venerdì 22 aprile 2011


Nel centro Itrec Trisaia
saranno stoccate
anche le scorie di Casaccia


di ENZO PALAZZO
dalla "gazzetta del mezzogiorno"
ROTONDELLA - Nel centro Itrec di Trisaia di Rotondella, gestito dalla Sogin, saranno stoccati anche i rifiuti contenuti nel centro di Casaccia, alle porte di Roma. La notizia è apparsa in un servizio dell’Espresso (“Il nucleare che già c’è”) dedicato al nucleare in Italia e smentisce sia la stessa Sogin che la Regione. L’ente pubblico si è sempre dichiarato contrario al nucleare e alla scelta di un luogo lucano come sito unico di scorie radioattive, ma non ha mai contestato o avuto dubbi su quanto potesse accadere in Trisaia in merito ai sospetti, dopo le contestazioni del 2003, di un possibile rientro del deposito unico nazionale di rifiuti nucleari mascherato da attività di decommissioning per la messa in sicurezza delle scorie lucane. Dunque, mentre la Regione attua cronoprogrammi con la Sogin, propedeutici alle varie cabine di regia per il monitoraggio del Centro Itrec in Trisaia, la notizia apparsa sull’Espresso da una lettura in merito ai due capannoni/depositi di scorie da realizzare a Rotondella che indirettamente va a confermare i dubbi dei movimenti lucani antinucleari e le ipotesi della Gazzetta avanzate in più articoli a proposito delle dimensioni eccessive dei due capannoni attualmente in fase di progettazione. Uno da 6 mila mc. da adibire a linea Icpf (la linea per la effettiva messa in sicurezza dei liquidi radioattivi), e l’altro di circa 14 mila metri cubi (il vero e proprio deposito). Si ricorda che i 120 fusti da 400 lt. cadauno che saranno prodotti dalla linea Icpf dopo aver solidificato mediante cementazione i rifiuti liquidi altamente radioattivi derivanti dal combustibile uranio torio ricavato dal riprocessamento di 20 delle 84 barre americane di Elk River, per un totale di 480 mc., tutti disposti in pila da tre, occuperanno non più di complessivi 3200 mc. Sommando anche gli spazi di gestione tra una fila e l’altra, il capannone di 14 mila metri cubi è sembrato ai più enorme, tranne che alla Sogin e alla Regione. La Sogin ha sempre minimizzato le paure degli antinuclearisti, mentre la Regione non solo non ha presentato sue osservazioni alla Via, Valutazione di impatto ambientale, in merito ai due capannoni in Trisaia, ma proprio di recente, con una lunga e dettagliata nota dell’Ufficio stampa regionale, ha persino elogiato il clima di collaborazione positivo e fattivo della Sogin durante una delle tappe del cronoprogramma della cabina di regia voluta dall’assessore regionale all’Am - biente, Agatino Mancusi. Anzi, la stessa nota affermava che «i volumi del deposito in via di realizzazione nel sito di Rotondella sono destinati esclusivamente ad ospitare temporaneamente rifiuti prodotti dal solo sito di Trisaia», riportando anche una citazione dell’Ispra, Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, che a sua volta garantiva che «nulla verrà portato in Basilicata da altri siti». L’articolo dell’Espresso ci dà invece un’altra versione affermando che in Trisaia arriveranno le attività di disattivazione di Casaccia derivate dall’incapsulamento del combustibile irraggiato giacente, dallo smantellamento delle attrezzature, dalla decontaminazione di tre celle.

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