domenica 6 gennaio 2013

Le riflessioni del Sindaco di Craco,candidato alle primarie del PD


CRACO - Il 25 novembre hanno votato circa 3.100.000 elettori e il 29 e 30 Dicembre  circa 1.100.000 rispettivamente l’ 8,6% e il 3,1% dei voti validi espressi alla camera nel 2008. Percentuali molto alte che denotano una capacità di mobilitazione rilevante dell'’elettorato attivo del centro sinistra e dei quadri attivi della politica a livello locale regionale.

Certamente un grande risultato politico  ma lontano dell’'essere omogeneo per regione e area geografica e ricco di spunti di riflessione e analisi. Particolari i dati di Emilia Romagna più Toscana che, con un corpo elettorale attivo (voti validi) pari a circa 5.3 milioni di elettori, ha espresso alle primarie del 25 novembre circa 850000 voti pari al 16% dei voti validi alle politiche 2008. Alle primarie parlamentarie in queste due regioni, in attesa di dati definitivi, la provincia di Firenze ad esempio ha avuto il 25 novembre circa 160000 elettori  con un peso di circa il 24,6% degli elettori; alle parlamentarie sono stati circa 29000;  la provincia di Bologna con all’'incirca le stesse dimensioni di Firenze ha alle parlamentarie circa  34000 elettori  sui 120000 elettori delle primarie di novembre. In queste due regioni le candidature di Renzi e Bersani hanno contribuito a mantenere il livello, tradizionalmente molto alto, di partecipazione, ma è indubbio che vi è un tratto che accomuna queste regioni a quelle del sud : anche qui il potere politico locale e regionale ha una vasta influenza sulla società e l'’economia locale e non solo per l’'elevato tasso d'incidenza della spesa pubblica sul PIL delle due regioni mediamente più alto delle altre regioni del centro nord ma anche per la rete diffusa della presenza politica nel sistema bancario e finanziario (Casse di risparmio e relative fondazioni e Sistema Monte dei Paschi Banca più Fondazione) che eroga molte centinaia di milioni di euro agli enti locali e alle associazioni e per la forte presenza delle aziende pubbliche locali . Una sorta di sistema clientelare più evoluto e civile ma non dissimile da quello delle regioni meridionali.

Le primarie nel sud.  Su circa 13 milioni  di elettori che hanno espresso voti validi nel 2008 i voti espressi con le primarie di novembre 2012 pari a circa 825000 elettori  pari  al 6,4 del corpo elettorale attivo al di sotto del dato medio nazionale. I casi di Napoli e di Bari evidenziano i seguenti dati. A Napoli e provincia il 25 Novembre hanno votato circa 88.000 elettori , a Bari  circa 41.000 elettori . Alle parlamentarie hanno votato rispettivamente  55000 elettori a Napoli e circa 13000 a Bari rispettivamente oltre il 65% a Napoli e oltre il 30% a Bari. Niente a che vedere con i dati di due grandi città del nord come Milano e Torino dove rispettivamente abbiamo  a Milano circa 32000 elettori  su circa 170.000 pari a meno del 20% e  a Torino 22000 elettori su circa 101000 elettori pari al 22% circa. Il caso di Bari evidenzia  un voto di opinione più ampio e una minore presa del potere politico e della spesa pubblica sulla città (caso eclatante la bocciatura del fratello di Emiliano cui tocca fare una riflessione che lo faccia ritrarre dal familismo imperante nel sud).

Il caso Basilicata. In Basilicata hanno votato alle primarie del 25/11 circa 45000 elettori e il 30/12 circa 30.000. Le primarie del 25 novembre hanno visto circa il 14% del corpo elettorale attivo e le parlamentarie circa il 9% .Il 30 Dicembre ha votato circa il 70% degli aventi diritto la percentuale più alta d’Italia: i candidati parlamentari uscenti hanno mobilitato quasi tutti i meccanismi di potere in loro possesso. In qualche caso ci sono stati comuni dove ha votato il 120% portando per iniziativa del comitato di garanzia regionale e nazionale all’'annullamento di tali risultati . In qualche caso come quello di Craco in cui sono sindaco ci sono stati inquinamenti malavitosi del voto da me prontamente denunciati agli organi regionali e nazionali politici e di garanzia del PD e per i quali aspetto serenamente decisioni risolutive. Il peso della spesa pubblica sul PIL in Basilicata è pari a 9.6 miliardi di euro nel 2010 su un PIL di circa 10.6 miliardi di euro a prezzi di mercato e al netto delle importazioni nette. Una spesa pubblica che nel 2009 è stata di poco superiore all'’85% a fronte del  68% a livello nazionale e dell'’81% nel mezzogiorno. Il PD è in Basilicata il partito della spesa pubblica e dalle primarie escono confermati i parlamentari uscenti a fianco dei quali si sono schierati tutti i massimi vertici della politica lucana, in un afflato oligarchico, e si registra una distanza abissale con le dinamiche in atto in molte regioni, anche del Sud  come Sicilia e Puglia dove sono stati avviati processi di cambiamento delle rappresentanze parlamentari. Ciò è possibile poiché la leadership del PD lucano mobilita per tali scadenze i beneficiari delle politiche e della spesa pubblica che rappresenta circa l'86% dell'intero PIL lucano. Questa è l'anomalia lucana. Cosa succederà con il taglio della spesa pubblica che inevitabilmente colpirà anche la nostra regione e altre regioni del Sud? Non pensate che debba essere questa materia del dibattito pubblico nella nostra regione e in Italia e tra le forze politiche? Non rappresenta questa politica fallimentare una palla al piede di un Mezzogiorno che aspira ad una fase di sviluppo e valorizzazione del territorio?

Io mi sono candidato alle primarie sapendo tutto questo ma non stanco e non rassegnato ho ritenuto di dover testimoniare una visione politica innovativa, che guarda al futuro del Mezzogiorno e all'’interesse generale e chiedo che nella formazione delle liste regionali del PD questa posizione politica sia rappresentata.



Pino Lacicerchia , Sindaco di Craco e candidato alle primarie PD in provincia di Matera

 Fonte : il metapontino

Nessun commento:

Posta un commento