Cari Lettori
lo sforzo informativo che la Regione Basilicata sta mettendo in campo in questi ultimi mesi mira a due obiettivi: mostrare “il Palazzo” in modo quanto più trasparente, rendendo il più possibile accessibili ai cittadini le informazioni su quanto avviene all’interno e dare alla Basilicata una “voce” anche a livello nazionale per confrontarsi con altre istituzioni, in periodo di federalismo, ma anche con grandi player nazionali, come avviene, ad esempio, quando si parla di petrolio confrontandosi con compagnie la cui “potenza” comunicativa è evidente.
Una scelta di trasparenza dettata dai vertici della Regione che ha portato, da ultimo ieri, a rendere immediatamente fruibili dati e informazioni su quanto successo al Centro Oli di Viggiano.
Che questo non piaccia a tutti è più che comprensibile, naturale. Ma sarebbe interessante capirne il perché. Con le scelte fatte, la Regione sostiene la funzione di controllo dei giornali rispetto alla pubblica amministrazione, aumentando il numero di informazioni disponibili, limitandone, invece, il potere di intermediazione, vale a dire quello di rivendicare un merito solo per il dare o meno visibilità a qualcosa. Un potere non di poco conto e una funzione, quella “delegata” di trasparenza che costava non poco alla Regione.
Contro questo sforzo si è schierato (facendo una vera e propria campagna di stampa) un quotidiano che, nei cinque anni precedenti a questa scelta, pur essendo quello coi numeri di vendite e lettori più bassi, e l’unico a non averli certificati, aveva incassato più pubblicità di tutti, addirittura più degli altri due concorrenti sommati, una situazione che, invece, da due anni a questa parte si è riequilibrata sommandosi ad una radicale complessiva riduzione delle risorse investite in pubblicità. Questo mentre anche richieste di affidare non più a giornalisti lavoratori autonomi, ma a editori televisivi la realizzazione dei servizi Tv per il Tgweb di Basilicatanet non ha trovato accoglimento, in nome dell’autonomia della testata e del diritto dei colleghi a lavorare autonomamente.
Parallelamente a queste scelte è cresciuta un’attenzione anomala che non punta sull’ente ma sul suo ufficio stampa, anche ospitando opinioni di qualche anonimo “brigante” (così si firma) di cui sarebbe cosa utile conoscere l’identità per scongiurare i dubbi che le argute osservazioni e votazioni agli altrui cervelli non siano dettate da qualche risentimento, o peggio interesse.
Quanto qui riportato viene esposto per dovere di trasparenza nei confronti dei Lettori senza, invece, in alcun modo volersi sottrarre a tutte le attività di controllo che gli organismi della Regione Basilicata intendono mettere in atto, legittimamente e apprezzabilmente e per le quali, nelle opportune sedi, saranno fornite tutte le delucidazioni del caso.
Giovanni Rivelli
Direttore Ufficio Stampa Giunta Regionale - Basilicatanet
lo sforzo informativo che la Regione Basilicata sta mettendo in campo in questi ultimi mesi mira a due obiettivi: mostrare “il Palazzo” in modo quanto più trasparente, rendendo il più possibile accessibili ai cittadini le informazioni su quanto avviene all’interno e dare alla Basilicata una “voce” anche a livello nazionale per confrontarsi con altre istituzioni, in periodo di federalismo, ma anche con grandi player nazionali, come avviene, ad esempio, quando si parla di petrolio confrontandosi con compagnie la cui “potenza” comunicativa è evidente.
Una scelta di trasparenza dettata dai vertici della Regione che ha portato, da ultimo ieri, a rendere immediatamente fruibili dati e informazioni su quanto successo al Centro Oli di Viggiano.
Che questo non piaccia a tutti è più che comprensibile, naturale. Ma sarebbe interessante capirne il perché. Con le scelte fatte, la Regione sostiene la funzione di controllo dei giornali rispetto alla pubblica amministrazione, aumentando il numero di informazioni disponibili, limitandone, invece, il potere di intermediazione, vale a dire quello di rivendicare un merito solo per il dare o meno visibilità a qualcosa. Un potere non di poco conto e una funzione, quella “delegata” di trasparenza che costava non poco alla Regione.
Contro questo sforzo si è schierato (facendo una vera e propria campagna di stampa) un quotidiano che, nei cinque anni precedenti a questa scelta, pur essendo quello coi numeri di vendite e lettori più bassi, e l’unico a non averli certificati, aveva incassato più pubblicità di tutti, addirittura più degli altri due concorrenti sommati, una situazione che, invece, da due anni a questa parte si è riequilibrata sommandosi ad una radicale complessiva riduzione delle risorse investite in pubblicità. Questo mentre anche richieste di affidare non più a giornalisti lavoratori autonomi, ma a editori televisivi la realizzazione dei servizi Tv per il Tgweb di Basilicatanet non ha trovato accoglimento, in nome dell’autonomia della testata e del diritto dei colleghi a lavorare autonomamente.
Parallelamente a queste scelte è cresciuta un’attenzione anomala che non punta sull’ente ma sul suo ufficio stampa, anche ospitando opinioni di qualche anonimo “brigante” (così si firma) di cui sarebbe cosa utile conoscere l’identità per scongiurare i dubbi che le argute osservazioni e votazioni agli altrui cervelli non siano dettate da qualche risentimento, o peggio interesse.
Quanto qui riportato viene esposto per dovere di trasparenza nei confronti dei Lettori senza, invece, in alcun modo volersi sottrarre a tutte le attività di controllo che gli organismi della Regione Basilicata intendono mettere in atto, legittimamente e apprezzabilmente e per le quali, nelle opportune sedi, saranno fornite tutte le delucidazioni del caso.
Giovanni Rivelli
Direttore Ufficio Stampa Giunta Regionale - Basilicatanet
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