Il documento redatto dall’ass. Pavese e allegato alla delibera di consiglio e’ il lucido “Atto di dolore “ di un corpo politico- amministrativo ormai in ginocchio , finalmente oggettivo nell’ ammettere di essere incapace di indirizzare e controllare le attivita’ di un settore che, con le competenti entrate extratributarie, dovrebbe essere il volano dell’economia dell’Ente, capace di rendere piu’ elastico il bilancio comunale (conditio sine qua non è impossibile perseguire strategie di sviluppo e di rilancio del territorio) , un bilancio ad oggi “ingessato” per l’elevatissima spesa corrente. Il documento riporta considerazioni sull’ improduttivita’ dell’ Ufficio tecnico che avevo portato all’attenzione quando si era ancora in tempo per cambiare rotta verso approdi virtuosi.
In tale contesto gravano importanti responsabilita’ della politica guidata dal Sindaco, la quale oggi non puo’ riversare ogni colpa sugli impiegati comunali.
Intercettata la noxa patogena , già molto tempo addietro indicai in giunta quale fosse il rimedio piu’ efficace (come riportato anche in un relativo articolo del Quotidiano di Basilicata ): non gia’ spacchettamenti e redistribuzioni d’incarico ma sarebbe stato utile , nell’immediato, creare innanzitutto un ambiente di lavoro piu’ consono per l’ergonomia del personale attraverso procedure di AMMODERNAMENTO : istituzione di un URP (vi e’ un impiegato che ha portato a termine un apposito iter formativo di 900 ore) , attivazione di uno Sportello Unico per l’Edilizia, gestione informatizzata delle pratiche : tutto cio’ avrebbe evitato code esasperanti per i cittadini, avrebbe conferito rapidita’ alla trasmissione delle comunicazioni e degli esiti, avrebbe certamente permesso ai funzionari dell’ Ufficio Tecnico di lavorare con continuita’ senza subire ,ogni giorno e negli orari piu’ disparati, continue interruzioni alla propria opera dovute al continuo viavai di cittadini che si recavano sul posto per chieder lumi sullo stato delle richieste.
Il Sindaco non ha mai voluto prendere in considerazione tale proposta cosi come tante altre mie proposte amministrative, ma non me ne stupisco, visto che negli ultimi tempi mi si negava finanche al telefono. Prima di impugnare una scure e tagliare teste dovrebbe chiedersi il Sindaco se ha creato un ambiente di lavoro decoroso per i componenti del settore , ma nemmeno di questo mi stupisco, vista la facilita’ con cui il novello Gengis Khan ha tagliato le teste del sottoscritto e quella dell’ex-vicesindaco Laddomata.
Come puo’ un Sindaco avere un rapporto fiduciario con i capisettore se non ha nemmeno un rapporto di ascolto ed interazione con i suoi assessori? E poco ci è mancato che ci fosse vietato persino di accedere nei vari uffici del Comune …
Recitato l’”Atto di dolore” , presto ci sara’, mi auguro, anche il “De Profundis” : la maggioranza ,completamente sfilacciata, e’ in uno stato di cachessia irreversibile ed e’ inutile attendere il trapasso prolugando l’ agonia, perche’ tale agonia la vive sulla propria pelle tutta Nova Siri, l’intera comunita’.
Ecco , quindi , la necessita’ che la presa di coscienza , pubblicamente palesata dall’ Assessore Pavese , rendo onore alla sua onesta’ intellettuale, sia una presa di coscienza anche per gli altri : sarebbe un atto d’amore verso i cittadini rimettere nelle loro mani il mandato popolare, un mandato che non si e’ reso proficuo per l’assenza di regia di un Sindaco formato part-time e incapace di fare scelte coraggiose e innovative, incapace di dare fiducia a chi lo ha portato a sedere per la seconda volta sulla poltrona di primo cittadino, incapace di conferire piena autorevolezza alle deleghe assessorili in seno alla macchina amministrativa, una macchina amministrativa che ha sempre voluto guidare da solo, con il motore in “folle” e a fari spenti. Questa inestinguibile attitudine all’accentramento sia tale anche adesso, ora che e’ il momento di assumersi la responsabilita’ dello sfacelo.
Sarebbe opportuno, infine, che il PDL, tenuta a battesimo questa maggioranza, facesse conoscere ai cittadini il proprio parere e la propria posizione in questo frangente di default amministrativo: un partito che etimologicamente , nel suo acronimo, e’ imperniato sulla partecipazione popolare non puo’ e non deve ridurre il proprio contributo alla vita comunale ad apologetiche , per quanto briose, performances da palco solo in campagna elettorale.
Giuseppe D’Armento (PDL) cons. com. indipendente
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