venerdì 7 settembre 2012

Dal Pdl pressioni sul Cavaliere per andare al voto anticipato


di MARCELLO SORGI, dalla Stampa

Nel Pdl cresce la pressione per convincere Berlusconi a tentare nuovamente la strada delle elezioni anticipate. A premere sono soprattutto gli ex- An, convinti che votare con il Porcellum rappresenti il danno minore e che l’attesa fino a primavera darebbe libero sfogo alle spinte centrifughe nel centrodestra, e fiato ai concorrenti che si preparano, come Montezemolo e Oscar Giannino. I calcoli che gli ex-finiani fanno tra di loro sono molto semplici: stando ai sondaggi, il Pdl con l’attuale legge può arrivare si e no a centoventi deputati, trentatrentacinque dei quali andrebbero alla componente di destra. A questo punto la scelta è se restare insieme o separarsi: ma sul punto non c’è accordo. Il coordinatore La Russa e il vicecapogruppo Corsaro sono per la separazione, convinti che la struttura sopravvissuta dell’ex-partito finiano possa aggiudicarsi sul territorio un risultato migliore di quel che otterrebbe per concessione dal Cavaliere. Mentre Gasparri e Matteoli, convinti che il calo del centrodestra nei sondaggi sia il prezzo pagato - e non più pagabile ancora per molto - del sostegno del Pdl al governo Monti, preferirebbero convincere Berlusconi a staccare la spina e a gettarsi in campagna elettorale per cercare di recuperare.

A tutti quanti Berlusconi ha fatto capire di essere pronto a tornare in campo, ma di voler scegliere il momento più opportuno per l’annuncio. Subito, ovviamente, a partire dalla prossima festa giovanile del partito, se la prospettiva dello scioglimento anticipato delle Camere dovesse riaprirsi. Se invece i tempi si allungano, il Cavaliere vuole aspettare che il quadro sia chiaro.

All’interno del Pdl, le probabilità che si possa davvero arrivare a varare la nuova legge elettorale sono considerate esigue. La tattica scelta è quella di provare un blitz al Senato, dove il centrodestra con la Lega ha ancora la maggioranza, per cercare di ricostruire l’asse con il Carroccio e solleticare Casini con un’apertura alle preferenze. Non perchè Berlusconi si faccia illusioni sull’ex-alleato Pierferdi, che in privato giudica ormai stabilmente collegato a Bersani, ma perchè ritiene che all’interno della pattuglia dei senatori centristi sia forte la tentazione di schierarsi con una riforma di impianto proporzionale.

Il riavvicinamento tra il Cavaliere e Maroni è un altro dei motivi di inquietudine per gli ex-An, che non si fidano e vorrebbero chiudere i giochi al più presto, anche a costo di togliere l’appoggio a Monti. Una prospettiva che divide anche i berlusconiani, con Brunetta e Santanchè favorevoli alla rottura e gli ex ministri dell’ala moderata contrari.


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