venerdì 27 gennaio 2012

Bankitalia, cala il reddito delle famiglie nel 2010 inferiore del 2,4% rispetto al 1991


Bankitalia, cala il reddito delle famiglie
nel 2010 inferiore del 2,4% rispetto al 1991

È cresciuta di un punto percentuale, rispetto al 2008, la quota di individui poveri che hanno un reddito equivalente-inferiore alla metà della media (14,4%). Il 10% dei nuclei più agiati detiene il 45,9% della ricchezza. Negli ultimi 30 anni diminuite le case in affitto


ROMA - Scende il reddito delle famiglie e aumenta la percentuale dei poveri. Nel 2010 il reddito familiare medio annuo, al netto delle imposte sul reddito e dei contributi sociali, è stato pari a 32.714 euro, 2.726 euro al mese: in termini reali il reddito medio nel 2010 è inferiore del 2,4% rispetto a quello riscontrato nel 1991, mentre la quota di individui poveri in Italia, vale a dire coloro che hanno un reddito equivalente o inferiore alla metà della mediana, è risultata pari al 14,4% nel 2010, in aumento di un punto percentuale rispetto al 2008. Quota che supera il 40% tra i cittadini stranieri. A scattare la fotografia è un'indagine di Bankitalia sui bilanci delle famiglie italiane. Il reddito equivalente, misura che tiene conto della dimensione e della composizione del nucleo familiare, si è attestato sui 18.914 mila euro per individuo, un valore inferiore, in termini reali, dello 0,6 per cento a quello osservato con l'indagine sul 2008.

Ricchezza sempre più concentrata. La ricchezza netta delle famiglie italiane, data dalla somma delle attività reali (immobili, aziende e oggetti di valore) e delle attività finanziarie (depositi, titoli, ecc.) al netto delle passività finanziarie (mutui e altri debiti), ha un valore mediano nel 2010 di 163.875 euro. Il 10% delle famiglie più ricche possiede il 45,9% della ricchezza netta familiare totale (44,3% nel 2008). Cresce quindi la concentrazione.

Tra il 2008 e il 2010 il reddito familiare è rimasto sostanzialmente invariato, con un aumento dello 0,3% in termini reali, dopo essersi contratto di circa il 3,4% nel biennio precedente. In termini di reddito equivalente, cioè quello di cui ciascun individuo dovrebbe disporre se vivesse da solo per raggiungere lo stesso tenore di vita che ha nella famiglia in cui vive, la variazione delle entrate tra 2008 e 2010 risulta leggermente più sfavorevole (-0,6%) a causa di un lieve aumento nella dimensione media della famiglia osservata nel periodo.

La mappa della ricchezza. Il reddito familiare medio risulta più elevato per le famiglie con capofamiglia laureato, lavoratore indipendente o dirigente, di età compresa tra i 45 e i 64 anni, mentre risulta inferiore per le famiglie residenti al Sud e nelle Isole. Inoltre, il reddito delle famiglie in cui il capofamiglia ha la cittadinanza straniera risulta in media inferiore di circa il 45% a quello delle famiglie italiane. Fra il 2008 e il 2010 i lavoratori indipendenti hanno registrato un incremento del reddito equivalente in termini reali del 3,1%, recuperando parte del calo osservato fra il 2006 e il 2008 (-7%). Nel complesso del periodo 1991-2010, essi hanno registrato un incremento del reddito equivalente reale pari al 15,7%. Per i pensionati e gli individui in altra condizione non professionale, nell'ultimo biennio si è osservata una diminuzione del reddito equivalente in termini reali (-0,8%). Tra il 1991 e il 2010 la crescita del reddito equivalente è stata dell'11,5%. Anche tra i lavoratori dipendenti il reddito equivalente ha subito una contrazione, pari allo 0,7% nel biennio 2008-2010, meno sfavorevole rispetto al biennio precedente (-2,8%). Dal 1991, il reddito equivalente è aumentato in termini reali meno rispetto alle altre categorie considerate (3,3%).

Risparmio. Nel 2010 il risparmio delle famiglie è stato di circa 50 miliardi di euro; i capital gains sono stati invece negativi (circa 180 miliardi di euro), principalmente a causa del forte calo dei corsi azionari avvenuto nel corso dell'anno. La ricchezza netta delle famiglie italiane, cioè la somma di attività reali (abitazioni, terreni, ecc.) e di attività finanziarie (depositi, titoli, azioni, ecc.), al netto delle passività finanziarie (mutui, prestiti personali), è risultata pari a circa 8.640 miliardi di euro.

Indebitamento. Il 27,7% delle famiglie italiane è indebitato, per un ammontare medio di 43.792 euro. Il rapporto tra debito e reddito disponibile, un indicatore di sostenibilità dell'indebitamento che indica quante annualità di reddito sarebbero necessarie a estinguere lo stock di debito detenuto, risulta pari al 45,6% per la famiglia indebitata mediana, corrispondenti a circa cinque mesi.

Casa. Il 68,4% delle famiglie italiane nel 2010 è proprietario della casa in cui vive. Nel 21,1% dei casi l'abitazione di residenza è in affitto, nel 7,4% occupata a uso gratuito, nel 2,8% in usufrutto e nel restante 0,3% a riscatto. Rispetto alla precedente indagine, si è leggermente ridotta la quota di famiglie in affitto e in proprietà o a riscatto (-0,3 punti percentuali ciascuna) a fronte di un corrispondente aumento della porzione di famiglie in usufrutto o a titolo gratuito (0,9 punti percentuali). Negli ultimi 30 anni si osserva una progressiva riduzione delle famiglie in affitto a fronte di una maggiore diffusione della proprietà.

Carta di pagamento. "Circa il 71 per cento delle famiglie possiede almeno una carta di pagamento alla fine del 2010: è in leggero aumento la diffusione di bancomat, il cui possesso sale dal 63,6% delle famiglie nel 2008 a quasi il 69% di questa rilevazione", rileva Bankitalia. Inoltre, è stabile la diffusione di carte di credito, detenute dal 32% delle famiglie; risulta in forte crescita la diffusione di carte prepagate (dal 7,3% nel 2008 al 12,1% del 2010).

Lieve aumento nel 2011. Nel primo semestre 2011 la ricchezza netta della famiglie italiane sarebbe aumentata dello 0,4% in termini nominali: l'aumento delle passività è stato più che compensato dalla crescita delle attività reali e finanziarie. Alla fine del 2010 la ricchezza lorda delle famiglie italiane era pari, invece, a circa 9.525 miliardi di euro, corrispondenti a poco meno di 400 mila euro in media per famiglia. Le attività reali rappresentavano il 62,2% della ricchezza lorda, le attività finanziarie il 37,8%. Le passività finanziarie, pari a 887 miliardi di euro, rappresentavano il 9,3% delle attività complessive. Fra la fine del 2009 e la fine del 2010 la ricchezza netta complessiva a prezzi correnti è rimasta invariata; a prezzi costanti (utilizzando il deflatore dei consumi) si è ridotta nell'ultimo anno dell'1,5%. Dalla fine del 2007, quando l'aggregato ha raggiunto il suo valore massimo, il calo è stato pari al 3,2%.
Fonte : Repubblica del 25 gennaio 2012
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