martedì 14 giugno 2011

Il trionfo della passione civile
di GIUSEPPE GIULIETTI, da "Micromega"

Ognuno festeggi come crede, dove vuole e con chi preferisce, ma si ricordi che questa è anche una vittoria della passione civile, della unità tra diversi, dei tanti che hanno contribuito a costruire la vittoria del SÌ.


Questa giornata non ci sarebbe stata se alcuni non avessero deciso di contrastare radicalmente Berlusconi e non avessero avviato la raccolta di firme tra il fastidio e le critiche di quelli che: “Così si fa un favore al piccolo Cesare… questo è il modo migliore per rafforzarlo… il nucleare ci serve… il quorum non ci sarà mai…”, basterebbe una buona rassegna stampa per ridare memoria delle scemenze sparate e degli opportunismi di sempre.



Del resto lo stesso campionario lo avevamo dovuto ascoltare per le candidature di De Magistris a Napoli e di Pisapia a Milano; sarà bene non dimenticare quanto è stato detto e scritto, se non altro per il piacere di replicare quando i soliti noti verranno a spiegarci che: “non avete capito nulla siete solo dei velleitari, degli antiberlusconiani di professione”.



Si, questa è anche una vittoria degli antiberlusconiani di professione, anzi lo rivendichiamo con un certo malcelato piacere!



Eppure sarebbe un errore, proprio ora, abbandonarsi alle polemiche, alle divisioni, alle feste separate, alla lettura settaria dei risultati di queste settimane.



Quello che sta accadendo indica che ormai è in atto un sommovimento profondo, una rivolta etica e civile e questa rivolta ha bisogno di essere accompagnata da un coordinamento di tutte le energie, dalla definizione immediata di un programma comune fondato sulle primarie sulla tutela dei beni comuni, intesi nel senso più ampio.



Del resto i risultati raggiunti non sarebbero stati possibili se nelle urne delle amministrative e dei referendum, non si fossero sommati i voti dei comitati, delle associazioni dei partiti, dei sindacati, dei gruppi di democrazia civica, di tante cittadine e cittadini, anche di destra che non ne possono più e attendono di essere messi in condizione di poter scegliere una alternativa chiara, credibile, distante nei modi, nelle forme, nei comportamenti, nelle politiche non solo da Berlusconi, ma anche dal berlusconismo.



Nelle prossime ore Berlusconi reagirà alzando i toni e tentando di imbavagliare quello che non gli piace, guai ad abbassare la guardia, anzi forse è giunto il momento di rilanciare e di dar vita ad un movimento di popolo, ampio, unitario, di lunga durata, che chiede, con voce crescente, le dimissioni del piccolo Cesare e della sua corte.



La vittoria del SÌ, clamorosa nelle qualità e nella quantità, ha segnato il trionfo dell’interesse generale e dei beni comuni contro l’egoismo ed il conflitto di interessi, adesso sarà il caso di accompagnare alla porta l’amico italiano del colonnello Gheddafi.



Giuseppe Giulietti



(13 giugno 2011)



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