venerdì 27 gennaio 2012

Il premier accredita una continuità con il governo Berlusconi


LA NOTA
Il premier accredita una continuità con il governo Berlusconi
L’invito alla politica a non esportare «le contese di casa nostra» 

Gelido, Silvio Berlusconi dice che «la politica non c’è». E sulla possibile durata del governo tecnico rimanda al presidente del Consiglio e all’Europa. È una presa di distanza non nuova nei confronti di Mario Monti. Riflette la frustrazione di un ex premier che almeno ufficialmente continua a sostenere l’ingiustizia del suo passo indietro. E tende a sminuire i risultati inanellati in queste settimane dal successore: per quanto siano controversi, soprattutto in materia di spread, lo scarto fra titoli di Stato italiani e tedeschi, e facciano dire a Monti che «le turbolenze» non sono finite. Eppure, il vuoto dei partiti non impedisce a Palazzo Chigi di guardare avanti con meno pessimismo. La mozione sull’Europa votata ieri da Pdl, Pd e Terzo polo manda il capo del governo a Bruxelles, a fine mese, con il sostegno quasi unanime del Parlamento: 468 voti a favore, 42 no e 5 astenuti. Angelino Alfano, segretario del Pdl, avverte che non occorrono altre manovre e sacrifici: adesso tocca agli altri Paesi e all’Ue. È una tesi simile a quella esposta nei giorni scorsi dal Pd di Pier Luigi Bersani, seppure su provvedimenti opposti. Monti la registra, ma invita a non esportare le polemiche fra partiti italiani a livello internazionale. Anche perché intravede un quadro continentale in evoluzione. Situazione economica «in peggioramento » per la crisi greca e i declassamenti decisi dalle agenzie di rating. Sul piano politico il premier italiano vede «un’evoluzione positiva di sensibilità che sembravano cristallizzate ». Lentamente, e a fatica, alcune nazioni si stanno rendendo conto, a sentire Monti, che l’Italia non è più «una mina del sistema ». Ma attenzione: il premier teme che le «contese di casa nostra» rovinino questo cambio di percezione. «Non giovano all’immagine dell’Italia» insiste, «e giovano invece alla propagazione di stereotipi». E intanto apre al dialogo con i Paesi che non fanno parte dell’area della moneta unica. Ed esprime a sorpresa la preferenza per l’inserimento nella Costituzione Ue di un richiamo alle radici giudaico-cristiane. Ma invita a guardare all’architettura europea, che potrebbe rompersi su questo tema. La sua soddisfazione bilancia l’irritazione di Berlusconi, risucchiato anche ieri nelle udienze del processo Mills a Milano. «Questo è un processo politico», è tornato a dichiarare ieri l’ex capo del governo. E il suo avvocato, Niccolò Ghedini ha accusato i magistrati di accelerare i tempi processuali perché vorrebbero comunque condannare Berlusconi. È un tuffo nel passato recente; e la conferma di quanta tensione continui a scandire le prossime settimane e la legislatura. Ma Monti accredita una continuità fra le misure prese dal governo precedente e le sue. Dice perfino che il cancelliere tedesco Angela Merkel apprezza il sostegno del Pdl al governo. Difficile attaccare Palazzo Chigi con l’accusa di ingratitudine verso i partiti.
di Massimo Franco, dal Corriere

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