domenica 22 aprile 2012

Ottavio Frammartino: " La discontinuità rispetto alle altre tre liste".".


L'aspirante sindaco, Ottavio Frammartino, a cuore aperto con Il Quotidiano. Ex sportivo di professione, madre etiope e padre lucano, ha sempre inseguito la politica coerente



di PIERANTONIO LUTRELLI



POLICORO - Il prossimo 31 agosto, Ottavio Frammartino , candidato sindaco per la lista "Policoro è tua" alle amministrative della città di Policoro del 6 e 7 maggio prossimo, compirà cinquant'anni. Un vero “self made man” - scopriamo -che si racconta in esclusiva al Quotidiano. Nato ad Addis Abeba nel 1962 da madre etiope e padre italiano, lucano di Roccanova, Ottavio è il terzo di cinque figli, nonché l'unico maschio. «Mio padre - ha raccontato Frammartino - era funzionario dell'ambasciata italiana e tra i tanti paesi in cui ha lavorato era stato anche in Etiopia dove conobbe mia madre Annita. Mio padre Pasquale era già sposato e padre di tre figli: Giulio, Rocco e Aurelio. Avevo otto anni quando nel 1970 ci trasferimmo in Italia a Salerno città. Nel 1971, quando avevo nove anni, mia madre morì per un'embolia polmonare. Mio padre era nato il 1909 ed allora aveva 62 anni ed era pensionato. Sono cresciuto insieme a lui ed alle mie sorelle. La più grande si chiama Elisa, poi c'è Caterina, che chiamiamo Ketty, entrambe mi hanno fatto da madri. Poi ci sono le due più piccole Rosetta e Melina». Frammartino non lo dice, ma basta guardarlo negli occhi per cogliere uno sguardo che lascia trapelare tristi ricordi e sofferenza. «Tutt'oggi mi porto dietro la mancanza di mia madre, non sono riuscito a godermela». Una vita decisamente in salita che ha contribuito a formare e forgiare il suo carattere. Ottavio è un duro all'apparenza. Un idealista. Un ottimista. A Salerno ha vissuto fino all'età di 19 anni nel 1981. «Dopo le medie frequentai l'Istituto professionale di Stato per l'agricoltura conseguendo il diploma di qualifica». E' la passione per la politica? «Nacque in me - ha rivelato - con i movimenti studenteschi del 1977 quando avevo 15 anni. Anni in cui ho cominciato a militare tra gli antinuclearisti radicali. In quegli anni ci battemmo anche per dare sostegno della legge Basaglia per l'abolizione dei manicomi e l'istituzione dei servizi pubblici di igiene mentale». Poi l'approdo partitico sempre a Salerno nell'allora Partito comunista italiano. Poi l'arrivo in Basilicata, la regione da cui partì suo padre. «A 19 anni - ha continuato - mi trasferii a Scanzano Jonico in cui abitavano due dei tre fratelli nati dal primo matrimonio di mio padre: Giulio, defunto e Rocco ancora vivente che compie ottant'anni sabato prossimo (oggi,ndr). Quest'ultimo aveva un'impresa di imbiancaggio e mi chiamò a lavorare con lui. Ma aprii subito una palestra di fitness e karatè, fu la prima nel metapontino. Già a Salerno facevo sport dividendomi tra taekwondo e cultura fisica». Tra le due attività, il giovane Ottavio, anche a Scanzano non trascura l'impegno politico che continua nel Pci «fino a quando impedì mediante l'astensione l'autorizzazione a procedere ad Andreotti». Subito dopo il passaggio nel Partito socialista italiano. «A Scanzano era una vera forza di sinistra vicino alla corrente Achilliana». Per Frammartino, che si divideva tra lavoro, sport e politica quelli furono anni di militanza pura a servizio del Partito Socialista che aveva pochi voti e che passò di lì a poco a divenire forza di governo. Vi rimase fino alla fine della Prima Repubblica. «All'inizio degli anni novanta - ha proseguito immerso nei ricordi - divenni responsabile della Cna (Confederazione nazionale artigiani) e direttore del Caris la prima società di servizi informatici per le imprese in Basilicata insieme a Giancarlo Longhi e Sabino Altobello». Poi la svolta recente della sua vita. «Nel 1992 venni assunto alla Provincia di Matera, subito dopo iniziò il mio impegno sindacale nella Cgil, in cui risultai il più suffragato tra le rsu». Nello stesso anno Ottavio si sposò con Rosa, ma il matrimonio non superò il settimo anno e così nel 1999 arrivò la separazione consensuale. Nello stesso anno il trasferimento al Liceo scientifico di