggerito dalla stessa U.E., di rafforzare/implementare con azioni aggiuntive la cittadinanza solidale e ci si è trovati di fronte ad un progetto che costa 33 milioni di Euro, riguarda circa 650 giovani, ma interessa altri soggetti, e non certamente loro, stando a quanto la “rete” da quest’ultimi costituita ci dice e che tanti di noi hanno potuto ascoltare direttamente in Commissione. 20.000 Euro a giovane è l'importo che incasseranno gli enti per far fare un tirocinio presso enti ed amministrazioni pubbliche. Se queste sono state le politiche innovative che il dipartimento ha messo in campo per i giovani, noi preferiamo quelle vecchie, almeno garantivano un’assunzione e sostenevano le imprese che creavano lavoro anche se in tanti casi si è trattato di regolarizzazione di nero o sommerso.  C'iscriviamo nella categoria dei conservatori se l'innovazione è questa.

Una verifica sulla qualità e la messa in campo di azioni in materia energetica ed in tema di petrolio, per non far trovare la Basilicata impreparata all'obiettivo 20-20-20 e capace di riaprire la partita sulle estrazioni con le compagnie, per ricontrattare con esse oltre che con il Governo le compensazioni e non certo per ampliare le aree di ricerca ed estrazione e quindi la quantità dei barili/giorno estratti.

Su questo tema è giunto il tempo di parlare chiaro. Abbiamo una grande responsabilità verso le future generazioni. Bisogna evitare che la Basilicata subisca danni ambientali irreparabili tali da compromettere qualsiasi prospettiva di sviluppo eco-compatibile.

Il petrolio è “una” e non “la” risorsa strategica in campo energetico. E' una “riserva di energia” che non appartiene solo a noi. Uscire dalla totale dipendenza da questa fonte di energia significa implementare la ricerca e lo sviluppo delle fonti rinnovabili, quelle compatibili con il contesto ambientale/territoriale che tra l’altro determinano  nuove  e più qualificate opportunità di lavoro e rendono  la Regione, ma anche il Paese, sempre meno dipendenti/condizionati dagli interessi delle grandi compagnie petrolifere.

Siamo, in sintesi, in materia energetica di  tanti  fattori condizionanti le scelte future che richiedono alla politica chiarezza e coerenza comportamentale. Decisioni capaci di essere percepite/vissute dai lucani quali fattori distintivi ed innovativi rispetto al passato, di un nuovo ciclo politico-programmatico.

La crisi sociale ed economica, la consapevolezza delle difficoltà a definire, in questo quadro di incertezza sulla crescita, richiedevano una risposta “altra” da parte delle forze uscite vincitrici alle ultime elezioni. Una Regione, la nostra, sempre  governata da forze progressiste che tranne per una fase, quella che va dal 99 al 2002, dalla caduta della prima repubblica, non si è molto distinta per tasso di crescita, qualità della vita, efficienza e qualità della pubblica amministrazione dal resto del panorama meridionale. Sarebbe utile farsi domande sul perché.

Alla nostra richiesta di coniugare contenuti programmatici con nuovi assetti politici e di governo si è risposto con si all'accoglimento di alcune proposte quali la risistemazione degli strumenti sulle politiche del lavoro, la razionalizzazione della spesa sulla sanità ecc., ma con un assetto di Giunta tutto teso a mantenere gli equilibri interni al PD. Un assetto di Giunta che esclude ancora una volta la sinistra, considerata marginale all'interno del quadro politico, che se pur immutato è a forte connotazione centrista. Noi, SEL, non apparteniamo alla categoria della sinistra identitaria e di testimonianza, ma tantomeno vogliamo essere di contorno, consapevoli che la qualità di governo è fatta da uomini e donne che ne connotano il profilo. Noi non abbiamo una visione da prima repubblica delle alleanze.

In Basilicata si è costituita una maggioranza nel 2010 che andava dall'UDC alla Federazione della Sinistra; un programma le cui parti più innovative non hanno visto attuazione, come all'inizio di questo mio intervento ho avuto modo di evidenziare, anche se solo per grandi titoli. Non si è operato in “altra” direzione. Si è semplicemente gestito/amministrato il quotidiano che è cosa diversa dalla capacità di governare processi che se pur complessi; forze progressiste che hanno una idea di società, un modello di sviluppo, devono sempre essere in grado di indirizzare la loro azione di governo. ALSIA, Metapontum Agrobios, Consorzi di bonifica, energia, crisi industriali, rifiuti; tutte tematiche affrontate o gestite nella loro emergenzialità, fuori da una nuova visione strategica come abbiamo  più volte evidenziato ai tavoli di maggioranza.

Non è facile e ne semplice ridefinire un nuovo orizzonte, siamo consapevoli che il quadro internazionale, quello europeo e nazionale non ci aiutano, ma ciò non deve rappresentare un alibi per non tentare almeno di fare scelte chiare, coraggiose e capaci di mettere le istituzioni in sintonia  con la società. E' opinione diffusa fra i lucani che su petrolio, ambiente, lavoro, rifiuti, riforma della governance, solo per citare alcune priorità, non si decide per non scegliere. Sarà forse che scegliere significa che si modificano equilibri fra partiti, componenti del P, territori: cioè si mettono in discussione sistemi di relazioni e poteri che piuttosto di favorirne innovazione e cambiamento ne hanno bloccato il normale percorso? Non mi appartiene la cultura del sospetto né tantomeno quella delle certezze. Sono convinto, anzi, siamo convinti noi della sinistra che questa è una fase complessa e difficile dove guai a non avere dubbi, ma questi non possono, non devono impedire a chi ha responsabilità di governo di fare  scelte. Per la Basilicata questa è la stagione delle scelte, comprese quelle politiche e di schieramento.                                                                                     Il Governo Monti e le profonde delusioni che sta producendo, dimostra che in Italia è sempre più urgente un'alternativa, e noi siamo convinti che solo un centrosinistra largo, coeso e coraggioso  possa costruirla.                                                                                                                               Per questo abbiamo scelto di stare con coloro che in Basilicata credono sia possibile costruire un altro Centro Sinistra. Una coalizione capace di fare del rapporto con la società, con i suoi corpi intermedi, un punto di forza piuttosto che un elemento di freno (come qualcuno ha scritto in questi giorni sbagliando) nel definire, adeguare, la propria strategia di governo anche inventandosi strumenti, pratiche, mezzi mai sperimentati.

Scusate la franchezza, ma a noi pare non si sia scelta questa strada quanto piuttosto, optato per quella più sicura, quindi si è deciso di seguire  le vecchie pratiche che molto probabilmente sono quelle meno rischiose sul versante elettorale ma che certamente lo sono per il futuro dei giovani, delle donne e di tutti quei soggetti più deboli, se è vero che quanto sta accadendo anche in questi ultimi giorni in FIAT SATA come nelle  altre realtà produttive, o in tema di forestazione,  precariato ecc., questo Centro Sinistra fa fatica  ad assumerli quali priorità per la sua azione politica.

Tutti questi elementi ci portano ad affermare che si sono ridotti al minimo gli spazi per una condivisa e proficua azione politica unitaria con il quadro politico e di governo attuale.

Non riteniamo, come SEL, di avere alcun vincolo di maggioranza. La nostra azione politica sarà orientata ad affermare priorità e contenuti in linea con la convinzione che un altro Centro Sinistra è possibile. Il primo banco di prova per tutti sarà la discussione sul reddito minimo, ed a seguire il petrolio, la riduzione dei costi della politica, la riforma della filiera istituzionale e quant’altro finalizzato non a garantire un futuro ai politici quanto ai cittadini della Basilicata.


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