venerdì 6 maggio 2011


Nel dl nuove regole sui litorali,
spunta il "diritto di superficie"
Legambiente: «Una valanga
di cemento sul nostro tesoro»
ROMA
Si chiama «diritto di superficie», ma per gli ambientalisti si legge privatizzazione delle spiagge, nonostante il ministro Tremonti si affretti a chiarire che i litorali restano pubblici. Nel dl sviluppo appena varato dal governo spunta, tra le altre misure, un provvedimento che, fermo restando il diritto di «passaggio» e «utilizzo», stabilisce che tutto il terreno su cui si trovano chioschi e stabilimenti balneari godrà di un diritto di superfice, una concessione che durerà novant’anni e che dovrà essere richiesta dagli imprenditori che vorranno proseguire la loro attività. Il diritto sarà ovviamente a pagamento. Il prezzo? In linea con il mercato, fanno sapere dal governo.

In pratica, chi ha una concessione balneare può andare avanti a vita. Le associazioni ambientaliste non gradiscono, e usano parole fortissime. «Mai avremmo potuto immaginare di raggiungere un punto così in basso. Il Belpaese smembrato e devastato dal cemento, in mano alla criminalità e agli speculatori con l`avallo del governo», va all’attacco Vittorio Cogliati Dezza, presidente nazionale di Legambiente, che bolla come «illogico e anacronistico» il provvedimento. Un provvedimento che «di fatto privatizza il patrimonio costiero cedendolo a pochi soggetti più ricchi a scapito dell`intera cittadinanza». Il dl sviluppo approvato oggi, «oltretutto, va in tutt`altra direzione rispetto all`Europa che da tempo, ci invita a indire regolari gare per le concessioni demaniali».

Nessuna privatizzazione, frena Tremonti, «le spiagge resteranno pubbliche. Questo diritto riguarda quello che c’è dietro». Per il ministro «è il momento di valorizzare il turismo soprattutto nelle coste, fermo il diritto di passaggio sulla spiaggia. Tutto ciò che è terreno su cui ci sono insediamenti turistici, strutture ricettive, chioschi, operatori balneari sarà oggetto di diritto di superficie che durerà 90 anni e questo dà un profilo lungo, pensiamo che un diritto lungo dia una prospettiva di tempo logica per fare davvero gli investimenti. Così si creano lavoro e investimenti».

Ma l’affondo verde è partito, e le reazioni arrivano a valanga. Dopo il piano case si passa al «piano spiagge» che, «concedendo il diritto di superficie sulle nostre coste per un periodo addirittura noventennale, crea le premesse per un grande piano di cementificazione del territorio» s’infuria il Codacons. Il sindacato dei balneari, ovviamente, canta vittoria. «Il diritto di superficie è una positiva novità che registriamo con grande interesse» dicono dalla Fiba, purchè «i costi siano ragionevoli se si vuole che le aziende investano».

Sul versante politico, il Pd definisce «la proposta del ministro Tremonti» sulle spiagge, che arriva a pochi giorni dal voto, come «uno spot elettorale» e di un regalo «ai più furbi», oltre che di «ennesimo caso di Berlusconi-Totòtruffa» con Ermete Relacci. Il leader del "Sole che ride", Angelo Bonelli, parla di «spiaggiapoli», mentre il presidente dei deputati dell’Idv, Massimo Donadi, è «una polpetta avvelenata», e di «svendita» è convinta che si tratti Sinistra ecologia e libertà. In giornata la Procura di Roma ha anche avviato un’inchiesta - sulla base di una denuncia dei Verdi - sulle spiagge del litorale capitolino date in concessione, ipotizzando, per ora contro ignoti, il reato di abuso d’ufficio che - secondo quanto affermano fonti giudiziarie - riguarda alcune delibere del passato della Regione Lazio sulla zona costiera di Torvaianica.

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