domenica 24 aprile 2011

I cronisti e l'autocensura 'democratica'
"La barzelletta di B? Decisione comune"

Dopo il derby, il premier si esibisce nella solita battuta sconcia ma subito dopo chiede di non scriverla I giornalisti, dopo avere controllato di essere in sintonia per coprirsi a vicenda, eseguono l'ordine

“Abbiamo votato. E' stata una decisione collegiale. Il presidente ci ha chiesto di non scrivere e noi ci siamo messi d'accordo per non farlo”. A parlare così è Pietro Guadagno del Corriere dello Sport, uno dei sette giornalisti che ha assistito alla storiellina volgare della segretaria (leggi l'articolo). Quella in cui B, per rispondere a una domanda sull'allenatore del Milan, giustifica così le sue amnesie: “Questa mattina – racconta il Cavaliere – stavo inseguendo la mia segretaria per farmela sul tavolo e mi ha detto: ‘Presidente, lo abbiamo fatto due ore fa’. Le ho detto: ‘Vedi, è la memoria che mi fa difetto’”. Una volta succedeva il contrario. I giornalisti lavoravano in pool per dare e non per occultare le notizie. “Ma oggi – spiega Guadagno – è una cosa automatica. Se uno mi chiede di non riportare la cazzata che dice, io non lo faccio. E' una questione di rapporti”. E così è stato. La notizia è rimasta nascosta per più di venti giorni: dal 2 aprile, serata di Milan-Inter. Fino a quando la redazione di Annozero è entrata in possesso del filmato e l'ha mandato in onda  di Beatrice Borromeo

LA STAMPA ESTERA: “ERA UNA NOTIZIA. TUTTO CIÒ CHE DICE UN PRESIDENTE VA SCRITTO”
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