giovedì 13 settembre 2012

L' Anas non onora gli impegni contrattuali.Cantiere S.S. 106 , tratto Nova Siri, a rischio chiusura.


Ieri vertice tra lavoratori e sindacati. L’Anas non onora i suoi impegni. Sindacati e lavoratori chiedono al Prefetto di garantire il futuro delle attività

di PIERANTONIO LUTRELLI


NOVA SIRI – Ieri mattina si è tenuta nel cantiere di Nova Siri, un’assemblea con circa 22 lavoratori dell’Ati “Oberosler – So.ve.co.” impegnati sul cantiere di ammodernamento ed ampliamento dell’ultimo tratto lucano non ancora in sicurezza della strada statale “106” Jonica. Erano presenti i sindacalisti di categoria del settore edile, Franco Pantone, segretario regionale della Filca Cisl, Michele Andrulli, segretario provinciale della Fillea Cgil e Gianfranco De Palo della Feneal Uil. L’assemblea è stata convocata per illustrare ai lavoratori la situazione in cui versa il cantiere e l’impresa appaltatrice. “L’impresa Oberosler – ha spiegato Pantone al Quotidiano - per il cantiere ha prodotto cinque sal (stati avanzamento lavoro) per un importo complessivo che si aggira intorno ai sette milioni di euro. Questa situazione è stata determinata da una situazione ormai palese dell’Anas che non riesce a far fronte neanche agli impegni assunti dal punto di vista contrattuale. Questa è la cosa che più ci preoccupa. Perché qualora l’Anas non dovesse riuscire a mantenere gli impegni, il rischio è quello di veder svanire un’opera strategica per la Basilicata, la Calabria e la Puglia. Ad oggi Oberosler – ha aggiunto - pur avendo la volontà di portare a termine i lavori, ha dovuto rallentare in maniera eccessiva, perché la fornitura del cemento (Sinnica beton srl) e del ferro è venuta meno, così come l’apporto delle imprese subappaltatrici (Cave Sinni srl), queste imprese fino ad oggi hanno fatto da “banca” all’Anas e oggi rischiano il tracollo data l’esposizione senza certezza di rientro. Questa situazione è figlia della crisi generale che sta investendo il Paese, ma mai era successo con l’Anas la cui proprietà è ministeriale. Se tanto mi dà tanto, anche il cantiere della Bradanica non parte per le stesse motivazioni. Pertanto – ha concluso - abbiamo chiesto immediatamente un incontro presso la Prefettura di Matera chiamando a raccolta le imprese impegnate a vario titolo sull’opera nonché l’Anas, per cercare di capire se vi sono le condizioni per una ripartenza o meno del cantiere”. Preoccupato anche Andriulli della Fillea-Cgil. “In questo momento – ha detto - gli interessi dei lavoratori coincidono con quelli delle aziende e del territorio. Ci fa piacere che adesso tutti insieme ci stiamo adoperando affinchè si possa sbloccare la situazione. La crisi di liquidità dell’Anas deriva certamente da un mancato trasferimento del governo nazionale. Ed è del tutto ovvio che in una situazione difficile come questa se anche il governo non è più credibile e non rispetta gli impegni, tutto rischia di andare in malora. Non vogliamo rischiare che i lavori si blocchino, perché, come la Bradanica insegna, a chiudere un cantiere non ci vuole assolutamente niente. Riaprirlo invece costa molta fatica. Circa cinquanta lavoratori dell’indotto sono già stati licenziati. Non vorremmo – ha concluso Andriulli - che nei prossimi giorni possa toccare la stessa sorte anche agli ultimi ventidue lavoratori ancora attivi”.

(Da Il Quotidiano della Basilicata)

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