Policoro, con la mansione di collaboratore scolastico. Fu lì che conobbe l'attuale compagna, Mariella, docente di lingue. Nel 2000 il trasferimento di residenza a Policoro e l'inizio della convivenza. Nel 2005, la gioia di diventare padre con la nascita di Flavio. Abbandonato via via lo sport, anche a Policoro, naturalmente, Ottavio non poteva vivere senza fare politica. «Anche se dal '92 non ho militato in alcun partito - ha tenuto ad evidenziare - il mio impegno sociale e sindacale rimase intatto». Furono anni in cui aveva coltivato amicizie conosciute in gioventù come Gianni Pittella, Nichi Vendola e Gianni Fabbris. «Nel 2004 fu proprio Vendola insieme a Rocco Rivelli (attuale assessore al Bilancio del Comune di Matera, ndr) - ha svelato - a propormi la candidatura alle provinciali nella lista del Partito della Rifondazione comunista come indipendente, nel collegio “Policoro 1”». Fu l'inizio di un impegno politico sempre più crescente in città. «Due anni dopo - e siamo ai tempi recentissimi - partecipai con una lista del Prc alle elezioni comunali, contribuendo alla vittoria del centrosinistra con a capo il sindaco, Serafino Di Sanza. Posso affermare con grande soddisfazione che in quella giunta fece parte la compagna Gartana Corbo, prima donna e prima comunista al governo della città. L'amarezza è rappresentata da fatto che quell'esperienza terminò dopo solo quindici mesi pur trovandoci dinanzi ad un sindaco che per onestà intellettuale e capacità gestionali non aveva pari. Oggi purtroppo il sedicente centrosinistra è guidato dal maggior responsabile di quella disfatta, Gianluca Marrese, il quale - ha stigmatizzato - senza vergogna e senza pudore cita quell'esperienza come un esempio da seguire. Bella coerenza e grande spudoratezza». Tra le tante iniziative della sua vita Frammartino nel 2007 apre un blog all'indirizzo www.ottavioframmartino.blogspot.com "La sinistra che fa la sinistra" con il quale divulga notizie ai tantissimi visitatori, compiendo pubbliche denunce politiche nonché proponendo al contempo il proprio messaggio politico. Il blog è divenuto un punto di riferimento per i cittadini e per gli addetti ai lavori della politica locale.
Nel 2009 Frammartino stinge un rapporto di amicizia con Luigi De Magistris, candidato ed eletto alle Europee e divenuto poi sindaco di Napoli lo sorso anno. «La mia lista "Policoro è tua" - ha sottolineato orgoglioso - si ispira alla lista di De Magistris "Napoli è tua" (anche il simbolo è simile nella grafica solo che al posto del Vesuvio c'è l'Ercole ed il Leone,ndr) ed al Forum dei Beni comuni di Napoli, il primo incontro per la costruzione di una lista civica nazionale di cui fanno parte molti sindaci da Pisapia a Zeta, un progetto per superare gli attuali partiti del tutto inadeguati a dare risposte alle esigenze dei cittadini». Quattro anni fa la sua prima candidatura a sindaco con 436 voti «una lista di protesta contro le due facce della stessa medaglia, Antonio Di Sanza e Nicola Lopatriello» ottenuti con la lista della Sinistra Arcobaleno. «Oggi - ha spiegato Frammartino - mi presento con una lista di proposta e con un programma puntuale e preciso in grado di dare una risposta sia in termini di governabilità che di rilancio della città. Siamo in netta discontinuità rispetto alle tre coalizioni che di fatto hanno un imprinting di centrodestra: quella di Gianni Di Pierri designato dalla vecchia amministrazione, quella di Marrese i cui maggiori azionisti politici sono Antonio Di Sanza e Rocco Larocca ed infine il centrodestra di Rocco Leone e Paolo Castelluccio, i due "pentiti" del sostegno dato a Lopatriello ed Antonio Di Sanza in questi 15 anni. Policoro - ha concluso - negli ultimi anni è stata vittima di predoni e predatori e l'ultima inchiesta che ha coinvolto l'amministrazione comunale è stata la conferma di quello che noi in questi anni dicevamo: ossia che su questo territorio vi era un deficit di legalità che ha consentito a pochissimi di arricchirsi ed a molti cittadini ignari di pagarne il prezzo. Adesso è arrivata l'ora di dire basta».


(da Il Quotidiano della Basilicata)

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