POLITICA
08/12/2011 - IL CONGRESSO PPE A MARSIGLIA
Berlusconi: "Gli italiani benestanti,
non dobbiamo essere preoccupati"
Silvio Berlusconi a Marsiglia
Il Cavaliere: l'Italia sta facendo
la sua parte. Sulla manovra dice:
un testo doloroso, è migliorabile
MARSIGLIA
Fonte : la stampa
A poche ore dal vertice di Bruxelles in cui l’Europa dovrà trovare una soluzione per salvare l’euro, Silvio Berlusconi a Marsiglia per il congresso del Ppe torna a spargere ottimismo e rassicura sulla situazione italiana: «Il Paese è indebitato» ma «gli italiani sono benestanti per cui non c’è da preoccuparsi».
Per il Cavaliere si tratta di una sorta di debutto sulla scena internazionale dopo le dimissioni da presidente del Consiglio. E la "mission" è chiara sin dall’inizio: riguadagnare visibilità in Europa e, perchè no, togliersi anche qualche ’sassolino dalla scarpà. È contro Angela Merkel che l’ex capo del governo punta prima di tutto il dito, accusando la Germania di «rigidita». Un atteggiamento, questo, che ha causato «una situazione negativa» come ad esempio «la gestione della crisi in Grecia». Un Berlusconi a trecentosessanta gradi insomma, pronto a dire la sua nel vertice informale con i capi di Stato e di governo del Ppe (a cui partecipa in quanto leader di un partito che fa parte della ’famiglià dei Popolari) e contemporaneamente attento a mandare un messaggio chiaro al governo Monti.
L’idea infatti di mettere all’asta le frequenze tv per fare cassa è bocciata dall’ex capo del governo che avverte: «temo che se ci fosse da fare una gara sulle frequenze potrebbe essere veramente disertata da molti». Parole chiare anche sulla manovra economica in discussione nelle commissioni della Camera: «Credo che la fiducia sia necessaria - ribadisce - perchè ci sono tante cose che non vanno». Il rischio, avverte sempre l’ex capo del governo, è che i tempi di approvazione si allunghino «se ognuno inizia a presentare emendamenti». E le voci di contatti con Pd e Terzo sono derubricate a «colloqui tra i componenti delle commissioni». Ma anche sul versante internazionale Berlusconi si guadagna i riflettori. L’attesa dei media italiani ed internazionali era per l’accoglienza che i leader del Ppe avrebbero riservato all’ex capo del governo ed in particolare l’atteggiamento che avrebbero tenuto Francia e Germania dopo l’ormai famoso "sorrisetto" tra la Markel e Sarkozy in merito alle misure anticrisi che il Cavaliere illustrò ad ottobre a Bruxelles.
L’ex premier viene accolto nella sala dove si svolge il summit da Antonio Tajani, nessun faccia a faccia con gli altri ospiti. Gelo totale con la Merkel mentre qualche parola il Cavaliere l’avrebbe scambiata con il presidente francese, con il quale lo accomuna l’idea di rafforzare il ruolo della Bce. Ipotesi che vede Berlino totalmente contraria tant’è che è lo stesso Cavaliere a raccontare alla delegazione dei deputati del Pdl che tra Germania e Francia non solo sarebbero volate parole grosse, ma che il summit si è concluso senza nessun accordo. Lo smacco per l’atteggiamento della Francia nei confronti dell’Italia però desta più di qualche malumore nella delegazione pidiellina che ha partecipato per due giorni al congresso. Lo dimostra il fatto che dopo il breve incontro con l’ex premier, in concomitanza con l’intervento di Sarkozy nell’assemblea plenaria, qualcuno pensa di disertare la sala. Ipotesi bocciata per evitare di far scoppiare il caso. Berlusconi entra in sala, così come il resto della delegazione ad ascoltare l’intervento del presidente francese che poi, una volta sceso dal palco, abbandona l’assemblea passando davanti al Cavaliere senza un saluto. Lo stesso atteggiamento tiene l’ex premier. Qualche scintilla però la scatena Rocco Buttiglione che va ad occupare il posto assegnato ad Angelino Alfano. Quando il presidente dell’Udc viene invitato ad alzarsi inizia a battibeccare mostrando di non gradire la richiesta. Lo scambio di "complimenti" di ieri tra il presidente dell’Udc e il segretario Pdl sembra aver lasciato qualche strascico. E sembra allontanare sempre di più la costituzione di quella ’famiglia dei moderatì che, almeno il Pdl, pensava che a Marsiglia potesse compiere i primi passi.
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