A fil di rete
«Tata» Annunziata ci spiega il potere
Tata Lucia colpisce ancora. Nella tv italiana ci sono due tate Lucia: la prima è bionda, regina incontrastata di
S.O.S. Tata, grande esperta di sindrome da deficit di attenzione, è quella che aiuta i genitori a farsi rispettare da figli problematici (francamente, non ho mai capito se problematici siano invece i genitori); la seconda, quasi una copia della prima, è bruna e di cognome fa Annunziata. Anche lei, pur occupandosi di politica, cerca di fare in modo che gli spettatori non abbiano deficit di attenzione.
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Lucia Annunziata e il pedone (LaPresse) |
Già presidente della Rai, non contenta di essere editorialista de
La Stampa e di condurre la domenica su Raitre
In mezz'ora, Tata Lucia Annunziata è impegnata ora in un progetto molto ambizioso: parlare di potere, capire chi comanda in Italia, spiegarci come la miscela di denaro e politica (cioè Silvio Berlusconi) condizioni la nostra vita pubblica:
Potere (Raitre, lunedì, ore 22.50).
Temi molto interessanti, tutti degni di essere seguiti con attenzione. Nella prima puntata Tata Lucia ha svolto il compito interrogando, prima, a sostegno della sua tesi, Sergio Rizzo e Gian Antonio Stella e poi, in funzione contraddittoria, Denis Verdini, chiamato a difendere le tre sciagure del potere politico in Italia: la ricchezza, il conflitto d'interesse, le liste bloccate.
Ah, il potere: la più diabolica delle tentazioni. Studio freddo, dominato, così mi è parso, da enorme pedone del gioco degli scacchi (metafora?), schema abbastanza prevedibile, conduttrice in piena sindrome da Tata Lucia (quella che vuol rimettere a posto il mondo e ci considera spettatori problematici).
C'è una mirabile pagina di Elias Canetti in Massa e potereche tutti i conduttori televisivi dovrebbero imparare a memoria perché riguarda il potere di chi pone domande: «Porre una domanda significa sempre agire per penetrare. Quando la domanda viene usata quale mezzo di potere, essa affonda come un coltello nel corpo dell'interrogato».
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