venerdì 25 maggio 2012

ESODATI, VERGOGNA DI GOVERNO


La lunghissima vicenda degli esodati (i Bartali di oggi) è lo specchio più fedele di quello che è stato il governo Monti fino ad oggi. Lo è innanzitutto perché comincia proprio con il primo provvedimento dell’esecutivo post-Berlusconi, quel decreto Salva-Italia che è stato il biglietto da visita di Mario Monti per i mercati internazionali (da cui era stato invocato e richiesto) e per gli italiani (quando ancora il suo consenso era alto). La vicenda è poi completamente legata alla riforma delle pensioni che Elsa Fornero decidette in poche settimane senza ascoltare alcuna parte sociale. Quelle stesse parti sociali che subito fecero notare come innalzare i requisiti pensionistici di 5-6 anni avrebbe prodotto un dramma, una traversata nel deserto per “decine di migliaia di persone” (rimanendo molto ottimisti rispetto ai numeri reali).
Neanche l’intervento del Pd (ahimè abbastanza timido al tempo) nel decreto Milleproroghe venne accolto. Il governo si limitò ad approvare gli ordini del giorno che chiedevano almeno di posticipare al 31 dicembre l’entrata in vigore della riforma in modo tale da “salvare” i lavoratori di Termini Imerese (anche se su questa data ci sono pareri discordanti che sostengono che l’accordo fu firmato il primo dicembre), di Alitalia e Telecom che avevano firmato accordi di mobilità dopo il fatidico 4 dicembre. Gli ordini del giorno non si sono mai tramutati in provvedimenti concreti.
La richiesta incessante di tutti i sindacati di riaprire il confronto almeno su questo punto ha prodotto solo un finto tavolo in cui il ministro Fornero ha spiegato che le risorse trovate potevano “salvaguardare” solo 65mila lavoratori. E così è finita.

Il governo è stato sordo. Completamente sordo al confronto sociale, alle denunce dei giornali (ecco un nostro articolo di febbraio) e delle tv (l’inchiesta di Report di marzo).

Questa è la cifra di questo governo. Se non ci sono le risorse non si tratta.
Ma le risorse si potrebbero facilmente trovare. Dai risparmi immani, 140 miliardi, prodotti dalla riforma delle pensioni (come chiede la Cisl, ma questi sono già stati messi a bilancio per ridurre il debito statale in futuro) o tassando ulteriormente i capitali scudati (come chiede il Pd, la Cgil e molti altri).

La cifra degli esodati invece la sa solo l’Inps. Che però non l’ha mai resa pubblica, seguendo l’invito di Elsa Fornero. Che quando ci sarà da risolvere il problema dei 200mila esclusi dal suo decreto, sarà (non so se dire “Grazie a Dio”) tornata ad insegnare. Mettendo dunque già una pesante zavorra su chi arriverà a mettere in ordine il conti (morali) lasciati in dissesto da Monti (e Fornero).
FONTE : L'UNITA' DEL 25 MAGGIO 2012


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