di MARIA MANTELLO, da micromega
«30 milioni di italiani si chiederanno da domani: mio figlio, mia figlia sarà sicuro andando a scuola? É questo il terrorismo». Lo dichiara Piero Grasso, procuratore generale antimafia dopo le bombe stragiste esplose alle 7.45 del 19 maggio davanti all’Istituto professionale Francesca Morvillo Falcone di Brindisi.
Una ragazza uccisa, un’altra in pericolo di vita, tanti feriti. A terra zainetti, libri e quaderni. Tra le pagine svolazzanti si legge il titolo di un compito assegnato, un tema da discutere forse insieme una volta entrati in classe: legalità, costituzione, democrazia. Pensieri violati da chi quelle bombe ha messo perché quei pensieri di inclusione nella cittadinanza democratica fossero soffocati, uccisi dal terrore delle bombe.
Un veleno che evoca la strategia della tensione e che questa volta si è spinto a colpire ragazzi che andavano a scuola. È la mano omicida della barbarie che colpendo ragazzini spera di creare la maggiore destabilizzazione possibile. I vigliacchi assassini di Brindisi forse hanno a loro modello il terrorista di Oslo che il 22 luglio 2011 sterminava giovani laburisti al raduno di Utoya. Oppure quello di Tolosa, che il 19 marzo di quest’anno infieriva sui bimbetti della scuola ebraica Ozar Hatorah.
Qui a Brindisi gli assassini neppure ci mettono la faccia, usano le bombe secondo la miglior strategia della tensione che alza il tiro della loro lucida follia colpendo fuori del luogo istituzionale per eccellenza della formazione alla libertà, alla ricerca, alla critica… alla democrazia. Come a dire: devi restare fuori, non devi entrare.
È ignobile, inaccettabile. Questo il grido che si è levato da Brindisi e che è diventato un corale. Un inno di civiltà nelle manifestazioni democratiche che hanno portato in piazza migliaia e migliaia di italiani nelle cento piazze d’Italia. Un grande abbraccio di solidarietà nel dolore e nella dignità di chi dice: Io non ho paura! Noi non abbiamo paura!
L’Italia la strategia della tensione l’ha già conosciuta e custodisce la memoria del sangue innocente versato da Piazza Fontana in poi. Altri tempi, altre bombe, a cui non si può non pensare.
Ma la risposta democratica che è venuta dalle tante piazze d’Italia, dimostra come la democrazia sia molto più solida di chi la vuole destabilizzare. Queste piazze contro la violenza hanno riaffermato il valore costituzionale della democrazia e della scuola di democrazia.
Quest’Italia pretende di essere della democrazia la gelosa custode. E’ l’Italia stufa della rete di corruttele e connivenze.
È un’Italia che vuole giustizia perché anche queste bombe non lascino i mandanti e la loro manovalanza impuniti. Avvolti nella nebbia dei mille “segreti di Stato”.
È l’Agorà democratica che chiede che questi segreti, vengano finalmente e coraggiosamente messi in piazza. Sa che svelare quelle trame e i loro intrecci, porterebbe a fare piazza pulita della sporcizia che ha ammalato la politica, per dare speranza alle istanze di politica alta e pulita senza la quale la democrazia resta solo una parola vuota.
Maria Mantello
(20 maggio 2012)
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