martedì 13 marzo 2012

Torna l’incubo dei fusti tossici


Torna l’incubo dei fusti tossici
Un nuovo pentito porta l’Antimafia a caccia di veleni interrati negli argini del fiume Agri. Vigili del fuoco al lavoro fino a sera senza esito, le ricerche proseguono
13/03/2012 POTENZA - Sono al lavoro da due giorni i Vigili del fuoco di Matera con un mezzo speciale arrivato apposta dalla città dei Sassi. Fin’ora le verifiche hanno avuto esito negativo ma andranno avanti ancora oggi ed è di nuovo “caccia grossa” al fantasma dei fusti di veleni interrati nelle lande semideserte della Basilicata.
Un nuovo collaboratore fi giustizia ha indicato agli inquirenti della Dda di Potenza lungo gli argini dell’Agri il luogo dove negli anni scorsi sarebbero stati smaltiti rifiuti tossici in quantità, nei soliti fusti di alluminio che i tecnici stanno cercando con l’ausilio di apparecchiature metal detector. Il riserbo degli investigatori per ora molto alto ma oggi stesso al termine delle operazioni è probabile che verranno fornite ulteriori delucidazioni per l’allarme creato da una notizia di questa portata.
Per primo è intervenuto il sindaco di Gorgoglione, Andrea Bernardo, per puntualizzare che l’area interessata dalle ricerche non rientrerebbe nel territorio del suo Comune bensì di uno dei paesi confinanti, Valsinni e Rotondella, un nome -quest’ultimo- che inevitabilmente riporta alla memoria gli incubi peggiori.
Era il 2005 quando Francesco Fonti un boss pentito delle ‘ndrine calabresi ha cominciato a parlare di rifiuti radioattivi nascosti poco lontanto dal centro Enea della Trisaia di Rotondella dove ancora oggi sono stoccate 64 barre di uranio provenienti dalla centrale di Elk River negli Stati Uniti. A quelle sconvolgenti rivelazioni sarebbero seguite ricerche approfondite nell’area delle Coste della Cretagna in territorio di Ferrandina, e a seguito di nuove indicazioni in località Piana d’Oro, nella campagna di Craco Vecchio, una zona a ridosso del fiume Cavone. La questione venne approfondita anche dalla Commissione bicamerale d’inchiesta sui rifiuti che tenne una serie di audizioni a Potenza. Quei fusti però non vennero mai trovati, nè allora nè cinque anni dopo quando le dichiarazioni di Fonti vennero rafforzate dal racconto di altri due collaboratori di giustizia, Emillio Di Giovine e Stefano Carmelo Serpa (ovvero il pentito “Sigma”), calabresi entrambi ed entrambi assistiti dallo stesso avvocato di Fonti.
Uno di loro potrebbe essere l’uomo misterioso che da domenica mattina sta guidando gli investigatori della Squadra mobile di Potenza agli ordini della dottoressa Barbara Strappato e il pm della Dda Laura Triassi. E le sue rivelazioni non si limiterebbero agli argini dell’Agri, perchè avrebbe parlato anche di altri fusti di rifiuti pericolosi interrati nell’area sud della regione, probabilmente nel lagonegrese. Ma si tratta sempre di verità tutt’altro che semplici da assodare.

lama, dal quotidiano della basilicata

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