Leggo, scusate la franchezza, stronzate su stronzate, su questa storia delle pensioni d’oro, da parte di chi la politica la fa per mestiere, vive di politica ,ma vorrebbe farci credere di essere un tecnico , di ragionare da tecnico , di comportarsi da tecnico e non da politico, nell’unico luogo dove la Politica con la P maiuscola dovrebbe essere di casa : il Parlamento .
In Parlamento non abbiamo mandato ragionieri a fare i conti! Abbiamo mandato Politici, i quali hanno avuto un consenso , non attraverso un compitino di ragioneria ma di un progetto politico , dove erano chiari i punti programmatici qualificanti e i valori a cui si ispiravano. A memoria d’uomo ,è Il Politico che fa politica : che indica gli obiettivi strategici da raggiungere. Al Tecnico spetta poi,di indicare la strada migliore per raggiungere quella meta. Lo dico, in altri termini, in maniera ancora più banale ma semplice : al politico il compito di indicare il luogo dove vogliamo arrivare, al tecnico di studiare le soluzioni più convenienti per arrivarci ( se : via mare, via aerea, con il treno, con la macchina…). In altre parole, ancora, è il "tecnico" al servizio del "Politico" mai il contrario. Ma è fondamentale la volontà del politico di arrivare a quel luogo che induce i tecnici a trovare la strada migliore.
Qual’era la volontà politica nel nostro caso ?
La volontà politica avrebbe dovuto essere quella di lanciare al Paese un segnale forte e chiaro che di fronte a questa crisi , tutti siamo chiamati a fare dei sacrifici. Chi più ha , è giusto che sia il primo a dare, e dia , anche , più degli altri!
Ai dottori sottili, invece, il compito di trovare( esattamente come fanno con tutti i comuni mortali )le soluzioni tecniche per renderle attuabili, anche nei confronti delle categorie degli intoccabili, dei privilegiati.
La volontà politica che, invece , viene fuori , attraverso l’appassionata difesa da parte dei nostri tre moschettieri ,è che di fronte a cavilli di natura tecnica, la volontà politica si ferma, indietreggia, giustifica la sconfitta e chiede comprensione per non aver potuto andare oltre.
La tecnica, insomma ,vince sulla politica.
Oppure, un’altra forte e chiara volontà politica ( che la casta è intoccabile, che la crisi la devono pagare solo i ceti popolari....) si è manifestata ed affermata , attraverso la maschera dei cavilli “tecnici”, l’unica maschera attraverso la quale i politici pensavano di non essere " politicamente responsabili ", riconoscibili ( e se riconosciuti, giustificabili) nel momento in cui tradivano con quel voto : la propria storia politica , il proprio Paese, il proprio elettorato?
Nessun commento:
Posta un commento