venerdì 23 settembre 2011

Come cambiare la legge elettorale.


Il 30 settembre la scadenza del referendum abrogativo. Ecco cosa cambierebbe

Non in tanti forse sono ancora a conoscenza dell'iniziativa popolare di raccolta firme per l'abolizione dell'attuale legge elettorale. Una legge oggetto di tantissime polemiche, sottoposta a referendum già nel giugno del 2009 (quorum non raggiunto),e che continua ad animare un attivismo politico popolare che parte dal basso.



Ma perchè la legge è così contestata? Anlizziamola nel dettaglio per punti.



La legge n. 270 del 21 dicembre 2005 è la legge che ha modificato il sistema elettorale italiano, delineando la disciplina attualmente in vigore. Sostituì le leggi 276 e 277 del 1993 (cosiddetto Mattarellum), introducendo un sistema radicalmente differente. Ideata principalmente dal ministro Roberto Calderoli, è stata poi definita dallo stesso in un'intervista «una porcata». E Proprio per questo tale legge venne denominata porcellum dal politologo Giovanni Sartori. Vediamo il perchè.









La legge Calderoli ha modificato il precedente meccanismo misto, per 3/4 a ripartizione maggioritaria dei seggi, in favore di un sistema proporzionale corretto, a coalizione, con premio di maggioranza ed elezione di più parlamentari contemporaneamente in collegi estesi. Le principali contestazioni alla legge sono sempre arrivate su questi 4 punti:







-Abolizione dei collegi uninominali: l'elettore precedentemente poteva votare su due schede per la Camera dei Deputati e una scheda per il Senato, mentre la parte proporzionale alla Camera veniva espressa con la seconda scheda, dando la possibilità di scegliere una lista, al Senato si procedeva a un recupero su base regionale fra i non eletti all'uninominale.







-Liste bloccate: con l'attuale sistema, replicante quello in vigore per la quota proporzionale prevista dal precedente Mattarellum, l'elettore si limita a votare solo per delle liste di candidati, senza la possibilità, a differenza di quanto si verifica per le elezioni europee, regionali e comunali, d'indicare preferenze. L'elezione dei parlamentari dipende quindi completamente dalle scelte e dalle graduatorie stabilite dai partiti.





-Premio di maggioranza: viene garantito un minimo di 340 seggi alla Camera dei deputati alla coalizione che ottiene la maggioranza relativa dei voti



-Soglie di sbarramento: per ottenere seggi alla Camera, ogni coalizione deve ottenere almeno il 10% dei voti nazionali; per quanto concerne le liste non collegate la soglia minima viene ridotta al 4%.







Cosa non piace quindi ai promotori del referendum? Cosa si vuole abolire e qual'è il procedimento per farlo?







Il primo e fondamentale passo è raccogliere entro il 30 settembre 2011 le 500mila firme richieste dalla legge per appoggiare la richiesta di un referendum popolare.







Cosa si vuole poi abolire della legge risulta piuttosto chiaro: il "sistema proporzionale corretto, a coalizione, con premio di maggioranza ed elezione di più parlamentari contemporaneamente in collegi estesi, senza possibilità di indicare preferenze". Il "famoso" sistema che non permette più all’elettore di poter scegliere deputati e senatori, ma basato sul voto di un simbolo, accettando la lista di candidati ad esso collegata, anche se alcuni di quei candidati non sono di suo gradimento. Ecco il principale punto di battaglia di cui il comitato referendario ha fatto un vero e proprio slogan: firmo, voto e SCELGO.







Ma a quale legge dunque, a cosa si tornerebbe? L’abolizione porterebbe alla reviviscenza del sistema elettorale precedente, creato con le leggi 276 e 277 del 1993, comunemente denominato Mattarellum dall’ideatore Sergio Mattarella. Tale sistema prevede che i parlamentari siano eletti:





- per il 75% in collegi uninominali (aree circoscritte in cui viene eletto 1 solo parlamentare fra più candidati).



- il 25% con sistema proporzionale.







I vantaggi. Con il Mattarellum i cittadini possono scegliere il migliore tra i candidati che si presentano in ogni collegio uninominale, un area che comprende in media circa 100–150 mila abitanti. Prevale cioè il candidato maggiormente conosciuto nel territorio per le sue capacità. Si punta quindi sì sul partito, ma anche e soprattutto sulla persona.







Dove si firma e come funzionerà l'iter legislativo? Molto semplice.







Le firme si possono fare al proprio comune di appartenenza portando un documento identificativo valido (attenzione sono gli ultimi giorni. Alcuni comuni più piccoli hanno già chiuso le liste per motivi tecnici di trasmissione), oppure in tutte le piazze italiane dove sono presenti gli stand di “FIRMO, VOTO, SCELGO”.







Ottenute le 500mila firme, verrà attivato l’iter giuridico che porterà alla creazione di un referendum abrogativo che presumibilmente si terrà nella primavera 2012. A quel punto gli italiani sarebbero chiamati alle urne per abrogare la legge Calderoli. Se il 50%+1 degli aventi diritto al voto si esprimerà per il "sì" la legge sarà definitivamente abrogata consentendo un ritorno a quella precedente e potrà essere utilizzata già dalle elezioni politiche del 2013.

Fonte : "Vivere"

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