Scienza: le scoperte dell'anno
La top ten delle scoperte scientifiche del 2011 secondo la rivista Science
Nella top ten delle scoperte scientifiche dell'anno, secondo la rivista Science, c’è spazio per i meteoriti piombati sulla Terra (di cui finalmente se ne conosce l’origine), per i microbiomi intestinali (con i tre diversi enterotipi riconosciuti) e per il puzzle genetico dell’uomo moderno. Ma soprattutto per la lotta all' Hiv, grazie alla dimostrazione dell'efficacia della terapia antiretrovirale (Arv) anche come prevenzione, capace cioè di diminuire la diffusione del virus.
Ecco la classifica completa delle scoperte scientifiche dell’anno viste da Science.
1) Hiv: la terapia è prevenzione
I risultati erano attesi per il 2015, ma quando, lo scorso aprile, Myron Cohen della University of North Carolina di Chapel Hill ha cominciato ad analizzare i primi dati per il trial HPTN 052 - di cui era a capo - non ha potuto tenere per sé quanto scoperto. Aveva le prove che la terapia antiretrovirale (Arv) utilizzata precocemente per il trattamento delle persone con Hiv è in grado di ridurre la trasmissione virale fino al 96%.
2) Le meteoriti arrivano dagli asteroidi
Fino a oggi gli astronomi non riuscivano a comprendere perché mai la maggior parte delle meteoriti piovuti sulla Terra non sembrasse provenire dagli asteroidi più comuni, quelli del tipo S (nella fascia tra Marte e Giove). Infatti, la composizione chimica delle condriti (le più comuni meteoriti atterrate sulla Terra) non era paragonabile a quella dedotta da analisi spettroscopiche degli asteroidi.
A risolvere l'arcano è stata la sonda giapponese Hayabusa, riportando a casa campioni prelevati direttamente da Itokawa, un asteroide del tipo S. Analizzandone la composizione infatti gli scienziati hanno scoperto che il contenuto dei condriti e degli asteoroidi è lo stesso e le differenze osservate dagli astronomi finora erano solo abbagli causati dall'interazione delle particelle degli asteroidi con il vento solare che influenzava le letture spettroscopiche.
3) Il puzzle genetico della specie umana
Gli incroci, e quindi lo scambio di geni, tra i nostri antenati sembrano essere più frequenti e complicati di quelli finora ipotizzati. Tutto è cominciato nel 2010, con la scoperta dell’eredità genetica lasciata dai Neanderthal e dall’ uomo di Denisovan alle popolazioni moderne europee e asiatiche. E il 2011 non ha fatto altro che aggiungere pezzi al puzzle grazie all'identificazione di insolite varianti genetiche in tre distinte popolazioni africane, ereditate forse da incroci con popolazioni arcaiche vissute 35mila anni fa circa nel continente africano.
4) La struttura del fotosistema II
Il fotosistema II è il complesso di proteine e pigmenti che dà avvio alla fotosintesi, rompendo molecole d’acqua e separando l’idrogeno dall’ ossigeno molecolare. Se negli ultimi anni gli scienziati sono riusciti a far luce sulle caratteristiche strutturali del nel 2011 un gruppo di ricercatori del Caltech è riuscito a sintetizzare in laboratorio l’unità centrale del fotosistema II. Che cosa potremmo farci? L’idea è quella di mimare il funzionamento del complesso per produrre grandi quantità di idrogeno libero a partire dall’acqua, da utilizzare per scopi energetici.
5) L’Universo primordiale
Fin ora era solo un'ipotesi. Poco dopo il Big Bang, le prime stelle che si formarono contenevano solo gli elementi più leggeri presenti nel cosmo (come idrogeno ed elio). Quelli pesanti, i metalli, sarebbero arrivati solo dopo, dalla fusione degli elementi più leggeri (avvenuta nelle stelle, che poi esplodendo li avrebbero poi sparati nello Spazio). Gli occhi dei telescopi del Keck Observatory (Hawaii) hanno trovato due nubi gassose ricche solamente di idrogeno e deuterio. Niente ossigeno, carbonio, azoto o silicio: quelle nubi sono un’istantanea dell’Universo primordiale.
6) Di che enterotipo sei?
Producono vitamine, influenzano il metabolismo energetico e il sistema immunitario. Ce ne sono a miliardi nel nostro intestino, in una composizione così particolare da essere diversi persino nei gemelli. Quest'anno però i ricercatori dello European Molecular Biology Laboratory di Heidelberg, in Germania, hanno scoperto che nonostante la loro diversità, è possibile dividerli in comunità a seconda del tipo più presente in ogni individuo, indipendentemente da nazione, sesso o età.
7) Il vaccino contro la malaria
Non dà protezione nel 100% dei casi e anche dove sembra funzionare non si sa ancora per quanto garantirà protezione. Eppure aver trovato un vaccino capace di contrastare la diffusione della malaria, anche se solo in parte, rappresenta un traguardo fondamentale nella lotta alla malattia. Il vaccino RTS,S si è mostrato capace di dimezzare il rischio di malaria e potrebbe presto affiancarsi agli strumenti già disponibili.
8) Sistemi solari alieni
Sono più di 700 e il loro numero continua a crescere. Sono gli esopianeti, pianeti al di fuori del nostro sistema solare lo studio dei quali potrebbe di aiutarci a fare luce sui meccanismi di formazione di queste organizzazioni. Tuttavia, a volte, si tratta di conformazioni troppo anomale per essere spiegate dalle attuali teorie. Come accade per il sistema solare che orbita intorno alla stella Kepler 11, la cui scoperta è stata annunciata lo scorso febbraio.
9) I cristalli vuoti
Il 2011 è stato anche l’anno degli zeoliti per Science. Questi minerali porosi presenti in natura, oggi possono essere riprodotti anche in laboratorio e a livello industriale. Nel 2011 diverse ricerche indipendenti hanno anche permesso di superare i limiti ancora legati al loro utilizzo e versatilità: per esempio alcuni ricercatori sono riusciti ad aumentare la grandezza dei pori presenti e a utilizzare questi minerali per produrre dispositivi filtranti sottili ( membrane di zeoliti).
10) L’elisir di lunga vita eliminando le cellule vecchie
Le chiamano cellule senescenti, perché dopo aver vissuto per un periodo di tempo (dividendosi un determinato numero di volte) invecchiano e smettono di lavorare (ovvero di dividersi). Ma continuano comunque a svolgere ruoli importanti. Per capire se la loro eliminazione aiutasse o meno l’organismo a rimanere giovane più a lungo, un gruppo di ricercatori ha trattato alcuni topi predisposti all’invecchiamento precoce con un farmaco in grado di eliminare selettivamente le cellule senescenti. Analizzando i risultati gli scienziati hanno scoperto che sopprimere le cellule “vecchie” aiuta i topi a vivere meglio, mantenendoli più in salute.
Fonte : Vivere
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