MESSI AI MARGINI L’asse Sarkozy-Cameron non contempla l’allargamento a Berlusconi. Il Cavaliere è ritenuto inattendibile, ondivago. Inaffidabile. «Nessuno ha dimenticato - dice a l’Unità una fonte diplomatica a Bruxelles - l’esaltazione di Gheddafi fatta da Berlusconi e il suo tardivo ripensamento ». Altro che ricomposizione e concordia attorno alla Nato. «Anche l'Italia ha le sue idee e le sue proposte, e le farà valere nelle sedi opportune e nei prossimi appuntamenti discutendole con i nostri partner», rimarcano autorevoli fonti della Farnesina commentando l'annuncio del presidente francese di un'iniziativa «politica e diplomatica» franco- britannica sulla crisi libica che sarà lanciata martedì prossimo al vertice di Londra dei ministri degli Esteri degli11 Paesi della coalizione impegnata nell'operazione «Odyssey Dawn» «Qualsiasi soluzione politica ad ogni modo - osservano le stesse fonti - dovrà necessariamente passare per il consenso dei Paesi Ue, della coalizione e dunque anche dell' Italia». Da Tunisi, Frattini, conferma che «la Nato sarà operativa tra domenica e lunedì». «È quello che volevamo fin dal primo momento e per cui ci siamo battuti», spiega il titolare della Farnesina. La questione del coordinamento politico chiesto dai francesi è affidata a sottili distinguo, con la ricerca di termini adatti per accontentare tutti. «Non ci sarà nessuna cabina di regia operativa» dice Frattini, che però aggiunge che sarà attivo invece «un gruppo di contatto politico, che inizierà a lavorare martedì a Londra e a cui parteciperò anch' io». Secondo il presidente francese, poi, il vertice di Londra potrebbe prefigurare quel «gruppo di pilotaggio » politico che, per Sarkò, dovrebbe fissare gli obiettivi delle operazioni, affidando poi allo «stato maggiore do Napoli» della Nato il compito di coordinarle e condurle sul terreno. Fumo negli occhi per l'Italia, che già mal sopporta il protagonismo del presidente francese e che chiede a gran voce di affidare tutte le operazioni al «comando unico» della Nato, senza sottoporlo a nessuna istanza politica superiore. Quale sia la proposta «diplomatica» italiana, a livello europeo nessuno se ne cura di saperlo. Una«mediazione» di cui il Cavaliere si farebbe promotore verso il Colonnello libico, è solo oggetto di battute a Bruxelles, peggio ancora a Londra, ancor più a Parigi. A liquidarla sono gli stessi insorti libici: «Per noi non esiste alcuna mediazione italiana. Non ne sappiamo nulla e nulla vogliamo saperne. È una fatica che il signor Berlusconi può risparmiarsi. Per noi Gheddafi è uncriminale che va giudicato da un tribunale internazionale », dice a l’Unità Abdel Hafiz Ghogha, vice presidente del Consiglio Nazionale, il «governo» del fronte anti-Gheddafi.
FRONTE INTERNO «Appare chiaro, a questo punto, che l'Italia è fuori dai giochi, che non ci siamo», osserva Pier Luigi Bersani. «Tutto questo - aggiunge il leader del Pd - deriva anche dagli evidenti errori di Berlusconi, da questa idea che sarebbe lui il protagonista della fase due. L'idea che lui possa risolvere la questione da noi fa piangere, ma forse all'estero fa ridere».
26 marzo 2011
Fonte: l'Unità
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