GIUSEPPE GIULIETTI – Referendum, mobilitiamoci contro lo scippo del governo
Dal 25 aprile al primo maggio, due date fondamentali per l’Italia che ancora crede nei valori costituzionali, sia un vero e proprio “referendum week”, una settimana piena di iniziative dedicate alla illustrazione e alla diffusione dei quesiti referendari.L’appello, tra gli altri, è stato lanciato da Liberainformazione, dalla Tavola della pace, dal Popolo viola, da Articolo 21, proprio per contrastare il tentativo di broglio in atto.
Il broglio politico è evidente, vogliono far saltare il referendum sul nucleare e sull’acqua perché hanno paura di perdere e ancor di più hanno paura che gli italiani dicano sì anche alla abrogazione del legittimo impedimento, travolgendo lo scudo immunitario del presidente imputato.
Altrimenti come si spiega che non abbiano chiesto alcun “approfondimento legislativo” anche su questo quesito?
Il broglio politico, tuttavia, è anche la premessa di un broglio mediatico. I referendum non sono stati abrogati e forse non lo saranno, ma molti si comportano come se l’appuntamento elettorale fosse già stato annullato e di conseguenza hanno dato ordine ai loro media di spegnere i riflettori.
La Commissione di Vigilanza sulla Rai non ha ancora definito il regolamento perchè la maggioranza fa ostruzionismo per ritardarne l’approvazione.
Le autorità di garanzia auspicano, ma non impongono i tempi compensativi.
Tutti si appellano all’incertezza sulla scadenza elettorale. Questa è la truffa, questa è la prova provata dell’imbroglio che il governo sta tentando, sfruttando anche le debolezze, le incertezze, di chi non ha mai appoggiato questi referendum e non ha voglia di impegnarsi in una battaglia dura, ma necessaria.
Quello che sta accadendo supera ormai i singoli quesiti, deve annullare qualsiasi perplessità, persino chi non ha firmato o addirittura era ed è intenzionato a votare no a questo o a quel quesito, ha ora il dovere etico ancor prima che politico di ribellarsi alla truffa, al maledetto imbroglio che punta, come ha scritto da par suo il professor Stefano Rodotà, a calpestare la Costituzione e la democrazia.
Spetta anche a noi spezzare la congiura del silenzio e svelare l’inganno. Possiamo farlo in tanti modi usando le piazze reali e virtuali, facendo circolare le utilissime pagine predisposte da MicroMega, scrivendo alle autorità di garanzia per sollecitare la loro azione, inviando appelli alla Corte di Cassazione per chiedere che venga rispettato il nostro diritto al voto, portando su tutte le piazze in occasione delle grandi manifestazioni del 25 aprile e del primo maggio il tema dei referendum e della democrazia violata, diffondendo ovunque il materiale predisposto dai comitati referendari, chiedendo ai proprio amministratori locali di promuovere iniziative di informazione sulla prossima scadenza.
Nelle prossime ore, infine, di intesa con tute le altre associazioni, con il Popolo viola, con Libertà e Giustizia, ci recheremo davanti alle sedi dei grandi gruppi editoriali per chiedere che sia rispettata la legge e che sia data la parola ai comitati referendari che sono in questa fase “soggetti protetti costituzionalmente” in quanto loro e solo loro sono titolari dei quesiti in seguito alla raccolta di firme.
Ebbene, persino in queste ore, proprio i soggetti proponenti sono stati cancellati, tra loro e il ministro Romani il rapporto è di un secondo a cento, a dimostrazione che il broglio politico e quello mediatico sono strettamente congiunti, com’è ovvio che sia nel paese del conflitto di interessi. Il direttore generale Masi, con raro sprezzo del ridicolo, ha inviato una lettera ai conduttori Santoro, Floris, Annunziata perché “loro” non rispetterebbero la par condicio, perché avrebbero osato dare la parola proprio a quei soggetti politici e sociali che altrove sono stati invece randellati o oscurati.
Loro si comportano come se i referendum fossero già stati cancellati, a noi spetta il compito di contrastarli e di agire “come se” l’appuntamento elettorale referendario fosse programmato per domattina, anzi tanto per cominciare perché non cominciamo a chiedere a tutti i candidati sindaci cosa pensano dei referendum, della truffa in atto, e come voterà ciascuno di loro sui singoli quesiti?
Il 6 maggio si svolgerà lo sciopero generale della Cgil, sarà una grande giornata per rivendicare il rispetto della Costituzione e dei diritti fondamentali, tra questi spiccano il diritto ad informare ed essere informati premessa indispensabile perché esista il libero esercizio del voto. Siamo sicuri che il 6 maggio diventerà anche una grande giornata contro la censura e contro i bavagli che vorrebbero imporre alla pubblica opinione.
