di PIERANTONIO LUTRELLI
NOVA SIRI - Dopo la sentenza del Tar di Basilicata che ha rigettato il ricorso contro la seconda defenestrazione dalla carica di vice sindaco operata dal sindaco, Giuseppe Santarcangelo, il consigliere comunale di Nova Siri, Michele Laddomata, ha deciso di dimettersi dall'investitura consiliare di vice presidente dell'assise municipale, conferitagli successivamente qualche mese fa. «Ringrazio chi mi ha votato - ha esordito Laddomata non senza un pizzico di amara ironia - anche il sindaco. Visto e considerato che per me la fiducia è una cosa seria e nel Comune di Nova Siri la serietà non abita, preannuncio che in settimana rassegnerò le dimissioni dall’incarico di vice presidente del consiglio comunale. Se non hanno avuto fiducia nel sottoscritto, revocandomi per due volte la delega da vice sindaco, non vedo perché dovrei continuare a fare le veci del presidente del Consiglio, Tonino Melidoro. Devono trovarsi un altro consigliere. Per me - ha continuato il consigliere commentando la seconda sentenza del Tar Basilicata che stavolta non ha accolto il ricorso presentato dal suo legale di fiducia, l'avvocato Nicola Gulfo di Tursi, a differenza della prima volta - al di là dell’accordo politico sottoscritto, feudale o non feudale, resta l’amarezza perché è stato disatteso nei miei riguardi un patto tra gentiluomini. Personalmente - ha concluso - sono abituato ad onorare anche una semplice stretta di mano che ritengo sia più che sufficiente». Laddomata in pratica, seppur non lo dice esplicitamente ha lasciato intendere che passerà all'opposizione. E se nelle ultime sedute si è astenuto il più delle volte per non votare contro i punti all'ordine del giorno come ha fatto invece il Pd,gruppo eletto nella minoranza, stavolta la musica cambierà. Ai cinque consiglieri democratici guidati da Pasquale Favale si vanno a sommare anche Laddomata e Giuseppe D'Armento, ormai non più organico alla maggioranza, ma sempre uomo di centrodestra poiché iscritto al Pdl. Quest'ultimo, anche se con modalità diverse, al pari di Laddomata è stato, in sostanza, "defenestrato" per due volte. Prima quando, per fare spazio all'ingresso in giunta di Francesco Tarsia, fu convinto a dimettersi da assessore conservando le stesse deleghe assessorili (Cultura e spettacolo) ed addirittura ricevendone altre due per "contrappeso" (Agricoltura e Centro storico) e poi si è visto successivamente visto revocare tutte le deleghe retrocedendo a consigliere semplice. Opposizione dunque che può considerarsi seppur nella sua eterogeneità, composta da sette consiglieri su diciassette, sindaco incluso. In maggioranza, gli assessori sono sei, poi c'è il presidente del Consiglio che con il sindaco fanno otto. Per arrivare a dieci ci sono i due "soldati" semplici, Dino Padula e Antonio Toscani, più volte consigliere comunale delegato alla manutenzione. Uno dei due deve per forza essere eletto vice presidente, ma entrambi pare non ne vogliano sapere di una carica che sa di "contentino" tutta forma e niente sostanza.
(da Il Quotidiano della Basilicata)
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