A volte sembra di vivere situazioni surreali, dove la logica e la ricerca della semplice verità è cosa impensabile in questa nostra regione. Oggi sfogliando i giornali scopro che ieri la Corte dei Conti di Potenza mi giudicava per aver arrecato danno alla Regione insieme all’Ufficio di Presidenza del Consiglio Regionale e l’allora Dirigente Generale Ferdinando Giordano per la doppia indennità di carica percepita dagli ex Consiglieri Maria Antezza, Carlo Chiurazzi, Egidio Di Gilio e Cosimo Latronico, tutti eletti al Senato della Repubblica.
Innanzitutto una precisazione doverosa a Il Quotidiano, che mi riporta nell’articolo nella veste di membro dell’Ufficio di Presidenza, mentre io in realtà all’epoca dei fatti, il 2008, ero Dirigente dell’Uffico Risorse Finanziarie del Consiglio, ossia colui che ha materialmente emesso mandato di pagamento in favore dei predetti.
La norma prevede per gli eletti l’obbligo di optare per l’una o l’altra carica, senza definirne i tempi. I predetti devono aver fatta comunicazione al Presidente del Consiglio, che all’epoca era la stessa Antezza, per gli eventuali provvedimenti consequenziali, adottati a fine giugno, tre mesi dopo. Tutto questo a me e al mio ufficio non è mai stato comunicato, anzi con una mia nota specificavo alla Corte dei Conti, che mi aveva nel frattempo comunicato l’imputazione, che l’Ufficio da me diretto liquidava gli elechi cumulativi dei Consiglieri predisposti da altro Ufficio del Consiglio, nè era nella mia facoltà giuridico-amministrativa impedire la liquidazione a chichessia. Evidentemente la Corte dei Conti di tale nota non ne ha tenuto in nessun conto, come se la verità e le responsabilità per davvero personali non contano nulla. Ciò che asserisco è facilmente accertabile presso gli Uffici del Consiglio.
Ma ciò che è stupefacente è che i predetti consiglieri, che hanno percepito la doppia indennità non vengono minimamente citati e sottoposti al rimborso delle somme indebitamente percepite. Come a dire che sono stati obbligati a prendere la doppia indennità, quasi violentati da quelli che oggi sono chiamati a restituire le somme, ossia l’Ufficio di Presidenza, il Dirigente Generale ed io.
Ancor più stupefacente è che i quattro Senatori non hanno sentito quella spinta interiore a restituire le somme, ma quancuno di essi ha dichiarato di volerle devolvere in beneficienza. La beneficienza si fa con i propri soldi non con quelli pubblici o di altre persone.
E ancora come mai il Consiglio Regionale, o meglio l’Ufficio di Presidenza, non ha ritenuto dover attivare in questo lungo lasso di tempo i provvedimenti amministrativi per il recupero delle somme?
E perchè mai il danno erariale è stato fatto solo nei confronti del Consiglio Regionale e non anche del Senato?
Al primo moto di rabbia è subentra la riflessione e mi sono chiesto: questa è l’amministarzione della giustizia? Si può essere colpevolizzati a propria insaputa? Si può pagare perchè altri fanno indebito arricchimento?
Paradossale per me che nella vita professionale ha gestito centinaia e centinaia di miliardi oggi debba rispondere non per cose fatte da me stesso, ma per atti compiuti da altri.