Il Pdl e il rischio dell'isolamento
di MARCELLO SORGI, dalla stampa
Il segretario Angelino Alfano minimizza e sostiene che il Pdl andrà alle prossime elezioni amministrative con il proprio simbolo e la propria bandiera, scegliendo "il migliore candidato sindaco in base alle esigenze delle singole città". Ma è proprio quest'ultimo aspetto del problema che tiene ancora il partito in uno stato d'ansia: man mano che la scadenza si avvicina, infatti, il dato che sta venendo fuori è la difficoltà del Popolo della libertà di aggregare consensi e costruire alleanze. Nelle situazioni più in vista, quelle che da Vicenza a Palermo daranno la tendenza del risultato elettorale, l'alternativa per il Pdl sta tra sostenere un candidato di altri senza presentarne uno espresso dal partito, o presentarlo sapendo che molto probabilmente non arriverà al ballottaggio.
Con tutti gli aggiornamenti del caso è quel che capitò alla Democrazia cristiana nel '93 - '94, alle prime due tornate di elezioni dirette dei sindaci, in cui appunto il partito non riuscì ad eleggere alcun primo cittadino. Ma la Dc per sua natura era impreparata a correre nel maggioritario e aveva osteggiato in ogni modo la scelta di un sistema a doppio turno, com'è appunto quello dei sindaci. Mentre il Pdl è nato e cresciuto nella Seconda Repubblica e, pur avendo sempre affrontato con più sofferenza le elezioni amministrative, non s'era mai trovato in difficoltà del genere. L'appuntamento della prossima primavera trova i grandi partiti alle prese con le novità introdotte dalla cura Monti e con la dissoluzione delle precedenti alleanze, determinata dal fatto che Pd e Pdl stanno con il governo, mentre i loro alleati sono schierati all'opposizione. Così al Nord la Lega ha scelto di presentarsi da sola e minaccia in campagna elettorale di ritirarsi anche dai governi regionali di tutto il Nord, se Berlusconi continuerà a garantire il sostegno a Monti. E al Centro-Sud, grazie anche al doppio turno, il Terzo polo, in gran spolvero per il suo convinto appoggio al governo, non ha alcuna necessità di scegliere subito le alleanze e può puntare a portare al ballottaggio i propri candidati a spese, in molti casi, di quelli del Pdl.
E' la ragione per cui Alfano a Palermo, la maggiore delle città in cui si voterà, ha proposto di schierare il partito fin dall'inizio a favore del candidato terzista Massimo Costa, che sarebbe favorito in un ballottaggio con Rita Borsellino, candidata, per ora soltanto alle primarie, di Bersani e di una parte del Pd. Ma anche di fronte a questa disponibilità Casini nicchia, mentre Fini è dichiaratamente contrario. Il calvario amministrativo del Pdl per adesso è solo cominciato.
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