lunedì 2 maggio 2011

Interessante dossier di "Famiglia Cristiana".


Dossier - Architettura verde
Il "social housing" inizia a diffondersi anche in Italia: un'edilizia a metà strada tra pubblico e privato che impiega materiali innovativi per la costruzione e usa fonti rinnovabili.
Indice
Una casa mediterranea in corsa per le Olimpiadi ecologiche
Un ecoufficio da Oscar
Social housing: molto più di una casa
Un nuovo modo di abitare dall'Austria alla Svezia
Una casa mediterranea in corsa per le Olimpiadi ecologiche
29/04/2011

Il 2012 non sarà solo l’anno delle Olimpiadi. Dieci prove, 20 concorrenti da tutto il mondo, 15 nazioni, un solo vincitore: è Solar Decathlon Europe 2012. A Madrid, in Spagna, si sfideranno il prossimo anno le case più ecologiche del mondo, in una gara di prototipi abitativi basati su sostenibilità, autosufficienza, utilizzo di materiali locali, inserimento nel paesaggio ed energia solare. L’Italia è stata ammessa per la prima volta in 12 anni alla competizione lanciata nel 1999 dal Dipartimento Energia del Governo degli Stati Uniti.

MED in Italy (www.medinitaly.eu) è il nome del team italiano che, sotto la guida dell’architetto Chiara Tonelli dell’Università Roma 3, presenterà un prototipo di abitazione pensato per recuperare la tradizione mediterranea armonizzando le tecnologie del futuro con i metodi del passato. Pensata per essere un’unità abitativa autonoma, la casa MED in Italy potrà essere utilizzata non solo come alloggio classico, ma anche come alloggio di prima accoglienza in caso di emergenze umanitarie causate da disastri ambientali o flussi migratori straordinari.

La produzione annua di energia, attraverso pannelli fotovoltaici, permetterà di avere un saldo positivo in termini tra energia prodotta (oltre 11mila kilowattora) e consumata (1900 kilowattora), tanto da arrivare in due anni a compensare l’energia primaria utilizzata per la produzione, il trasporto e l’assemblaggio dei componenti del prototipo e ad alleggerire dell'84% la bolletta elettrica. Quanto al risparmio di combustibile fossile in vent’anni, questo è stato stimato in 43,12 tonnellate equivalenti di petrolio pari a 121 tonnellate di anidride carbonica in meno immesse nell’atmosfera.

Dovrà gareggiare con progetti provenienti da Cina, Egitto, Francia, Danimarca, Germania, Gran Bretagna, Giappone, Norvegia, Romania, Spagna e Ungheria. “Già l’essere stati inclusi nella rosa dei venti partecipanti al Solar Decathlon rappresenta una vittoria”, spiega Chiara Tonelli. “Nei 12 anni passati la nostra architettura ecologica e solare non è stata rappresentata nella competizione, mentre la progettazione statunitense e soprattutto tedesca dettavano le linee guida mondiali”.

Ognuno dei prototipi che verranno presentati al Solar Decathlon parteciperà a dieci prove, come in una vera e propria gara di Decathlon. La sfida si snoda in campo architettonico, costruttivo, in termini di efficienza e bilancio energetico, comfort, funzionalità, comunicazione, fattibilità industriale ed economica, innovazione e sostenibilità.

Un ecoufficio da Oscar
29/04/2011

La sede della 3M Italia, a Pioltello, nei pressi di Milano, progettata dall'architetto Mario Cucinella, allievo di Renzo Piano.
Un palazzo imponente, di 5 piani, lungo cento metri, dalla struttura leggera e lineare. Si presenta così la sede di 3M Italia, a Pioltello, nei pressi di Milano, con cui l’architetto Mario Cucinella, a lungo collaboratore di Renzo Piano, ha vinto per il secondo anno consecutivo il Mipim Award 2011, considerato l’Oscar dell’architettura. Alla base della progettazione vi è il contenimento del fabbisogno energetico, la riduzione dell’impatto ambientale e il mantenimento del benessere, sia fisico che visivo, degli occupanti.

Le facciate vetrate esposte a est e a ovest sono ad elevata prestazione termica con delle fitte lamelle metalliche che modulano la luce solare ottimizzando l’irraggiamento solare e il consumo di luce, mentre la facciata a sud è ombreggiata da una serie di terrazze che permettono di proteggere l’edificio da drastici sbalzi termici sia in estate che in inverno. Il verde, presente in due cortili interni, consente il mantenimento del microclima mentre la copertura dell'edificio ha un impianto geotermico e fotovoltaico integrato, un recuperatore di calore ad alta efficienza e un collettore di recupero delle acque piovane.

