di Giulietto Chiesa, da cadoinpiedi.it
Incontri tra forze politiche per trovare una convergenza sulla nuova legge elettorale. Di Pietro parla di "riunioni da sottoscala", Lega e Udc temono di restare fuori dai giochi.
Come legge questa vicenda? E' possibile che, dietro l'esigenza apparente di concedere maggiore spazio decisionale ai cittadini, ci sia la volontà dei partiti di blindare le grandi coalizioni imponendo alle piccole realtà di coalizzarsi con loro?
"E' una lettura valida, ma c'è di peggio: dietro a tutta questa manfrina c'è ancora il tentativo di mantenere l'attuale struttura del potere politico, il cosiddetto bipolarismo, così com'è stato concepito dal grande inciucio. I politici pensano che questa sia la loro ultima chance, e vogliono mantenere un bipolarismo, nato con l'introduzione del sistema maggioritario, che è stato già smentito clamorosamente sotto tutti i profili, perché imposto con l'inganno e con l'aiuto dei grandi media. L'unica cosa che non si dice, naturalmente in maniera non casuale, è che c'è un sistema elettorale molto semplice, il proporzionale puro con le preferenze, che rappresenta un tassello della riforma che consentirebbe agli italiani di essere rappresentati un po' meglio di come sono rappresentati ora.
Naturalmente è tutta la legge elettorale che dovrebbe essere interamente riformata: i partiti più grandi si sono ritagliati un sistema elettorale che impedisce a tutti gli altri di partecipare, mentre ai partiti più piccoli e alla vera pluralità di posizioni, di interessi che esistono nel Paese, è negata la possibilità materiale di accedere alla campagna elettorale. Dunque, quando Pd e Pdl dicono, di comune accordo, che bisogna restituire ai cittadini la possibilità di scegliere i loro rappresentanti, riconoscono pubblicamente di averci sottratto con l'inganno la possibilità di scegliere i nostri candidati. Questi signori hanno rubato la democrazia ai cittadini e adesso fanno finta di voler riformare il sistema, ma è puramente una commedia! In realtà, l'unica via possibile, sotto questo profilo, è l'apertura di un nuovo processo costituzionale, che significa togliere ai partiti attuali ogni possibilità di decidere nel chiuso delle loro stanze, e nominare un comitato super partes di persone che godono della fiducia pubblica, il quale proponga un progetto elettorale in tempi rapidi portandolo direttamente, in piena glasnost, di fronte all'opinione pubblica italiana. Dopodichè, si vedrà se questi signori saranno pronti a accogliere un giudizio super partes e a farsi da parte per poi votare una legge nuova che rinnovi radicalmente il sistema della rappresentanza italiana, secondo lo spirito della Costituzione."
Il MoVimento Cinque Stelle oggi è la quinta forza politica italiana, al pari dell'Udc. Quanto la casta teme un possibile ingresso del MoVimento in Parlamento, e quanto questa riforma sarà tesa a impedirne l'accesso?
"Con qualche variazione di questa legge elettorale il MoVimento Cinque Stelle sarebbe in Parlamento ma, pur rappresentando un elemento di imbarazzo, sarebbe intrappolato dalle leggi, dai regolamenti in vigore, quindi impossibilitato a esercitare una vera azione. Il loro piano, però, è molto più vasto e per farlo saltare credo sarebbe molto importante, lo dico esplicitamente, che il MoVimento Cinque Stelle comprendesse la necessità di un più vasto schieramento nazionale. Bisogna costruirlo, bisogna crearlo, ci sono milioni di persone che pensano più o meno le stesse cose e che hanno per esempio votato il referendum contro la privatizzazione dell'acqua e contro il nucleare, che sono rappresentati solo in parte dal MoVimento Cinque Stelle. Se si vuole vincere contro la casta politica, bisogna mettere insieme tutte le forze esistenti: Beppe Grillo dovrebbe porsi questo problema e dovrebbe studiare insieme agli altri le modalità con cui vincere, perché essere presenti non basta.
Per la prima volta negli ultimi 10 anni esistono le condizioni, almeno di principio, per costringere la casta sulla difensiva. Credo che questa sia la giusta linea da adottare."
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