Giuseppe Giulietti
(25 aprile 2011)
Da Micromega

Il broglio politico è evidente, vogliono far saltare il referendum sul nucleare e sull’acqua perché hanno paura di perdere e ancor di più hanno paura che gli italiani dicano sì anche alla abrogazione del legittimo impedimento, travolgendo lo scudo immunitario del presidente imputato.
Altrimenti come si spiega che non abbiano chiesto alcun “approfondimento legislativo” anche su questo quesito?
Il broglio politico, tuttavia, è anche la premessa di un broglio mediatico. I referendum non sono stati abrogati e forse non lo saranno, ma molti si comportano come se l’appuntamento elettorale fosse già stato annullato e di conseguenza hanno dato ordine ai loro media di spegnere i riflettori.
La Commissione di Vigilanza sulla Rai non ha ancora definito il regolamento perchè la maggioranza fa ostruzionismo per ritardarne l’approvazione.
Le autorità di garanzia auspicano, ma non impongono i tempi compensativi.
Tutti si appellano all’incertezza sulla scadenza elettorale. Questa è la truffa, questa è la prova provata dell’imbroglio che il governo sta tentando, sfruttando anche le debolezze, le incertezze, di chi non ha mai appoggiato questi referendum e non ha voglia di impegnarsi in una battaglia dura, ma necessaria.
Quello che sta accadendo supera ormai i singoli quesiti, deve annullare qualsiasi perplessità, persino chi non ha firmato o addirittura era ed è intenzionato a votare no a questo o a quel quesito, ha ora il dovere etico ancor prima che politico di ribellarsi alla truffa, al maledetto imbroglio che punta, come ha scritto da par suo il professor Stefano Rodotà, a calpestare la Costituzione e la democrazia.
Spetta anche a noi spezzare la congiura del silenzio e svelare l’inganno. Possiamo farlo in tanti modi usando le piazze reali e virtuali, facendo circolare le utilissime pagine predisposte da MicroMega, scrivendo alle autorità di garanzia per sollecitare la loro azione, inviando appelli alla Corte di Cassazione per chiedere che venga rispettato il nostro diritto al voto, portando su tutte le piazze in occasione delle grandi manifestazioni del 25 aprile e del primo maggio il tema dei referendum e della democrazia violata, diffondendo ovunque il materiale predisposto dai comitati referendari, chiedendo ai proprio amministratori locali di promuovere iniziative di informazione sulla prossima scadenza.
Nelle prossime ore, infine, di intesa con tute le altre associazioni, con il Popolo viola, con Libertà e Giustizia, ci recheremo davanti alle sedi dei grandi gruppi editoriali per chiedere che sia rispettata la legge e che sia data la parola ai comitati referendari che sono in questa fase “soggetti protetti costituzionalmente” in quanto loro e solo loro sono titolari dei quesiti in seguito alla raccolta di firme.
Ebbene, persino in queste ore, proprio i soggetti proponenti sono stati cancellati, tra loro e il ministro Romani il rapporto è di un secondo a cento, a dimostrazione che il broglio politico e quello mediatico sono strettamente congiunti, com’è ovvio che sia nel paese del conflitto di interessi. Il direttore generale Masi, con raro sprezzo del ridicolo, ha inviato una lettera ai conduttori Santoro, Floris, Annunziata perché “loro” non rispetterebbero la par condicio, perché avrebbero osato dare la parola proprio a quei soggetti politici e sociali che altrove sono stati invece randellati o oscurati.
Loro si comportano come se i referendum fossero già stati cancellati, a noi spetta il compito di contrastarli e di agire “come se” l’appuntamento elettorale referendario fosse programmato per domattina, anzi tanto per cominciare perché non cominciamo a chiedere a tutti i candidati sindaci cosa pensano dei referendum, della truffa in atto, e come voterà ciascuno di loro sui singoli quesiti?
Il 6 maggio si svolgerà lo sciopero generale della Cgil, sarà una grande giornata per rivendicare il rispetto della Costituzione e dei diritti fondamentali, tra questi spiccano il diritto ad informare ed essere informati premessa indispensabile perché esista il libero esercizio del voto. Siamo sicuri che il 6 maggio diventerà anche una grande giornata contro la censura e contro i bavagli che vorrebbero imporre alla pubblica opinione.
Giuseppe Giulietti
(25 aprile 2011)
Da Micromega
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