La sede di 3M Italia, inaugurata un anno fa, ha ottenuto la certificazione energetica in classe “A”: “Nella realizzazione della nuova sede, sono state adoperate le stesse tecnologie che 3M propone al mercato. Il 3% dell’intero palazzo è infatti costituito dai nostri prodotti per quello che riguarda le parti strutturali, decorative e per la sicurezza e la protezione” spiega Mario Mascolo, presidente e amministratore delegato di 3M Italia.

L'edificio ha anche una filosofia particolare che colpisce l'osservatore: in particolare fa pensare alle scie luminose lasciate di notte dalle auto, quelle che vediamo nelle fotografie a lunga esposizione. L’immagine voluta è dunque quella di un edificio “in viaggio”, con l’idea di una dinamicità continua nelle sue forme che non finisce con i muri perimetrali.
Gabriele Salari


Social housing: molto più di una casa
29/04/2011

Dimenticate i vecchi casermoni di cemento, chi è in cerca di una casa in locazione a un prezzo contenuto ora punta al social housing, di cui si iniziano a vedere i primi progetti anche nel nostro Paese, in Lombardia, Emilia Romagna e Veneto. L'espressione, mutuata dal nord Europa, indica un'edilizia a metà strada tra pubblico e privato che impiega materiali innovativi per la costruzione e usa fonti rinnovabili. Anziani, famiglie monoreddito, lavoratori precari, giovani coppie e famiglie numerose sono i destinatari principali di questa soluzione abitativa che è stata disciplinata in Italia nel 2008.

A Milano il 35% dei nuovi insediamenti residenziali dev'essere destinato al social housing e i primi esempi sono previsti nei pressi delle cascine del Parco Lambro e dei Navigli. I moduli abitativi si chiamano Casa Bosco, un nome che è tutto un programma visto che le costruzioni saranno in legno, materiale isolante che mantiene il calore. “Questo permette di ridurre i costi di costruzione, grazie anche all'assemblaggio a secco, senza la necessità di colate di cemento. Diminuiscono i tempi per la costruzione di un edificio - anche meno di 40 giorni - e calano pure gli infortuni sul lavoro” spiega Giovanni De Ponti, amministratore delegato di Federlegno Arredo.

Per l'Italia è una novità, ma in Svezia si costruiscono da anni anche condomini di 7 piani interamente in legno: un'ottima soluzione per un paese sismico come il nostro. La sfida del social housing è mantenere bassi i costi e alta la qualità abitativa. I costi di realizzazione si possono contenere grazie alla prefabbricazione leggera e flessibile, mentre l'energia è garantita dal fotovoltaico, con l’utilizzo di superfici captanti energia solare per i mesi invernali e un sistema di circolazione interna dell’aria per quelli estivi.
Gabriele Salari


Un nuovo modo di abitare dall'Austria alla Svezia
29/04/2011

Il social housing nell'Europa del nord è una realtà da diversi anni. A Friburgo, nel sud della Germania, il quartiere Vauban si è sviluppato a partire dal 1993 ed è stato completato nel 2006, recuperando un vecchio sito militare dell’esercito francese. Il primo obiettivo è stato quello di agevolare l’insediamento di persone a basso reddito e di creare un quartiere per giovani famiglie (nel 2002 il 20% dei residenti erano bambini con meno di 10 anni) grazie a interventi che hanno puntato a ridurre i costi, massimizzare gli spazi comuni e la qualità del vivere.

A Vauban le case producono addirittura più energia del loro fabbisogno. Gli edifici sono collegati a una rete locale di teleriscaldamento connessa a un impianto di cogenerazione ad alta efficienza alimentato con biomasse e gas naturale. In Austria, a Salisburgo, è stato completato nel 2006 Samer Mösl, un quartiere a edilizia passiva, con oltre 60 appartamenti ad edilizia sociale.

In Svezia, nella seconda metà degli anni Novanta sono stati investiti quasi 900 milioni di dollari per il risanamento strutturale di grandi quartieri di edilizia sociale. Oltre alle misure ambientali, è stata migliorata l’accessibilità per i disabili e gli abitanti sono stati coinvolti prima nella progettazione e poi nella gestione delle parti comuni e del verde, sensibilizzati alla raccolta differenziata, al risparmio di acqua ed energia.

A Londra si è sperimentato il social housing a Murray Grove, impiegando moduli prefabbricati. Il costo è risultato circa il 20% in più rispetto allo stesso edificio realizzato con tecnologie tradizionali, ma la differenza è stata compensata dal consistente risparmio di tempo (circa il 30%) nei tempi di realizzazione. Gli alloggi sono stati messi sul mercato a un costo di locazione leggermente superiore alla media di quello applicato per gli alloggi popolari, ma di gran lunga inferiore ai prezzi di mercato.
Gabriele Salari


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