martedì 21 agosto 2012

Nonna a me? Mi offendo


di MARGHERITA HACK, dalla Stampa

Sentirsi ancora giovani a 90 anni, credo sia questo l’unico vero segreto della longevità. Ai tanti anni che ho lasciato alle spalle non ci penso, non sono abituata a guardare indietro, ho sempre vissuto alla giornata, lo facevo da bambina e lo faccio ora.

Preferisco volgere gli occhi al futuro, agli impegni che mi aspettano, a breve e a lunga scadenza. Oggi il mio corpo è stanco, sono zoppicante, il respiro è sempre più affannoso e parlare mi affatica, ma la testa è viva, vivissima: i libri, gli aggiornamenti, i convegni, gli incontri di divulgazione, le domande che mi fanno e la ricerca di risposte chiare e puntuali, sono il mio allenamento quotidiano, sono il mio personale elisir di lunga vita. Non esistono medicine miracolose, ma tenere acceso e attivo il cervello ti porta a non spegnerti, a non farti schiacciare dal tempo che passa. Senza rimpianti e senza rammarichi.

Io stessa mi meraviglio del fatto che mi dovrebbe dispiacere e mettere malinconia il non poter più giocare a pallavolo come ho sempre fatto, il non farcela a nuotare in mare o il non riuscire più a fare lunghe camminate: inutile piangersi addosso, il mio fisico è vecchio, mi accontento di quello che mi permette ancora di fare e mi basta così. Sicuramente l’aver fatto sempre tanto sport mi ha mantenuto in forma, così come ha contribuito l’alimentazione sana avuta fin da bambina: già i miei genitori erano vegetariani e io non ho mai toccato un pezzo di carne in tutta la mia esistenza, e i benefici del non nutrirsi con animali ammalati sono smisurati.

La longevità però non è un valore assoluto: non basta vivere a lungo, ma bisogna vivere bene, con consapevolezza. Io non penso mai alla morte, è una dimensione di cui non me ne frega niente, quello che mi spaventa è il soffrire inutilmente: penso che la vita ad un certo punto, per mille motivi diversi, possa stancare, e che le persone debbano essere libere di poter scegliere di spegnere l’interruttore. Per fortuna io mi sento ancora giovane: quando una mamma mi incontra per strada e dice al proprio figlio: «Guarda, c’è nonna Margherita», mi volto anche io a cercare questa nonna Margherita: perché di sicuro non sono io.

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